di Carlo Pezzella
Oggi, 25 aprile, ricorre l’anniversario della Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista e dal regime fascista – meglio nota come Festa della Liberazione. Sono passati esattamente 79 anni dalla resistenza antifascista, giorno in cui si pose fine al periodo più triste e buio della storia del nostro paese. Periodo molto lungo, si parla appunto del Ventennio fascista, ma per le persone dell’epoca fu un periodo ancora più lungo ed interminabile – ma, soprattutto, infernale -, in cui furono commesse cose disumane, ad esempio la deportazione di tutte quelle persone sfortunate che secondo i pazzi nazisti/fascisti, o meglio nazifascisti, non appartenevano alla razza “perfetta”, la cosiddetta razza ariana.
È nostro dovere commemorare questa giornata, perché dobbiamo ricordare quanto hanno fatto e sofferto i nostri antenati per farci avere la libertà, soprattutto quella del diritto al voto a suffragio universale e della libertà di espressione sanciti proprio negli articoli della Carta Costituzionale – precisamente art. 21 e art. 48 della Costituzione Italiana -, e tutti i diritti di cui oggi ne possiamo godere liberamente, diritti e libertà che non dobbiamo mai sottovalutare e a cui dobbiamo dare la giusta importanza ed il giusto valore.
Dobbiamo dargli la giusta importanza ed il giusto valore perché in essi c’è tutto il sangue ed il sudore che hanno versato i nostri antenati. Maggiormente oggigiorno non dobbiamo mai sottovalutare ciò, perché un diritto e una libertà non è una cosa che si acquisisce per sempre, ma anzi devono essere difesi ogni giorno. Anche perché tutto ciò che abbiamo può sembrare a noi banale, ma non dimentichiamo che ci sono paesi non molto lontani dalla nostra nazione in cui non sanno nemmeno cos’è, appunto, ad esempio la libertà di dire ciò che si pensa.
contributo esterno