Neuralink: chip ‘Telepathy’ cambia vita a ragazzo tetraplegico

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Il 28 gennaio, Noland Arbaugh, diventato tetraplegico a causa di un incidente, ha ricevuto un intervento pionieristico con l’impianto del chip “Telepathy” di Neuralink, segnando un primo caso mondiale.

Impianto pionieristico del chip “Telepathy” di Neuralink nel cervello umano

Il 28 gennaio, dopo un incidente subacqueo che lo ha reso tetraplegico, Noland Arbaugh, un giovane di 29 anni, ha subito un intervento rivoluzionario. Durante l’operazione, un team medico ha impiantato nel suo cervello il chip “Telepathy” di Neuralink, l’azienda che Elon Musk ha fondato. Questo rappresenta il primo e unico caso al mondo di tale intervento. Il chip è stato specificatamente progettato per assistere individui colpiti da lesioni al midollo spinale o affetti da malattie neurologiche. Dopo intensi sforzi e numerose sperimentazioni su animali, Neuralink ha finalmente ottenuto l’approvazione dalla FDA (Food and Drug Administration) statunitense per avviare test sull’uomo.

Secondo quanto riferito dallo stesso Arbaugh, l’operazione è stata sorprendentemente semplice, tanto che è stato dimesso il giorno successivo. L’impianto cerebrale gli permette di controllare con il pensiero qualsivoglia dispositivo elettronico. Il nome “Telepathy” non è stato scelto casualmente; simboleggia infatti la possibilità che la telepatia possa diventare realtà. È importante sottolineare, tuttavia, che non si tratta di fenomeni paranormali, ma di meccanismi scientifici ben definiti che creano un vero e proprio collegamento tra il cervello umano e le macchine, in questo caso, il computer.

Tecnologia rivoluzionaria: Il cambiamento di Noland con il chip Neuralink

In un recente video diffuso sui social, un ingegnere di Neuralink ha documentato i progressi di Noland, illustrando come questa avanguardia tecnologica abbia semplificato notevolmente la sua vita. Il filmato evidenzia in particolare la capacità di Noland di giocare a scacchi sul suo laptop, dirigendo il cursore semplicemente con il pensiero e senza l’ausilio del mouse. Questo dispositivo innovativo, delle dimensioni di una moneta da 50 centesimi, integra oltre mille elettrodi e 64 filamenti ultrafini destinati a catturare l’attività elettrica di numerosi neuroni cerebrali. I segnali elettrici raccolti e decifrati permettono di impartire comandi diretti a dispositivi digitali, mirando a offrire a individui paralizzati la possibilità di controllarli unicamente tramite la mente. Noland condivide come il chip gli abbia aperto le porte all’apprendimento di lingue straniere, come il giapponese e il francese, e abilitato a svolgere multiple attività simultaneamente, dimostrando l’impattante portata di questa tecnologia nel migliorare concretamente la qualità della vita.

Oltre il chip ‘Telepathy

Neuralink, tuttavia, non si ferma a questo primo esperimento e mira a progetti ancor più ambiziosi, tra cui la ricerca di soluzioni per patologie legate alla vista, con l’obiettivo ultimo di poterla ripristinare. La visione dell’azienda è quella di sfruttare i segnali cerebrali o parti del sistema nervoso per attivare dispositivi esterni. Questo “collegamento” potrebbe rivelarsi cruciale non solo per il controllo di protesi ma anche per superare le barriere imposte da lesioni midollari. Infatti, impiantando chip nella corteccia motoria di pazienti con lesioni al midollo spinale, si potrebbe trasmettere il segnale cerebrale al midollo sano, bypassando così la lesione neurologica. Questo approccio ha il potenziale di restituire ai pazienti una significativa porzione delle funzionalità perdute, apportando una trasformazione radicale nella qualità della loro vita.

I dubbi sui progressi di Neuralink: Tra speranza e precauzioni bioetiche

Kip Ludwig, che ha ricoperto il ruolo di direttore del programma di ingegneria neurale presso il National Institutes of Health negli Stati Uniti, ha manifestato cautela nei confronti dei progressi presentati da Neuralink, evidenziando che questi non rappresentano una “svolta decisiva”. Ludwig evidenzia che il percorso da seguire è ancora lungo: “Ci troviamo ancora nelle fasi iniziali dopo l’impianto, e vi è molto da apprendere sia per Neuralink sia per il soggetto sperimentale”. Nonostante ciò, Ludwig riconosce come positivo lo sviluppo che consente ai pazienti di interagire con i computer in modo completamente innovativo, definendolo un “ottimo punto di partenza”.

A mesi di distanza dall’intervento, non emergono rischi di “infiammazioni croniche” per Noland, tuttavia, è essenziale continuare il monitoraggio per eventuali complicazioni, data la novità assoluta del chip sotto ogni aspetto. Preoccupazioni emergono non solo per la salute del singolo paziente ma per potenziali rischi a livello sociale: l’innovativa tecnologia potrebbe, infatti, avere effetti indesiderati, come l’introduzione involontaria di stati emotivi alterati o allucinazioni nel cervello umano. Pertanto, l’importanza della bioetica diventa fondamentale per garantire la sicurezza di tecnologie avanzate quali quelle sviluppate da Neuralink. Il futuro richiederà, dunque, un impegno costante nella protezione della mente umana, dell’integrità individuale e del nostro bene più prezioso: il cervello.

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