Motivi per cui i grandi giornali screditano il ponte sullo Stretto di Messina

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Come molti hanno notato, in molti occasioni, anche in questo giornale, l’opera infrastrutturale più importante per l’inserimento della Sicilia, e così del Mezzogiorno d’Italia, nell’ Europa, in corso di attuazione è evidentemente il ponte sullo stretto di Messina e Reggio Calabria: opera di collegamento tra le decine di miliardi che si stanno spendendo dall’una e dall’altra parte dello stretto per lo sviluppo stradale e ferroviario, riconosciuta dall’Europa come momento rilevante del corridoio europeo che più apre il Sud al Nord e viceversa (Ok finale dell’Ue ai corridoi Ten-T: c’è il Ponte sullo Stretto che ora può accedere ai fondi europei https://www.lasicilia.it/economia/ok-finale-dellue-ai-corridoi-ten-t-ce-il-ponte-sullo-stretto-che-ora-puo-accedere-ai-fondi-europei-2172313/). Esso sarà il mezzo di una riduzione fortissima, se non della cancellazione, di quella insularità che secondo i calcoli della Regione Sicilia e della università di Catania crea un danno alla regione stessa e alla popolazione di questa dell’ordine di oltre sei miliardi all’anno e certamente determinerà un forte rilancio anche della Regione Calabria, dell’intero Sud, dal momento che consentirà il collegamento delle merci e dei porti siciliani e quelli con essi interconnessi – incluso il porto e il retroporto di Gioia Tauro, che è port gateway, gode di un varco portuale con connessione ferroviaria, con due terminal e tre aste ferroviarie separate – ponendoli in rete col resto d’Europa mediante l’alta capacità. La mancanza di questa finora impedisce invece una connessione economicamente e temporalmente valida, e rende molto meno fattibile e utile quello HUB Mediterraneo globale che sarà strumento di uno sviluppo eccezionale del nostro paese[i].

Nonostante tutto ciò sia di per sé evidente e ormai ribadito in molti luoghi, nonostante ponti sospesi siano stati costruiti a partire dal 1802 e l’opera sia stata oggetto di studio e prove da decenni, sia l’opera più studiata per più tempo prima della esecuzione della storia, di tutto il mondo, nonostante la realizzazione sia già decisa e resa oggetto di norma e finanziamenti, di essa si sta discutendo ancora oggi in modo polemico, spesso non veritiero.

Alcuni segretari di partito, parlamentari e rappresentanti di sezioni degli stessi partiti continuano a opporsi all’esecuzione di quest’opera anche diffondendo tesi del tutto inesatte, dati e fatti non veri o solo parzialmente veri e diversivi, o non rilevanti, spesso per concludere che per Gioia Tauro e tutto il comprensorio che del porto e del suo indotto vive il Ponte sarebbe una condanna, anziché una grande opportunità, come è. E in questo trovano un eco nei media del mainstream che diviene più ampio quanto meno vere sono i fatti narrati

Così, ad esempio, il 18 scorso sulla Repubblica si è affermato che nel 2023 avrebbero attraversato lo Stretto di Messina quindici portacontainer di altezza superiore ai sessantacinque metri, senza nominare quali navi fossero, da dove arrivassero e dove sarebbero andate, quando. Al contrario, da ricerche aggiornate alla data odierna sembra non esistano, e comunque non vi siano nel Mediterraneo, portacontainer di altezza superiore ai sessantacinque metri dal galleggiamento, certo nessuna superiore al massimo dei 68 metri di luce consentiti dal ponte di Suez, sotto il quale passano, e così ai 72 (o 74) m. di luce massima del Ponte dello Stretto.

Come accennato, quel giornale afferma che il Ponte ostacolerebbe il porto di Gioia Tauro al punto tale da non renderlo più utile, nel presupposto che Più della metà delle grandi imbarcazioni in costruzione ha un’altezza non compatibile con il Ponte, ma di certo già potrebbe far rotta su Gioia Tauro, che è scalo attrezzato per accogliere navi di oltre 77 metri. Anzi, proprio di recente sono state acquistate e messe in attività diverse gru in grado di spostare container anche dalle navi più alte. Inutili, se davvero la maxiopera voluta dal ministro Matteo Salvini dovesse essere costruita. E per Gioia Tauro e tutto il comprensorio che del porto e del suo indotto vive, sarebbe una condanna.

Ciò quando, se esistessero queste grandi porta container [Ultra Large Container Vessel] addirittura più alte di 65 m dalla linea di galleggiamento, per circumnavigare l’isola ad “una velocità, normale per una grande nave, di circa 20 nodi (37 kmh), si aumenterebbe la navigazione al massimo di circa 15 ORE (in realtà un poco meno, anche perché così non si dovrebbe subire la perdita di tempo e procedere alla minore velocità per rispettare le regole dello Stretto); ciò, se lo facesse una ULCV  in viaggio da Shanghai a Gioia Tauro, percorso il cui tempo di navigazione (Transit Time) attuale minimo è indicato in27 GIORNI(DB Schenker), il massimo in 41 GIORNI (MSC), l’aumento, inferiore ad un giorno, sarebbe meno del 3 % della durata media della navigazione [in realtà, se calcolato in ore, dell’1%]. La differenza sarebbe quindi così limitata che chi sostiene di difendere l’ambiente dovrebbe semmai promuovere comunque questa scelta, così da diminuire i rischi e i danni, anche ambientali, che la navigazione di questi colossi comporta in ambiti per loro pericolosamente limitati”, pieni di traffico e con le correnti più forti del Mediterraneo[ii]. E comunque non sarebbe certo motivo di scelta della destinazione, men che mai di abbandonare come destinazione un porto ben posizionato e ora ben organizzato come Gioia Tauro.

Ma se questo è vero, come è, perché tanti giornali, soprattutto i grandi del Nord, continuano una battaglia spesso scorretta, con affermazioni non vere, contro il Ponte? È una domanda che bisognerebbe porre loro, e una rispost che essi dovrebbero dare, perché senza una loro spiegazione viene da pensare che questi siano comportamenti non corretti rispetto ai loro stessi lettori, ma soprattutto ostili rispetto alla Sicilia e al Mezzogiorno in genere, oltre che al governo e a quel Salvini, che, essendo ora ministro delle infrastrutture per la realizzazione di esso si sta molto battendo, al punto che gli stessi giornali lo definiscono “il ponte di Salvini”. Cosa che chi scrive ritiene che gli italiani tutti, a partire proprio dai siciliani, dovrebbero invece apprezzare.


[i] Ugo Mastelloni, Il Ponte sullo Stretto, grande opportunità per il porto di Gioia Tauro e il sistema portuale del Sud, in Centro sud 24, 20 Maggio 2024; idem, Il ponte sullo stretto è una necessità, ora in pubblicazione in Galileo)

[ii] V. i citati Il Ponte sullo Stretto, grande opportunità per il porto di Gioia Tauro e il sistema portuale del Sud e Il ponte sullo stretto è una necessità.

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