Rai, addio Fazio-Littizzetto: la destra esulta

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Settimana

L’addio di Fabio Fazio dalla Rai è ancora un argomento destinato a far crescere le polemiche. Salvini esulta, la sinistra di indigna.

di Lorenzo Colelli Riano

Rai: la fine di un’era. Fazio lascia e si accorda col Nove

Il giornalista e conduttore televisivo Fabio Fazio lascia la Rai. Ha accettato un accordo quadriennale per Warner Bros Discovery. Ad ufficializzarlo è la nota società, che annuncia che il conduttore sarà protagonista sul canale Nove dove debutterà già dal prossimo autunno. Del progetto farà parte anche Luciana Littizzetto, legata a Fazio da uno storico sodalizio.

“Siamo entusiasti di accogliere un fuoriclasse come Fabio Fazio – commenta Alessandro Araimo, GM Italy & Iberia di Warner Bros. Discovery – e orgogliosi che uno dei volti più rilevanti e influenti della televisione italiana abbia scelto Warner Bros. Discovery e il canale Nove per proseguire la sua straordinaria carriera. Il nostro impegno è da sempre quello di attrarre i migliori talenti e l’arrivo di Fabio e Luciana nel nostro gruppo è la miglior conferma possibile [..]”.

Tornano le interferenze della politica nella Rai. Salvini, e la destra, esulta mentre la sinistra si indigna

La decisione di lasciare il palinsesto che li ha accolti e supportati per più di quarant’anni è stata dovuta, secondo molte fonti, dalle continue pressioni che le sfere della politica, il governo prima fra tutte, ha esercitato sulla conduzione del duo comico.

Il particolar modo, il segretario della Lega Matteo Salvini ha esultato a tale notizia commentando sul suo canale Twitter “Belli ciao”, accompagnato dall’emoticon della manina che saluta. Già nel 2019 il leader del cdx aveva attaccato Fazio, criticandolo il suo stipendio da conduttore televisivo.

Non tutto il mondo politico però volta le spalle allo stoico conduttore.

“L’uscita di @fabfazio è sconfitta pesante per la Rai e per il servizio pubblico. Gravissimo il comportamento di chi ha voluto questo. Tra le cose per cui va ringraziato, gli speciali con Liliana Segre sono tra le pagine più importanti nella storia Rai. Spero possa tornare presto”. Così su Twitter il senatore del Pd Francesco Verducci, membro della commissione di Vigilanza Rai.

La storia si ripete:

Purtroppo, non è la prima volta che la politica allontana o censura personaggi della Rai che sono considerati faziosi. L’esempio più lampante nella storia della Rai fu il famoso editto bulgaro con cui Berlusconi si sbarazzò di Biagi, Santoro e Luzzatti.

Uno dei primi eventi di questa consuetudine politica risale al 1959, quando il popolare programma “Un, due, tre”, condotto da Raimondo Vianello venne chiuso inseguito ad uno sketch di natura politica che offendeva l’allora presidente della Repubblica.

Gli esempi sono purtroppo innumerevoli e continueranno ad esserlo. Le influenze politiche che continuano ad essere esercitate sulla Rai minano la stabilità della televisione pubblica e del servizio che essa stessa offre, limitando la diffusione di idee e pareri che posso essere contrari a quelli delle istituzioni correnti. Fino a quando un conduttore, o un qualsiasi personaggio televisivo, sarà costretto a rinunciare alla propria posizione per via delle proprie idee politiche non si potrà che parlare di censura.

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