Codice della Crisi: nuove procedure per la cancellazione dei debiti

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Codice della Crisi

Col nuovo Codice della Crisi si dice addio alla nozione di fallimento. Ecco le novità e le nuove procedure per cancellare i debiti.

di Francesco Donzelli

Dopo un lungo iter, lo scorso luglio è finalmente entrato in vigore il nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. Dai segnali d’allarme per la rilevazione della crisi aziendale all’abbattimento dei debiti per i consumatori.

Lo scorso 15 luglio 2022 è definitivamente entrato in vigore il nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. Il Codice è frutto di un lungo percorso, iniziato con la Legge Delega 155/2017 e culminato con l’emanazione del Decreto Legislativo 83/2022, che ha recepito i contenuti della Direttiva (UE) 2019/1023 (c.d. Direttiva Insolvency).

Non bisogna, però, cadere in errore. Infatti, questo nuovo Codice non si rivolge soltanto agli imprenditori, ma accorpa le disposizioni già previste dalla Legge 3/2012 concernenti il sovraindebitamento dei consumatori, cioè i semplici cittadini.

Codice della crisi, cos’è?

È un codice (come quello penale e civile) composto da 391 articoli e riforma completamente la disciplina delle procedure concorsuali e dell’insolvenza. Il nuovo Codice della Crisi, infatti, prende il posto della Legge Fallimentare (regio decreto 16 marzo 1942, n. 267) e della Legge sulla composizione della crisi da sovraindebitamento (Legge n. 3/2012). Il nuovo Codice trova applicazione per tutte le procedure successive alla sua entrata in vigore, mentre per quelle già pendenti resterà applicabile la normativa previgente.

Le novità per gli imprenditori

Le novità per il mondo delle imprese sono tante. A partire dalla scelta di abbandonare la nozione di fallimento sostituita da quella di “liquidazione giudiziale”. Scompare così, definitivamente, il discredito personale e morale dell’imprenditore insolvente.   

Molto importante è la definizione di crisi intesa come:

“lo stato di difficolta economico-finanziaria che rende probabile l’insolvenza dell’imprenditore”, ed è vista come momento di temporanea difficoltà e non irreversibile.

Qui è possibile comprendere la volontà del legislatore e la portata profondamente innovativa del testo. La crisi non è qualcosa che c’è, ma qualcosa che potrebbe accadere. Un rischio futuro che compromette la tenuta dell’azienda, addirittura la sua stessa esistenza. 

La probabilità dell’insolvenza significa che sull’imprenditore grava l’onere di un attento monitoraggio della propria attività imprenditoriale, per prevenire la crisi aziendale e favorire una rapida risoluzione. All’imprenditore spetta il compito di tenere gli occhi bene aperti e di intercettare i segnali di crisi che, se presi in tempo, possono scongiurare la fine dell’azienda stessa, ricorrendo alla composizione negoziata della crisi.

Per intercettare tempestivamente il probabile verificarsi dell’insolvenza, e dunque del manifestarsi della crisi, l’articolo 3 del nuovo Codice della Crisi individua specifici segnali di allarme come i ritardi sui pagamenti o le passività verso i fornitori.

Le novità per i cittadini

Come anticipato, il nuovo Codice della Crisi non si applica soltanto a chi fa impresa. Al suo interno troviamo anche norme a sostegno dei cittadini – in quanto consumatori – per liberarsi definitivamente dei loro debiti. Infatti, nel nuovo Codice è confluita la Legge 3/2012, anche nota come legge salva-suicidi.

Legge 3/2012

Questa legge nasce per affrontare lo stato di sovraindebitamento dei cittadini, definito come:

“la situazione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte e il patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte, che determina la rilevante difficoltà di adempiere le proprie obbligazioni, ovvero la definitiva incapacità di adempierle regolarmente”.

In parole semplici, il sovraindebitamento è la condizione di crisi o insolvenza in cui si trova chi non riesce a fronteggiare i propri debiti con banche, società finanziarie, pubbliche amministrazioni, fornitori e privati.

Se già con la Legge 3/2012 molto cittadini hanno potuto superare condizioni di grave indebitamento, il nuovo Codice della crisi offre uno strumento ancora più importante. Infatti, accanto alle tre procedure già esistenti (sebbene con una definizione diversa) troviamo la novità della esdebitazione del debitore incapiente, figura non contemplata nella precedente normativa.

Esdebitazione del debitore incapiente.

L’esdebitazione permette al debitore di risolvere definitivamente la situazione debitoria in base alle sue reali possibilità, restituendogli una vita dignitosa. La norma, dunque, riesce nel difficile compito di realizzare un giusto compromesso tra il creditore – che così recupera parzialmente le somme erogate – e il debitore – che ha la possibilità di sanare i suoi debiti. Eventuali debiti residui vengono cancellati.

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