Il Litorale Domitio-Flegreo avrebbe dovuto essere un polo di attrazione turistica, ma dal terremoto dell’80 in poi qualcosa è andato storto.
di Franco Iacolare
Il lento declino del Litorale Domitio-Flegreo
Gli anni ‘70 avevano visto il Litorale Domitio-Flegreo fiorire di strutture ricettive, in particolare venne costruito, seppur in gran parte in maniera abusiva, il Villaggio Coppola, che era un fiore all’occhiello dell’area, con le sue villette tra pineta e mare, residence, hotel di lusso, spiagge attrezzate, un porto turistico e tanti altri servizi.
Il terremoto del 1980 con epicentro in Irpinia, oltre a migliaia di vittime, generò decine di migliaia di senzatetto che vennero collocate in questa zona e nelle sue strutture a vocazione turistica.
Da quel momento in poi, tutto il litorale scivolò verso il degrado e l’abbandono e le case all’interno di lussuosi parchi con piscine e servizi divennero scheletri di cemento.
Gli alloggi, senza più nessun appeal turistico, divennero ripari per gli immigrati, mentre le strade si trasformarono nella location perfetta per ogni forma di prostituzione e spaccio.
Quella che doveva essere la Miami della Campania divenne buona solo come set cinematografico per Gomorra e scene del peggior degrado.
Anche il mare seguì lo stesso destino: da pulito e accogliente, degradò verso l’abisso dell’inquinamento, tra scarichi abusivi e depuratori mal funzionanti.
Il Litorale Domitio-flegreo perse così, tra un terremoto e il bradisismo, ma soprattutto per l’incapacità e la non volontà politica, la straordinaria occasione di lanciare e di porsi a capo dello sviluppo turistico di tutta l’area che si estende dalla periferia nord di Napoli fino al Garigliano.
Speriamo che questo stupendo murales di Oshimen, che l’autore con grande sensibilità ha collocato proprio nel cuore di Castel Volturno (enclave nigeriana), possa essere di auspicio per un altro miracolo.
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