Fridays for Future: il 3 marzo Sciopero Globale per il Clima

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Fridays for Future

Fridays for Future ha indetto uno sciopero globale che sarà operato domani, 3 marzo. Sui cambiamenti climatici, ormai da tempo, si sta consumando una battaglia scientifica e politica. Quanto incide il fattore antropico nei cambiamenti climatici? Sono efficaci i rimedi che si cerca di attuare?

di Rosella Cerra

Sul sito di Fridays for Future Italia vengono spiegate le motivazioni che hanno portato alla mobilitazione globale per “salvare il clima”.

“Le città diventano sempre più invivibili, con temperature estreme e stili di vita non consoni a una vita basata sul benessere personale e collettivo. Vediamo come, nei mesi successivi alla guerra, le grandi compagnie del fossile abbiano innalzato alle stelle i loro ricavi a causa della guerra e del rincaro dei prezzi. Gli Stati si sono lasciati trovare impreparati e i governi sono dovuti andare al riparo, cercando di aiutare le famiglie e le imprese (stesse imprese energivore alle quali andavano parti dei soldi)”.

E si punta il dito proprio alle grandi compagnie che hanno registrato extraprofitti con utili stratosferici proprio grazie ai conflitti. Sugli extraprofitti sono state imposte delle tassazioni con l’impegno di reinvestire nelle energie rinnovabili.

“Questi fondi extra non sono stati tuttavia reinvestiti in progetti legati alle energie rinnovabili ma perlopiù in buyback. Questo meccanismo prevede il riacquisto delle azioni stesse per distribuire dividendi agli azionisti. Si è quindi scelto così di andare totalmente contro a quanto scriveva l’Ipcc (pag. 56): “Le emissioni cumulative future di CO2 previste per il periodo di vita delle infrastrutture per combustibili fossili esistenti e attualmente pianificate senza ulteriori abbattimenti, superano le emissioni totali cumulate di emissioni nette di CO2 nei percorsi che limitano il riscaldamento a 1,5°C”.

Le rivendicazioni di Fridays for Future

Sul sito sono elencate dunque le rivendicazioni dello sciopero globale.

“Abbassamento dei costi dell’elettricità; creazione di posti di lavoro; sviluppo delle tecnologie rinnovabili; promozione di comunità resilienti; rafforzamento del tessuto sociale, riduzione dei consumi energetici e delle emissioni (circa 200 Mton di CO2 in 6 anni); riduzione, attraverso l’autoconsumo, del fabbisogno della rete elettrica in termini di trasporto e distribuzione dell’energia, democratizzazione e decentramento del sistema energetico; nuovi strumenti di partecipazione alla vita della comunità.”

Quello sui cambiamenti climatici è, ormai, divenuto un dibattito annoso e controverso. Come nella maggioranza delle argomentazioni scientifiche, nel corso del tempo, si è discusso sulle cause dei cambiamenti climatici e sul peso specifico dell’attività umana.

Negli ultimi tempi sembrerebbe accresciuto il numero di scienziati che sostengono che il peso delle attività umane nei cambiamenti climatici non sia così impattante.

Cambiamenti climatici: c’è una petizione che nega il coinvolgimento umano

Attraverso un appello pubblicato in versione integrale su sul sito Clima Intelligence, (CLINTEL), dallo slogan: “There is no climate emergency” (“Questa non è un’emergenza climatica”), si sta portando avanti la seconda tesi. L’appello, promosso da scienziati, anche premi Nobel, è indirizzato al presidente ONU Antonio Guterres ed al Parlamento Europeo. La loro osservazione è che «La climatologia dovrebbe essere meno politica, le politiche climatiche più scientifiche. (…) Il riscaldamento è causato da fattori naturali».

La petizione eredita l’iniziativa italiana del 2019 Clima, una petizione controcorrente promossa da un gruppo di scienziati italiani e firmata da circa 200 professori e professionisti italiani. La petizione è stata inviata al Presidente della Repubblica Mattarella ed ai vertici delle Istituzioni.

I promotori di questi appelli arrivano, quindi, a confutare le argomentazioni utilizzate dall’IPCC [Intergovernmental Panel on Climate Change] che opera sotto l’egida dell’ONU. Si evidenzia l’assenza di dibattito scientifico nelle accademie, trasferendo i confronti nei talk show televisivi.

Il portavoce italiano di CLINTEL.org è Alberto Prestininzi, già ordinario di Rischi Geologici alla Sapienza di Roma. È anche uno dei promotori (insieme ai Professori Franco Prodi, Uberto Crescenti, Giovanni Brussato, Franco Battaglia, Mario Giaccio, Errico Miccadei e Nicola Scafetta, Renato Angelo Ricci) della petizione lanciata nel 2019.

Cambiamenti climatici: il dibattito sulla CO2 antropica

Per ciò che riguarda la Co2 antropica, e quindi la quantità di anidride carbonica emessa dall’uomo e dalle sue attività, il dibattito è aperto. Sul manifesto che accompagna la petizione sembrano non esserci dubbi.

