Al Circolo Internazionale di Castellammare di Stabia, l’evento “Io c’entro”, organizzato dalle associazioni L’incrocio delle idee e Nessuno e Centomila Uomini che fanno sentire la propria voce nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
”Io c’entro”, parlano gli uomini
Sarà il tema della serata intitolata “Io c’entro”, in programma al Circolo Internazionale di Castellammare di Stabia, alle ore organizzata dalle associazioni “L’incrocio delle idee” e “Nessuno e Centomila”, in concomitanza del 25 novembre.
Interverranno Carlo Coppola, Francesco Curcio, Luigi Di Capua, Francesco Esposito, Antonio Gargiulo il capitano della Juve Stabia Alberto Gerbo, Riccardo Radice, Carmine Spera. Presenta il giornalista Francesco Gravetti. Saranno proiettati due video: un corto e un videomessaggio.
Tanti i contributi degli uomini, per lanciare un messaggio che grida non siete da sole. Per ribadire che, qualora ce ne fosse bisogno, il rispetto, la non violenza sono valori fondanti di una società, nella quale gli uomini, anche con questa iniziativa, prendono atto della loro corresponsabilità.
Il 35,8% delle donne teme di essere vittima di abusi e violenze
Ancora numerosi restano i casi di violenza consumata tra le mura domestiche, spesso silenti. Si tratta ancora di una questione culturale? Come si traduce nel quotidiano questo stato di cose? Secondo recenti dati Istat il 35,8 per cento delle donne teme di essere vittima di qualche forma di abuso sessuale, percentuale aumentata, rispetto al 2015-2016 di oltre 7 punti. Casi emblematici come quello di Giulia Cecchettin raccontano la realtà, tra il 1 gennaio e il 20 ottobre 2024 sono stati registrati 89 femminicidi.
Anche Castellammare fa sentire la propria voce su una tematica di estrema attualità. Il 25 novembre 1960, nella Repubblica Dominicana, furono uccise tre attiviste politiche, le sorelle Mirabal (Patria, Minerva e Maria Teresa), successivamente chiamate anche Las Mariposas, per ordine del dittatore Rafael Leónidas Trujillo. Quel giorno le sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare. Condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze furono stuprate, torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente.