Autonomia Differenziata: dopo il 13 giugno, si ritorna in piazza il 18

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Non si placa la protesta e si consolida l’opposizione. Dopo la (S)veglia del 13 giugno a Montecitorio, si ritorna in piazza il 18.

E giunge l’appello congiunto delle opposizioni, Pd, M5s, Avs e Più Europa: «Dopo le aggressioni fisiche della maggioranza in Parlamento non possiamo accettare che anche il Paese sia ostaggio di questo clima di intimidazioni continue. Il Governo Meloni sta forzando la mano e prova a minare le basi democratiche della nostra Costituzione, procedendo a colpi di maggioranza verso l’approvazione dello Spacca-Italia e del premierato. Non permetteremo che vengano compromesse l’unità e la coesione nazionale. Per questo invitiamo la cittadinanza, le forze politiche e sociali, quelle civiche e democratiche di questo Paese ad unirsi alla nostra mobilitazione. Ci vediamo a Roma alle ore 17:30 di martedì 18 giugno, in piazza SS. Apostoli».

Nel frattempo si commenta la giornata di (S)veglia laica per la Repubblica, organizzata dal “Tavolo Tecnico contro l’Autonomia Differenziata” e dal “Comitato Nazionale per il ritiro di qualunque autonomia”

«In Piazza Montecitorio, alle ore 17 del 13 giugno, si è tenuta la (S) Veglia laica per la Repubblica, organizzata dai Comitati contro ogni autonomia differenziata e dal Tavolo No Ad.

Un presidio partecipatissimo, fatto di musica, canti, letture in coro di articoli della Costituzione, brani tratti dai discorsi dei padri e delle madri costituenti che composero quel capolavoro di equilibrio di democrazia e giustizia sociale che è la nostra Carta del ’48, e con la visualizzazione geografica – attraverso sagome disposte a terra – della Repubblica italiana prima unita e poi disunita, qualora Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna dovessero attuare la loro secessione. Il tutto è stato intervallato da numerosi interventi di parlamentari dei partiti dell’opposizione AVS, M5S e PD, nonché di grandi soggetti organizzati, come Anpi e Cgil, Cdc, Forum diritto alla salute e Medicina Democratica, i cui esponenti si sono alternati agli studenti di OSA-Cambiare rotta, Rete degli Studenti Medi, Rete della Conoscenza, per testimoniare la comune volontà di contrastare il ddl Calderoli. Sono intervenuti, inoltre, rappresentanti di Rifondazione Comunista, Potere al Popolo, Pci, dei sindacati COBAS, SGB, USB, e USI.

Se la Camera approverà il ddl Calderoli, ciò rappresenterà un tipico esempio di democrazia maggioritaria, dato che una maggioranza parlamentare – peraltro minoranza nel paese – varerà una legge lesiva di principi e diritti costituzionali (articoli 2, 3,5,117 della Carta), che sono sottratti alla sfera delle decisioni delle maggioranze politiche tenute invece a rispettarli. Per questo riteniamo necessario che intervengano o siano attivati gli organi di garanzia costituzionale e giurisdizionali: Presidente della Repubblica, Corte Costituzionale, giudici amministrativi e ordinari. A queste iniziative di carattere giuridico e istituzionale parteciperemo affiancando come sempre quelle di carattere sociale, rilanciando la lotta contro la privatizzazione e liberalizzazione dei servizi pubblici. Un importante risultato politico di questi ultimi mesi di mobilitazione è inoltre che costituzionalisti e forze politiche dell’opposizione si sono pronunciati sulla cancellazione della deforma del Titolo V, da riformulare sopprimendo il comma 3 dell’articolo 116, quello dell’autonomia differenziata. In tanti vogliono distruggere la Costituzione: al Senato lo hanno fatto a gennaio, approvando il testo del ddl Calderoli, senatori e senatrici – 110 in tutto – provenienti per lo più dai partiti della maggioranza, che hanno tradito, in particolare al Sud, i propri elettori e le proprie elettrici, e i cui nomi sono stati scanditi dalla piazza, uno per uno; si sta parlando prioritariamente di Fratelli d’Italia, che – dal “dio, patria e famiglia” – è diventato fervente sostenitore della “secessione dei ricchi”, l’autonomia differenziata, quella che metterà in ginocchio definitivamente il Sud del Paese, inchiodandolo al proprio destino di maggiore povertà e arretratezza rispetto al Nord. Tra qualche giorno alla Camera si ripeterà la stessa musica; con l’aggravante che le immagini che sono state trasmesse dal luogo della rappresentanza solo 24 ore prima del nostro presidio ci dicono che il tricolore e l’inno (tradizionalmente idoli del Partito di maggioranza, Fratelli d’Italia, quello del patto scellerato con la Lega, tu dai l’autonomia differenziata a me, io il premierato a te) diventano concretizzazione della colpevole incoerenza di quanti stanno svendendo l’Italia. Porgere la bandiera al ministro onnipresente, ma sempre silente Calderoli, quello del sedicente Porcellum, quello che ha sentito ma non ascoltato i fiumi di critiche che sono pervenute in sede di audizione parlamentare, sia al Senato che alla Camera al suo ddl, corrisponde oggi ad una provocazione che scatena l’aggressione. Infine, i quasi 6 anni di formazione/informazione/mobilitazione svolte dai Comitati per il Ritiro di ogni Autonomia Differenziata sono serviti a qualcosa. La chiarezza delle nostre parole, inequivocabilmente tratte dalla Carta del ’48 che stanno cercando di distruggere, lo studio, il coraggio, la costanza, la convinzione e, dopo la (S)Veglia laica per la Repubblica, la nostra creatività, hanno una qualche connessione anche con la postura che l’opposizione ha assunto in aula e con la visibilità che il tema sta assumendo. La nostra mobilitazione continua e per questo saremo con le forze di opposizione parlamentare in piazza il 18 giugno, accogliendo con soddisfazione la convergenza sui temi della nota congiunta: “Il Governo Meloni sta forzando la mano e prova a minare le basi democratiche della nostra Costituzione, procedendo a colpi di maggioranza verso l’approvazione dello Spacca-Italia e del premierato”».

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