“Le iniziative dei gruppi finanziari mondiali impongono alla politica mondiale, attraverso il sostegno del sistema di comunicazione, una politica di azzeramento della CO2 antropica entro il 2035 ritenuta responsabile dell’aumento della temperatura per effetto serra – si legge -. La totale disconnessione di queste affermazioni con la realtà del nostro pianeta, dove il clima è sempre cambiato e dove lCO2 è il gas della vita. L’effetto serra dovuto al vapore d’acqua, che varia tra il 30 e il 60 %. Mentre la CO2 antropica immessa è pari allo 0,001%. Questo valore è incapace di modificare le condizioni climatiche che invece dipendono dal sole, e da altre cause tra le quali ci sono quelle planetarie e astrofisiche. Il terrorismo lanciato è in contraddizione con la storia della vita che ha trovato la sua massima prosperità nei periodi caldi, come quello romano, e di regressione come la piccola era glaciale intorno al 1500. I modelli climatici proposti e utilizzati per le proiezioni non sono in grado di simulare il clima passato che è perfettamente conosciuto perfettamente per gli ultimi 10.000 anni. Gli attivisti climatici che ripetono solo quello che riporta l’IPCC e sostengono anche che la gente dovrebbe farsi prendere dal panico e che il tempo sta per scadere: “Siate consapevoli che mancano cinque minuti a mezzanotte, dobbiamo agire senza indugio!” Molte migliaia di scienziati non sono d’accordo; Più di 1500 sono firmatari Clintel [Clima Intelligente]”.

Cambiamenti climatici: la variabile climatica naturale non inserita per il calcolo delle previsioni

Nel manifesto si continua specificando altre informazioni.

“Al contrario, la letteratura scientifica ha messo sempre più in evidenza l’esistenza di una variabilità climatica naturale che i modelli non sono in grado di riprodurre – si legge -. Tale variabilità naturale spiega una parte consistente del riscaldamento globale osservato dal 1850. La responsabilità antropica del cambiamento climatico osservato nell’ultimo secolo è quindi ingiustificatamente esagerata e le previsioni catastrofiche non sono realistiche.”

Dunque, la tesi portata avanti tende a negare un coinvolgimento diretto dell’uomo. In questo contesto si entra nella sfera del negazionismo dei problemi climatici, e nella convinzione che esista una volontà politica del diffondere il panico.

“Va ricordato che il riscaldamento osservato dal 1900 ad oggi è in realtà iniziato nel 1700 – si legge ancora nel manifesto -, cioè al minimo della Piccola Era Glaciale, il periodo più freddo degli ultimi 10.000 anni (corrispondente a quel minimo millenario di attività solare che gli astrofisici chiamano Minimo Solare di Maunder). Da allora a oggi l’attività solare, seguendo il suo ciclo millenario, è aumentata riscaldando la superficie terrestre”.

Nell’illustrazione riportiamo il grafico tratto dagli studi di Dansgaard, Schonwiese e altri.

La critica del manifesto è mossa anche relativamente ai modelli climatici utilizzati.

Più specificamente – continua -, le ipotesi nella modellazione climatica sono tali che i cambiamenti di temperatura previsti risultano essere persistentemente troppo alti. Ancora peggio, eventi meteorologici estremi – come ondate di calore, siccità, inondazioni, uragani ecc. – sono intenzionalmente utilizzati per supportare le previsioni climatiche estreme. [..] La conclusione è che i modelli (simulazioni al computer) funzionano “troppo caldi” e che le previsioni di effetti avversi sugli esseri umani sono altamente dubbie. Proiettano un futuro catastrofico che non nasce dalle osservazioni”.

Dal 1850 al 2020 l’aumento è di 1,1 oC, e sarà di 1,6 nel 2050

A quanto sembra il dato inoppugnabile sarà il continuo aumento della temperatura. Secondo le previsioni, riportate anche sul manifesto, la temperatura nel 2050 salirà di 1,6 °C.

Estrapoliamo le temperature satellitari all’anno 2050 assumendo che l’aumento della temperatura degli ultimi 40 anni (1980-2020) continuerà senza alcuna pausa e raffreddamento – scrivono sul manifesto -. Questa generosa proiezione si traduce in una temperatura del 2050 superiore di 1,6°C rispetto al 1850.”

Dunque, continuando nella lettura emerge un pensiero che pone come “esagerazioni” le problematiche legate al clima. La soluzione proposta sarebbe, dunque, semplicissima:

“Il riscaldamento globale graduale non è un problema serio, che sia causato o meno dalla CO2. Non la mitigazione ma l’adattamento è la soluzione”. 

In ogni caso, qualunque sia il contributo antropico, siamo tutti convinti che occorre ridurlo, e le politiche finora attuate o che si intendono attuare vanno sicuramente in questa direzione. Il dato poi inconfutabile è che i fossili inquinano e sono dannosi per la salute umana e del pianeta in generale. Insomma, le posizione delle due correnti di pensiero potrebbero quindi coincidere con una maggiore informazione e preparazione.

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