Ippoterapia: di cosa si tratta ed i benefici

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Ippoterapia

L’ippoterapia è conosciuta anche come equiterapia. E’ una forma di terapia che utilizza il cavallo come strumento di riabilitazione o di trattamento per diverse condizioni fisiche, mentali o emotive.

Ippoterapia: di cosa si tratta ed i benefici

L’ippoterapia, anche conosciuta come equiterapia, è una forma di terapia che utilizza il cavallo come strumento di riabilitazione o di trattamento per diverse condizioni fisiche, mentali o emotive. Ci sono diverse discipline che rientrano nell’ippoterapia. Tra queste l’ippoterapia per la riabilitazione che è utilizzata per aiutare le persone con disabilità fisiche. Questo strumento serve a migliorare la loro mobilità, la loro forza e la loro coordinazione.

C’è poi l’ippoterapia per il benessere mentale: utilizzata per aiutare le persone a gestire lo stress, l’ansia e la depressione. Per il benessere emotivo: utilizzata per aiutare le persone a superare traumi o difficoltà emotive.

I benefici dell’ippoterapia sono numerosi e variano a seconda dell’individuo e della condizione che si sta trattando. In generale, l’ippoterapia può aiutare a migliorare la forza, la coordinazione, la mobilità, la postura, la flessibilità e la resistenza. Inoltre, può anche aiutare a ridurre lo stress, l’ansia e la depressione, aumentare l’autostima e la fiducia in sé stessi, e migliorare le abilità sociali e comunicative.

Ippoterapia
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L’ippoterapia come strumento di riabilitazione fisica e mentale

L’ippoterapia può essere utilizzata con successo con una vasta gamma di individui, tra cui persone con disabilità fisiche o mentali, anziani, bambini e adolescenti. In particolare aiuta le persone che hanno subito un trauma o che stanno affrontando difficoltà emotive.

Tuttavia, è importante notare che l’ippoterapia non è adeguata per tutti e che è necessario consultare un professionista qualificato per determinare se è adeguata per le proprie esigenze. L’ippoterapia è l’insieme delle tecniche mediche che utilizzano il cavallo per migliorare lo stato di salute dell’uomo.

Quando si cavalca, si entra nell’immediato in relazione con l’animale. Il rapporto speciale che si instaura tra l’uomo e il cavallo – noto per la sua sensibilità – consente di alleviare sintomi presenti in varie patologie. Considerata molto utile per alleviare autismo, iperattività, disabilità, sclerosi multipla, ictus, disturbi dello sviluppo e disturbi del linguaggio.

I benefici che ne derivano sono proprio l’oggetto di studio dell’ippoterapia. Essa è una disciplina che affonda le sue origini nell’antichità ed oggi molto diffusa.

Le origini dell’ippoteraia: da Ippocrate ad oggi

I benefici riconducibili all’ippoterapia erano già noti alla medicina greca a partire da Ippocrate. fu infatti il primo a menzionare l’impiego degli equini per uso terapeutico. Già allora si era scoperto come cavalcare fosse un ottimo rimedio per sconfiggere ansia e insonnia. L’interesse verso questa terapia è ripreso poi durante il Rinascimento, epoca in cui si iniziano a utilizzare i cavalli come mezzi di cura. È nel XVII secolo che questa disciplina rientra tra i consigli destinati ad alleviare i sintomi della tubercolosi e delle coliche biliari.

Nel secolo successivo, il medico personale di Maria Teresa d’Austria, appartenente alla prima Scuola di medicina di Vienna, ha approfondito gli aspetti positivi di questa pratica su ipocondriaci e persone con problemi psichiatrici. A partire dal 1800 vengono riconosciuti i suoi effetti benefici sulla colonna vertebrale: il cavallo trasmette impulsi ritmici anche al bacino e alle gambe del cavaliere, fornendo stimoli in grado di regolare il tono muscolare.
A partire dagli anni ’60 del secolo scorso, i francesi hanno poi compreso quanto la relazione tra uomo e cavallo possa influire sul recupero del disabile, sia in termini fisici che psichici.

In Italia un fenomeno recente: dal 1975 una terapia d’eccellenza

In Italia i primi interessi verso la terapia assistita con il cavallo risalgono alla seconda metà del Settecento, quando Giuseppe Benvenuti, medico lucchese, ha scritto le “Riflessioni sopra gli effetti del moto a cavallo” in cui sostiene l’efficacia terapeutica dell’equitazione.

Nel nostro Paese, l’ippoterapia arriva a una svolta solo in tempi più recenti, nel 1975, grazie a Danièle Nicolas-Citterio, medico e psicologa belga che ha fornito un notevole impulso alla sua diffusione e al corretto uso del cavallo in medicina, anche attraverso l’Associazione Nazionale Italiana per la Riabilitazione Equestre (ANIRE).
Nicolas-Citterio ha dato vita alla riabilitazione equestre come forma di terapia per ottenere effetti positivi nell’ambito neuromotorio e nello sviluppo delle abilità relazionali dei disabili, toccando temi importanti come l’autostima, favorita dalla relazione tra uomo e animale.

I benefici dell’ippoterapia

Gli effetti positivi dell’ippoterapia sono molteplici. Innanzitutto gioca un ruolo fondamentale il dondolio in sella. Esso infatti ricorda le sensazioni piacevoli del grembo materno e della prima infanzia quando il neonato è cullato.

I cavalli sono capaci di trasmettere e suscitare emozioni. Possiedono infatti una forte predisposizione sociale: chiunque abbia preso le redini in mano conosce la spiccata reattività del cavallo agli stimoli.

Cavalcare implica una sintonia con un’altra creatura, tale da facilitare l’attività di grooming. Ciò significa prendersi cura dell’equino anche attraverso la pulizia e la cura del suo mantello. I gesti di cura verso il cavallo non solo facilitano lo sviluppo delle competenze relazionali, ma aumentano i risultati motori ottenuti in sella.

Ippoterapia: un aiuto per diverse patologie

Il cavallo è utilizzato per disturbi che riguardano sia i bambini sia gli adulti. In primis la riabilitazione equestre è utilizzata nella neuropsichiatria infantile per patologie come la sindrome di Asperger, la sindrome di Down o in caso di disordini che provocano deficit motorio. Negli adulti invece apporta effetti positivi in pazienti affetti dal morbo di Parkinson, da SLA, morbo di Alzheimer o schizofrenia.

Per quanto riguarda la pratica, l’ippoterapia deve essere esercitata da un’equipe altamente specializzata. L’individuo affronta un programma creato ad hoc da professionisti qualificati non solo ai fini terapeutici, ma anche per valorizzare le sue potenzialità a 360.

In Italia, non esiste una legge specifica sulla ippoterapia. Tuttavia, l’utilizzo dei cavalli per scopi terapeutici è regolamentato dalla Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone con disabilità (Legge n. 104 del 1992). Secondo questa legge, le attività di ippoterapia possono essere svolte solo da personale qualificato e in strutture autorizzate dalle autorità competenti.

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