Il progetto Fonseca è naufragato dopo appena 6 mesi. Un allenatore sfiduciato sin dal primo giorno da una dirigenza inadeguata e da una squadra ormai a fine ciclo.
Uno paga per tutti
Il Milan cambia allenatore a stagione in corso. Una scelta obbligata, vista la posizione di classifica assolutamente deficitaria. Ma non solo, perché oltre i risultati insufficienti va aggiunto il rapporto da sempre conflittuale fra Fonseca e alcuni senatori della squadra. Prima Leao, poi Tomori e ora Theo.
Fonseca (pur non avendo il pedigree da allenatore di polso) ha provato ad alzare la voce di fronte ad alcune mancanze di rispetto, ma senza il sostegno della società era un mission quasi impossible.
Perché il “gruppo di lavoro” formato da Furlani, Ibrahimovic (disastroso nelle vesti da dirigente) e Moncada una volta preso Fonseca non hanno praticamente mai difeso la propria scelta. Anzi, più volte Fonseca era stato in bilico (per poi essere salvato da qualche vittoria come nel derby). L’ultima chicca è l’aver fatto trapelare l’esonero del tecnico nel pre-gara contro la Roma, per poi mandarlo ai microfoni (da allenatore delegittimato) nel post-gara.
Fonseca non si è dimostrato tecnicamente un allenatore da Milan, ma è stato esemplare sotto l’aspetto sia professionale e sia umano in questi mesi.
Lui resta un problema fittizio, perché i veri problemi della compagine rossonera risiedono altrove (difatti nel mirino della tifoseria rossonera c’è il proprietario Cardinale).
Al suo posto arriva Conceicao per 6 mesi + opzione per un altro anno. Un allenatore di polso e dalla grande esperienza internazionale maturata alla guida del Porto. Il tecnico portoghese debutterà già giovedì sera in semifinale di Supercoppa Italiana contro la Juventus.
Vedremo se la stagione rossonera sarà salvata in extremis, ma la polvere non potrà essere nascosta per ancora troppo tempo sotto il tappeto.
Contributo esterno.