Nel 2023 il Mezzogiorno è cresciuto con un ritmo maggiore rispetto al resto del Paese, registrando un + 1,3% contro lo 0,5% del Centro Nord e lo 0,7% dell’Italia. Sono questi i dati che risultano dall’ultimo rapporto Svimez 2024 che sottolinea come il 2024 sia stato un anno all’insegna della crescita per il Sud, registrando tra il 2019 e il 2023 un aumento del Pil del+5,1 %superando il Centro-Nord al +4,4%. Dal prossimo anno, la Svimez evidenzia il ritorno ad una crescita più stentata al Sud rispetto al resto del Paese: nel 2025 il Mezzogiorno tornerà a crescere meno del Centro-Nord (+0,7 per cento contro +1,0 per cento), confermando questa tendenza nel 2026 (+0,8 per cento contro 1,1 per cento).
Mezzogiorno, la sfida cruciale nell’utilizzo dei fondi del Pnrr
La performance 2024 del Mezzogiorno è sostenuta dagli investimenti nelle costruzioni, con una dinamica maggiore che altrove (+4,9% contro il 2,7% del resto del Paese) trainati dalla spesa in opere pubbliche del Pnrr. Ma la domanda ne rivela la fragilità: i consumi delle famiglie tornano in negativo (-0,1% contro +0,3% nel Centro-Nord), frenati dalla crescita dimezzata del reddito disponibile rispetto all’anno scorso (+2,3% nel 2024 contro il +4,5% del 2023) e da una dinamica dei prezzi in rallentamento, ma lievemente più sostenuta rispetto al resto del Paese. In questo quadro economico, quindi, l’utilizzo dei fondi del Pnrr diventa ancora più cruciale: nel triennio 2024-2026, al Sud gli investimenti del Piano valgono 1,8 punti percentuali di Pil meridionale. Questo vuol dire che circa tre quarti della crescita del Pil del Mezzogiorno nel triennio è legata alla capacità di attuazione degli investimenti del Pnrr, a fronte di circa il 50% nel resto del Paese.
Svimez, il Sud non è un deserto industriale.
Il Mezzogiorno ha dimostrato di saper essere la locomotiva del Paese, con il sostegno indispensabile di tutte quelle risorse che, complice il criterio della spesa storica, sono state sempre dirottate al Nord. Il Mezzogiorno non ha bisogno di politiche di tipo assistenziale, ha le sue carte da giocare che sono le sue tante eccellenze, ma anche le sue abilità legate alla riconfigurazione delle catene globali di approvvigionamento ed alle transizioni tecnologiche e industriali, sfruttando le sue specializzazioni in settori maturi. Il Sud non è, infatti, un deserto industriale, sottolinea Svimez. Il suo peso è significativo in filiere nazionali strategiche come l’agroindustria, il navale, l’aerospazio, l’edilizia e le automotive. Gaetano Manfredi, il neo eletto presidente Anci, ha commentato che dall’ultimo rapporto Svimez emerge “un nuovo Mezzogiorno tanto impegnato, con tanti giovani di qualità e tanti bravi amministratori”.
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