Orbán e i Patrioti d’Europa: il nuovo gruppo di sovranisti in Europa

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Il premier ungherese Viktor Orbán ha annunciato la nascita di “Patrioti per l’Europa”, un nuovo gruppo europarlamentare di destra radicale e sovranista. L’annuncio è arrivato con la firma di un documento domenica 30 giugno, presentato come un “manifesto del sovranismo europeo”. Tra i primi firmatari, oltre Orbán, sono presenti anche l’ex ministro dell’Interno austriaco Herbert Kickl e l’ex primo ministro ceco Andrej Babis.

Il sogno di un Europa sovranista

Nei giorni scorsi, Viktor Orbán ha presieduto una conferenza stampa a Vienna, dove ha annunciato la nascita di un nuovo gruppo nel Parlamento europeo. “Patrioti per l’Europa” (PfE) sarà il nome e conta già, poche ore dopo l’annuncio, ventiquattro eurodeputati. Insieme al premier ungherese, c’erano anche Andrej Babis e Herbet Kickl, rispettivamente ex primo ministro della Repubblica Ceca e leader del partito populista Azione dei Cittadini Insoddisfatti (ANO) e il leader del Partito della Libertà Austriaco (FPÖ). «A breve diventerà la rappresentanza più forte della destra europea all’interno del Parlamento europeo»  ha dichiarato Orbán al termine dell’incontro.

Durante la conferenza stampa i leader sovranisti hanno condiviso un documento dove sono racchiuse  la maggior parte delle idee proprie del sovranismo europeo e i principali valori su cui si baserà il futuro gruppo europeo.

Tra gli obiettivi centrali del neo-gruppo c’è la “preservazione”  delle identità e delle tradizioni nazionali. Il gruppo tenterebbe dunque di rappresentare quel sentimento che va contro al “centralismo” di Bruxelles ed i “burocrati” che guidano l’Unione europea. Ci sono anche punti molto controversi, come la volontà di instaurare un dialogo con la Russia, in completa contraddizione rispetto la strategia politica che l’Unione europea ha perseguito negli ultimi due anni.

Come si crea un gruppo nel Parlamento europeo?

Secondo il regolamento del Parlamento europeo, per la costituzione di un nuovo gruppo quest’ultimo deve essere composto da almeno venticinque membri in rappresentanza in almeno sette stati membri.

Ad oggi, i Patrioti d’Europa contano tra le loro fila ventiquattro eurodeputati. Considerando che i termini per presentare ufficialmente i gruppi scadono il 4 luglio, di conseguenza i leader sovranisti sono alla frenetica ricerca di nuovi membri. Nella rosa dei candidati spiccano i due deputati di Chega, il partito di estrema destra portoghese, mentre è ancora incerto un ingresso di Marie Le Pen, impegnata in questi giorni dai ballottaggi di domenica 7 luglio. Dall’Italia, invece, Matteo Salvini si è dichiarato fin da subito favorevole alla nascita del gruppo e alla creazione di un’alternativa europeista.

Il “restyling” dei sovranisti europei e la contrapposizione a ECR

La creazione di un nuovo gruppo di sovranisti europei a Bruxelles si è presentato fin da subito come un tentativo di “restyling” dei precedenti gruppi dei sovranisti e di estrema destra, tra cui il gruppo di Identità e Democrazia (ID) di cui fanno tutt’ora parte Marie Le Pen e Matteo Salvini.

La scelta di dare vita a questo nuovo gruppo è stata la diretta conseguenza dell’esito delle elezioni europee di giugno, dove l’estrema destra ha ottenuto una grande vittoria in Francia e in Germania.

Tale risultato elettorale ha inoltre portato molti esponenti politici ad interrogarsi sulla propria permanenza al proprio gruppo di riferimento e se tale scelta fosse ad oggi giusta o sbagliata. A fine giugno, il ceco Andrej Babis ha abbandonato Renew, il gruppo dei liberalisti centristi, a causa differenti vedute. Lo stesso aveva fatto l’austriaco Kickl, che dopo il buon risultato alle elezioni voleva evitare di trascorrere un’altra legislatura relegato nel gruppo di ID, essendo stato escluso da qualsiasi trattativa.

Il tema della creazione di un nuovo gruppo nel Parlamento europeo è stato proposto più volte negli ultimi tempi, ma senza una concreta e manifesta intenzione di volerlo realizzarlo. Basti pensare che nelle scorse settimane Viktor Orbán aveva a lungo considerato l’idea di entrare nel Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR), lo stesso gruppo parlamentare di cui fanno parte gli eurodeputati di Giorgia Meloni. I negoziati tra i due si sarebbero arenati nel momento in cui la premier italiana avrebbe posto due condizioni: abbandonare le sue posizioni apertamente filorusse e ostili al sostegno europeo all’Ucraina. Su questo punto i negoziati si erano compromessi.

La  leader di Fratelli d’Italia teme che il nuovo gruppo guidato dall’alleato e amico ungherese possa portare esponenti indecisi del gruppo dei Conservatori e Riformisti europei verso il PfE.

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