È rivolta al ministro per il Sud Foti una nuova interrogazione sulla mancata attuazione della clausola del 34% che prevedeva la ripartizione delle spese dello Stato in conto capitale in proporzione alla popolazione.
Si chiede il rendiconto previsto annualmente dalla legge, che continua ad essere in vigore nonostante la modifica della norma. La forma attuale prevede il 40% di “risorse allocabili”, ma non viene spiegato cosa implica
La modifica, come più volte denunciato, prevede che al posto della definizione “in proporzione alla popolazione” si sostituisca la formula “40% delle risorse allocabili”, senza dare indicazioni su come queste possano essere definite e quantificate.
A depositare l’interrogazione il 23 marzo 2025, sono i deputati Ubaldo Pagano, primo firmatario, Marco Lacarra, Claudio Stefanazzi, Toni Ricciardi e Piero De Luca, oltre al responsabile delle politiche per il Mezzogiorno dei Dem Marco Sarracino.
Si legge nella interrogazione:
Al Ministro per il Sud. Per sapere – premesso che:
il decreto-legge 29 dicembre 2016, n. 243 ha disposto interventi urgenti per la coesione sociale e territoriale, con particolare riferimento a situazioni critiche in alcune aree del Mezzogiorno;
l’Art. 7-bis, comma 2, così come modificato dall’articolo 11, comma 5, del decreto-legge n. 60 del 2024, dispone che “al fine di ridurre i divari territoriali, il riparto delle risorse dei programmi di spesa in conto capitale finalizzati alla crescita o al sostegno degli investimenti da assegnare sull’intero territorio nazionale, che non abbia criteri o indicatori di attribuzione già individuati alla data di entrata in vigore della presente disposizione, deve essere disposto anche in conformità all’obiettivo di destinare agli interventi nel territorio delle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna un volume complessivo di risorse non inferiore al 40 per cento delle risorse allocabili”;
nel corso degli anni, la cosiddetta “clausola” volta a destinare una quota vincolata (prima il 34%, successivamente elevata al 40%) di investimenti in favore del Mezzogiorno ha trovato di rado applicazione;
la coesione territoriale è uno degli obiettivi identificati dal regolamento europeo che istituisce il Dispositivo per la ripresa e resilienza e il rispetto di questo obiettivo è particolarmente importante in Italia poiché consente di mettere la riduzione dei divari territoriali tra Nord e Sud del Paese al centro delle politiche di rilancio;
il comma 3 del richiamato art. 7-bis, inoltre, prescrive al Ministro per il Sud e la coesione territoriale la presentazione alle Camere, con cadenza annuale, di una relazione sul rispetto della clausola del 40%, con l’indicazione delle idonee misure correttive eventualmente necessarie;
l’ultima relazione presentata risulta datata, relativa quasi esclusivamente agli investimenti effettuati nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e aggiornata alla data del 31 dicembre 2022. –
se e quando, in ossequio alla normativa richiamata, intenda presentare una nuova relazione sull’attuazione della clausola del 40% di investimenti al Mezzogiorno e un rendiconto delle spese in conto capitale poste in essere dalle amministrazioni centrali nel 2023 e nel 2024;
quali iniziative e misure intenda adottare per incrementare gli investimenti nelle Regioni meridionali qualora le verifiche relative all’osservanza della suddetta clausola dovessero far emergere nuovamente un quadro di spesa insufficiente rispetto agli obiettivi previsti.
La precedente interrogazione
Nel novembre 2024 era stata presentata un’altra interrogazione sulla mancata attuazione della norma anche da alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle, con primo firmatario Alessandro Caramiello. Il ministro per il Sud era Raffaele Fitto. In quella occasione nessuna risposta fu data e nessuna altra azione fu fatta. Precedentemente, nel dicembre 2020, erano stati alcuni altri deputati del M5S a rivolgere la stessa domanda al ministro del Sud di allora Provenzano. Anche in questo caso senza avere avuto alcuna risposta.