Maternità surrogata: il Senato approva il DDL sul reato universale

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Il 16 ottobre 2024, il Senato italiano ha approvato in via definitiva la proposta di legge di Fratelli d’Italia, con 84 voti favorevoli e 58 contrari, che stabilisce la maternità surrogata come “reato universale”. Questo implica che, anche qualora venga praticata all’estero, i cittadini italiani che ricorrono alla maternità surrogata possono essere perseguiti secondo la legge italiana. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta, quali sono le novità introdotte dalla legge e le principali argomentazioni del dibattito.

Definizione e regolamentazione della maternità surrogata

La maternità surrogata, nota anche in termini colloquiali come “utero in affitto,” è la pratica attraverso cui una donna porta a termine una gravidanza per conto di terzi. Questa può realizzarsi nella forma di “locazione d’utero,” in cui la donna gestante non utilizza il proprio materiale genetico, o può includere il suo materiale genetico, fecondato dal seme di un donatore o del partner della coppia committente. La legge italiana, dal 2004, vieta genericamente questa pratica, sanzionando penalmente chi la realizza, organizza o pubblicizza e riconoscendo il ruolo di madre legale alla donna che partorisce, escludendo quindi diritti alla madre committente. In altri paesi, invece, questa pratica può essere legale, a volte con forme di compenso, altre esclusivamente in modalità altruistica, senza scopo di lucro.

La posizione della Corte Costituzionale sulla maternità surrogata

La Corte Costituzionale italiana si è espressa sulla questione della fecondazione eterologa, un’altra pratica di procreazione medicalmente assistita, con la sentenza n. 162/2014. In questa pronuncia, la Corte ha dichiarato incostituzionale il divieto assoluto alla fecondazione eterologa, riconoscendo il diritto alla genitorialità e all’autodeterminazione. Tuttavia, la Corte ha mantenuto una posizione ferma sulla maternità surrogata, ritenendola contraria al principio di dignità del corpo femminile e ai diritti dei bambini.

Novità e implicazioni del nuovo DDL

Il DDL, firmato dalla deputata di FdI Carolina Varchi, introduce tre principali novità. Innanzitutto, estende il divieto alla maternità surrogata oltre i confini italiani. In questo modo, permette di perseguire chi pratica la maternità surrogata all’estero, anche in paesi dove è legale. La norma mira a contrastare il “turismo procreativo” delle coppie italiane. Introduce inoltre sanzioni severe per chi commissiona o facilita la pratica della maternità surrogata. Prevede pene detentive per committenti e intermediari, e multe fino a un milione di euro. Infine, la legge tutela i diritti dei minori nati all’estero da maternità surrogata. Cerca così di evitare discriminazioni e difficoltà di registrazione, mantenendo comunque il divieto generale.

Le opinioni contrapposte sulla legge

Il dibattito attorno alla maternità surrogata come reato universale ha suscitato forti reazioni. Da un lato, una parte della popolazione e dei rappresentanti politici, tra cui il senatore di Fratelli d’Italia Gianni Berrino, sostiene la legge, sottolineando il rispetto della dignità femminile e dei diritti dei bambini. Dall’altro lato, le opposizioni ritengono che la norma sia incostituzionale e “medioevale”, nonché discriminatoria, creando “bambini di serie A e di serie B,” secondo le parole di associazioni come Famiglie Arcobaleno e movimenti LGBT. La senatrice Elena Cattaneo ha definito il provvedimento un “manifesto ideologico” a scapito delle famiglie e dei bambini. Nonostante le critiche, la legge rappresenta un tentativo di sensibilizzare l’opinione pubblica verso una pratica che, come affermato dalla Corte Costituzionale, “offende la dignità della donna e mina le relazioni umane.”

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