Ballottaggi: vincono i progressisti. Sconfitta la destra

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Immagine di Freepik

Domenica e lunedì, si è svolto il turno di ballottaggio nelle elezioni amministrative che ha coinvolto 105 comuni.

Si è votato in quattordici comuni capoluoghi: le sfide principali a Firenze, Perugia e Bari.

Prevale il centrosinistra. I casi di Firenze, Bari e Perugia

Il dato è inequivocabile. Vince nettamente il centrosinistra, mentre la coalizione di destra esce fortemente ridimensionata.

Dal Nord al Sud, in maniera quasi omogenea, risultano eletti i sindaci della coalizione progressista e democratica, mentre ricevono sonore batoste i candidati espressione della compagine di governo, tranne rare eccezioni come nella città di Lecce.

Il risultato dei ballottaggi conferma il trend che si era evidenziato già nel primo turno e nelle contestuali elezioni europee. Proprio nelle elezioni per il rinnovo del parlamento europeo, il partito della presidente del consiglio rimane in testa nelle preferenze degli elettori ma riduce il numero dei consensi, non riuscendo a sfondare il muro del 30% dei consensi.

Nello stesso tempo si riduce la distanza con il Pd guidato da Elly Schlein che dimostra grande vitalità: si è passati da dieci punti di differenza a soli quattro punti percentuali. Guardando al dato dei comuni si conferma il radicamento nei territori del centrosinistra, quasi in ogni comune il partito democratico è la forza più votata e la capacità di innovare è evidenziata dalla scelta delle candidature. Tra queste va menzionata la storica elezione di Sara Funaro a Firenze, prima donna a ricoprire la carica di sindaco del capoluogo toscano.

A Bari è eletto sindaco Vito Leccese che è riuscito a far passare un messaggio di continuità e di innovazione, nonostante i diversi tentativi subiti tesi a spaccare la coalizione, come è avvenuto durante la travagliata fase delle primarie e la successiva doppia candidatura della coalizione al primo turno.

Ottimo il risultato di Perugia, con l’elezione di Vittoria Ferdinandi che è riuscita a impostare la campagna elettorale in una chiave di rinnovamento sul piano dei contenuti e dell’immagine, nonché nei termini dell’unità del campo largo delle forze di opposizione.

 Salvaguardare il ballottaggio

In un quadro di generale disaffezione dalle urne, con l’astensionismo che tocca livelli record, i cittadini premiano i tentativi di unità delle coalizioni e la chiarezza delle posizioni programmatiche, punendo quelle forze politiche che, nel campo del centrosinistra, si muovono sul terreno della divisione.

Alla luce dei risultati, sul versante della destra molte candidature si sono rivelate deboli, manca un forte radicamento sui territori e non è bastato il traino elettorale nazionale di Giorgia Meloni.

Dunque, nel campo del centrodestra è necessario un bagno d’umiltà che sino ad ora non c’è stato, anche nella ridefinizione dei rapporti tra gli alleati. Si pensi al caos in casa della Lega nella disfida che vede contrapposta l’anima nazionalista- sovranista e l’anima autonomista, legata al vecchio sogno dell’indipendenza della Padania.

Inoltre, preoccupa l’intenzione da parte della maggioranza di governo di modificare il sistema elettorale per l’elezione dei sindaci nei comuni superiori a 15.000 abitanti, abolendo il ballottaggio tra i candidati che non hanno raggiunto il 50% dei voti validi. Infatti, il sistema elettorale dei comuni ha dato buona prova di sè, garantendo stabilità politica agli enti locali. L’idea di eliminare il doppio turno, solo perché questo sistema penalizza le forze di destra rappresenta il sintomo di una pericolosa torsione autoritaria che priva i cittadini di un potere di scelta più incisivo.

Un quadro politico sempre più bipolare

Il quadro politico risulta sempre più bipolarizzato, i cittadini chiedono alla politica chiarezza nelle scelte, nei programmi e una efficace selezione della classe dirigente. In altri termini, ci si aspetta risposte ai problemi concreti delle persone, capacità di ascolto e serietà nella proposta politica. Solo in questo modo si potrà invertire il trend di una generale disaffezione alla politica, vissuta come distante dalla realtà e non in grado di incidere in modo positivo nelle scelte amministrative di tutti i giorni.

contributo esterno

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