1° ottobre: Giornata internazionale del caffè

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La Giornata internazionale del caffè è stata istituita nel 2015 dalla International Coffee Organization (ICO), un’organizzazione intergovernativa che promuove e regola l’industria del caffè a livello globale. L’obiettivo principale di questa giornata è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del caffè e sulle sfide che l’industria del caffè affronta. Scopriamo insieme proprietà e utilizzi della bevanda più famosa al mondo.

La leggenda del caffè

La leggenda narra della storia di Kaldi, un pastore etiope che, a quanto si tramanda, un giorno incappò insieme al suo gregge di capre in una pianta di caffè. Gli animali, affamati e incuriositi, iniziarono a mangiarne le bacche dimostrando da subito un’energia straordinaria. Sorpreso, Kaldi osservò, secondo la leggenda, le sue caprette anche nei giorni successivi e giunse alla conclusione che erano proprio quei chicchi scuri a togliere il sonno ai suoi animali. Allora provò a raccogliere i chicchi, abbrustolirli, macinarli e metterli in infusione per ottenere di fatto la prima tazza di caffè della storia. Una leggenda simile viene raccontata anche nello Yemen, elemento geografico che ci aiuta a capire come nell’Antichità esistessero dei contatti e degli scambi tra i due Paesi che si affacciano sul mar Rosso e sul golfo di Aden e che il caffè fosse al centro di essi. A poco a poco l’usanza di utilizzare le bacche di caffè come cibo energetico si diffuse sempre di più tra la gente del luogo. Dall’Etiopia l’uso del caffè si diffuse nelle zone limitrofe.

Diffusione del caffè in Europa

Il caffè divenne popolare in Europa solo a partire dal 17° secolo, grazie ai commercianti veneziani, i quali seguivano le rotte marittime che univano l’Oriente con Venezia e Napoli.

Non mancarono i problemi legati alla diffusione di questa bevanda, soprattutto di carattere religioso. Il caffè infatti, era considerato dai sacerdoti la “bevanda del diavolo” per via dei suoi effetti energizzanti ed eccitanti. Per questo motivo ne fu proposta la scomunica, facendo pressione affinchè Papa Clemente VIII ne vietasse l’uso. Il Papa a questo punto, prima di vietarne l’uso, decise di provare il caffè di persona rimanendo colpito positivamente. Decise infatti di non vietarne l’uso ma addirittura di battezzare il caffè come “bevanda cristiana”. Ormai caffè aveva conquistato il cuore e il palato di tutti, continuando ad essere bevuto privatamente nei salotti delle case. La storia del caffè è proseguita dunque nei salotti e nelle botteghe di Francia nel 1644, in Inghilterra nel 1652, negli Stati Uniti intorno al 1670, in Germania nel 1679.

Il caffè in Italia

Come dapprima sottolineato il caffè in Italia ha inizio in una data e un luogo preciso: nel 1570 a Venezia, quando il padovano Prospero Alpino ne portò alcuni sacchi dall’Oriente. Venezia divenne città del caffè a tutti gli effetti. All’inizio la bevanda veniva venduta in farmacia ma il costo alto del prodotto era per lo più attraente per i ceti più abbienti. Questo non fu un valido motivo per fermare il successo del caffè.

Per quanto riguarda la città che ad oggi è considerata patria del caffè, ovvero Napoli, Le prime testimonianze dell’uso della bevanda in città risalgono al 1614, quando il compositore, esploratore e musicologo Pietro Della Valle inviò notizie dalla Terra Santa al caro amico Mario Schipano riguardo una bevanda (chiamata kahve) che gli arabi musulmani preparavano in pentole calde. Alcuni ritengono invece che il caffè sia arrivato ancor prima, precisamente dalla sua Scuola Medica Salernitana, dove la pianta veniva utilizzata per le sue proprietà medicinali tra il XIV e il XV secolo.

La simbologia del caffè oggi

Oggi il caffè viene usato non solo come bevanda energizzante, ma si tratta di un vero e proprio simbolo di convivialità. Quante volte ci sentiamo dire: “andiamoci a prendere un caffè” o frasi simili? Dal primo sorso del mattino fino all’ultimo della sera, il caffè scandisce le giornate degli italiani come il thè per gli inglesi. Un’usanza ormai radicata da nord a sud. Che sia fatto in Moka o con le diverse macchinette in commercio oggi, il caffè rimane un momento da condividere con amici o colleghi, un’occasione per fare una pausa e chiacchierare.

Il caffè sospeso

A proposito di caffè, non si può non citare il rio del “caffè sospeso”. Si tratta di un simbolo della generosità partenopea. Le sue radici risalgono al XIX secolo nelle caffetterie napoletane. Durante quel periodo, le caffetterie erano luoghi di incontro, discussione e condivisione, dove la comunità si riuniva per condividere idee e storie. È in questo contesto che il concetto di “caffè sospeso” ha fatto la sua comparsa.

 I clienti abbienti che potevano permetterselo lasciavano pagato un caffè in più al banco, che poi sarebbe stato offerto a chiunque ne avesse bisogno, come un gesto di gentilezza verso coloro che non potevano permettersi un caffè. In questo modo si creava un legame di fiducia tra le persone, promuovendo la solidarietà e la condivisione.

contributo esterno

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