Euro2024 è stato un fallimento totale

0
202

La spedizione azzurra in terra tedesca è stata un autentico disastro. Il tempo delle scuse è finito già da un pezzo, adesso si ritorni a dare lustro alla nostra Nazionale.

Fallimento epocale

L’Italia è uscita in malo modo contro la Svizzera. Una sconfitta che, come già detto a caldo nel post-partita, è stato un seguito di quanto visto nelle altre 3 gare del torneo.

Ma volendo potremmo tranquillamente estendere il discorso sull’intera gestione Spalletti. Arrivato sulla panchina azzurra nemmeno un anno fa dopo le dimissioni a sorpresa di Roberto Mancini.

Che non ci voglia male il CT azzurro ma ci ha capito veramente ben poco in questi mesi sulla panchina azzurra.

La delusione per quanto visto durante questi 15 giorni è tantissima. E come la tradizione insegna, ad ogni fallimento della nostra nazionale si ritorna immediatamente a dispensare frasi qualunquiste di cui faremmo a meno ben volentieri.

Una delle più gettonate è “i bambini ormai non giocano più per strada”. Come se per partecipare ad un Mondiale o non farsi dominare dalla Svizzera siano necessari per forza calciatori del calibro di Totti, Del Piero, Maldini e Pirlo.

Sia ben chiaro a tutti: che in Italia ci siano dei problemi strutturali legati al settore giovanile è noto a tutti. E non è questo il contesto giusto per parlarne, anche perché per farlo servirebbero le competenze giuste.

Ma per eliminare la Svizzera, che è una buonissima squadra e in grande crescita negli ultimi anni, era più che sufficiente il materiale umano a disposizione.

Anche perché al CT azzurro non era stata chiesta la vittoria finale, ma semplicemente di accompagnare gli azzurri in questa fase di transizione (l’ennesima negli ultimi 10 anni) verso il prossimo Mondiale disputando un buon Europeo e soprattutto dando un’identità forte a questa squadra.

Spalletti, purtroppo, non ha eseguito né il primo né il secondo punto.

Perché se da un lato si può soprassedere sul primo punto, per quanto comunque grave esso sia, ciò che resta inaccettabile è la confusione tattica creata in questi mesi.

Cambiare continuamente il sistema di gioco e gli uomini è sintomo di debolezza. Quando si arriva ad una manifestazione cosi importante, avere le idee chiare su cosa fare è il punto principale da cui partire.

Ed invece nulla. Abbiamo assistito prima alla difesa a 4, poi a 3 e poi nuovamente a 4.

Per non sottovalutare anche la gestione degli uomini. Alcuni messi totalmente fuori ruolo, altri schierati ossessivamente in campo nonostante si avrebbe fatto un favore a loro stessi in primis nel metterli in panchina.

Perché per quanto Spalletti si possa fidare del suo Di Lorenzo le prestazioni hanno detto altro. E il CT azzurro piuttosto che far decadere una sua idea ha preferito far affondare la nave. E ciò non è ammissibile quando si è il CT di una nazionale. Soprattutto se quella nazionale è l’Italia

Ripartire è possibile ma soltanto con le idee giuste

La disamina sviluppata porta sul banco degli imputati Luciano Spalletti. Primo colpevole di questa disfatta.

Ma ciò non significa avallare le urla isteriche dei social che chiedono a gran voce il suo esonero. Addirittura sono emerse alcune indiscrezioni di Allegri possibile successore di Spalletti, ma la notizia è stata immediatamente smentita dal presidente Gravina che ha confermato sia se stesso e sia il tecnico di Certaldo al timone della nazionale.

Nelle dichiarazioni di Gravina abbiamo visto un po’ della nostra Italia: “Siamo tutti colpevoli ma nessuno si dimette”. D’altronde cosa c’è di più importante che tenersi bella stretta la poltrona? Esatto, proprio niente.

Ritornando però a parlare di Spalletti, resta comunque un validissimo allenatore dal curriculum di tutto rispetto. Dunque la fiducia va giustamente riconfermata, anche perché in giro non c’è granché libero e soprattutto pensare di cambiare Ct ogni 12 mesi è follia totale.

Ma il credito è terminato. Da settembre in poi, il buon Luciano dovrà togliersi l’abito da predicatore e iniziare a fare il CT a 360° gradi. Incanalandosi correttamente nel contesto e cercare di agire nel bene comune dando alla squadra un’identità chiara ma sempre secondo quelle che sono le caratteristiche dei nostri calciatori più forti.

Fatto il punto su Spalletti, tocca redarguire anche i ragazzi stessi che sono scesi sul terreno di gioco. Perché a chiacchiere si confermano sempre i migliori al mondo, però purtroppo il campo dice sempre ben altro.

Dunque prima ancora di sentirsi i nuovi Maldini, Pirlo e Totti che qualcuno si faccia un esame di coscienza e non si inalzasse a fenomeno generazionale dopo appena 3 goal fatti.

La speranza di tutti è che Euro2024 sia stato l’ultimo fallimento della nostra Nazionale.

Da oggi inizia ufficialmente il cammino verso il Mondiale che si giocherà nel 2026. Sempre che si riesca a parteciparvi dopo 2 assenze consecutive. Perché ormai siamo stati abituati a mettere in discussione anche ciò che prima sembrava essere scontato.

Contributo esterno.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui