L’intervista a Marco Bourelly: presidente di Confimea Mediterraneo.
di Giovanni Barretta
Una delle principali prospettive di sviluppo per il Mezzogiorno sta sicuramente nella possibilità di ritrovare quel primato e quella centralità perduta che, invece, per millenni esso aveva avuto nel bacino del Mediterraneo, storica culla delle antiche civiltà. Le relazioni economiche, le reciproche influenze socio-culturali con il Nord Africa ed il Medio Oriente, che in passato hanno sempre contribuito a far progredire le rispettive comunità che si affacciano sulle sponde del Mare Nostrum, negli ultimi decenni appaiono un ricordo lontano e assai sbiadito, se non, in qualche caso, addirittura cancellato. Questa vicinanza di popoli e territori, imposta dalla natura, nei tempi più recenti, piuttosto che essere vissuta come un’opportunità, è stata considerata un problema ingombrante e complesso, ispirando politiche sovraniste di cieca difesa ad oltranza dei confini, se non addirittura proposte di immaginifici blocchi navali. L’obiettivo, allora, è divenuto quello più egoistico di preservare i livelli di maggior benessere, raggiunti dai Paesi della sponda Nord del Mediterraneo, sempre più decisi ad inseguire, acriticamente, i rassicuranti richiami dei sistemi e modelli socio-economici dei più progrediti Stati del Nord Europa.
Il rilancio economico del Mezzogiorno, attraverso la riscoperta del Mare Nostrum
Il Sud, la cui centralità nel Mediterraneo, dovrebbe – al contrario – costituire una pre-condizione per lo sviluppo, non può continuare ad ignorare il ruolo che la natura e poi la storia gli ha assegnato. Del resto, ritrovarsi ad essere crocevia fra l’Africa e il Medio Oriente, rappresenta, potremmo dire per definizione, una enorme opportunità che, però, per diventare tale, deve essere sapientemente declinata con azioni mirate, secondo una visione lungimirante e moderna.
Eppure, più che gli Stati, hanno dimostrato di crederci le imprese italiane che, nonostante l’assenza di una vera politica estera ed economica per il loro accompagnamento, lo hanno fatto lo stesso, investendo autonomamente – assumendone in toto il “rischio Paese” – ingenti risorse, realizzando sulle opposte sponde del Mediterraneo importanti poli produttivi e commerciali e partecipando alla costruzione di impianti ed infrastrutture strategici.
In questo percorso, le imprese, talvolta, sono state guidate dalle Camere di Commercio Estere; molto più spesso, da missioni e iniziative condotte, soprattutto, dalle associazioni di impresa, tra cui ci piace ricordare, quelle di CONFIMEA Mediterraneo.
Su questi temi, che la nostra testata sente molto vicini e strategici per uno sviluppo del nostro Mezzogiorno, secondo il paradigma storico e naturale che più gli appartiene, abbiamo intervistato il presidente di Confimea, Marco Bourelly, per capire meglio quali sono le attuali prospettive di collaborazione con i Paesi della sponda Sud ed Est del Mediterraneo.
Presidente Bourelly, ci fa capire che cos’è CONFIMEA e qual è la sua mission?
(Bourelly) “Confimea Imprese è una confederazione datoriale nata da circa 20 anni, su iniziativa del suo presidente Roberto Nardella, per garantire rappresentanza sindacale e servizi all’avanguardia alle imprese italiane. Confimea ha al suo interno anche un proprio ente bilaterale, EBIGEN, che lavora in costante rapporto con le imprese in tema di sicurezza sul lavoro, formazione certificata e attività di conciliazione tra datore e lavoratore. Per rispondere alla domanda, la mission di Confimea è di porsi come unico interlocutore per il sistema imprenditoriale italiano: da un anno è nato anche il nuovo progetto Confimea, “Una Nuova Cultura d’Impresa”, la cui mission è di accompagnare le PMI nel loro percorso di sostenibilità, in modo che anche le piccole realtà (che costituiscono il 92% dell’economia italiana) possano affrontare il mercato internazionale con convinzione e una strumenti ben definiti. Siamo inoltre accreditati presso il Parlamento Europeo, favorendo così un luogo di internazionalizzazione per le nostre imprese associate.”
Da tempo le Istituzioni europee prospettano la costituzione nel Mediterraneo di una zona di libero scambio che, per peso e dimensioni, sarà tra le più grandi del mondo. La considera questa un’ipotesi concreta, realizzabile a breve termine?
(Bourelly) “Si, assolutamente, proprio per questo la banca europea ha stanziato un fondo per gli investimenti nei balcani: Il fondo europeo eroga finanziamenti tramite Cassa Depositi e Prestiti (CDP), per dare opportunità di internazionalizzazione alle imprese italiane. Anche grazie al coinvolgimento di realtà come SIMEST, che da pochi giorni è presente con una nuova sede a Belgrado, e alla collaborazione con SACE, che finanzia l’internazionalizzazione delle PMI all’estero, con cui abbiamo stretto una forte partnership per supportare le nostre imprese associate.
Confimea Mediterraneo è inoltre partner dell’ambasciata serba a Roma ed è stata presente al forum Italia-Serbia, organizzato dal Ministero degli Affari Esteri italiano che si è tenuto a marzo, che ha visto la partecipazione del ministro Tajani, con la presenza di 500 imprese, ha aperto il 15 maggio una sede istituzionale a Belgrado, per dare supporto alle nostre imprese. Confimea Mediterraneo ha siglato, inoltre, un accordo con il governo tunisino ed ha aperto una sede in Tunisia, che funge da HUB per le imprese italiane su tutti i paesi del Maghreb, ha aperto una sede in Costa d’Avorio, un protocollo d’intesa con Camerun, Senegal e Liberia”.
A suo giudizio, questa prospettiva può tradursi in una straordinaria occasione di crescita socio-economica per i Paesi della sponda sud del Mediterraneo, assicurando, in tal modo, anche maggiore stabilità dell’intera area geografica?
(Bourelly) “Certamente, proprio per questo i nostri accordi di partnerariato prevedono accordi non solo commerciali ma anche in termini di scambi culturali: le attività culturali, infatti sono da sempre il veicolo attraverso il quale favorire l’interscambio e la vicinanza tra Paesi con tradizioni ed usi differenti. Tale interscambio ha anche un notevole valore dal punto di vista economico, dal momento che lo stesso può ulteriormente favorire il desiderio di conoscenza da parte dei rispettivi cittadini, incrementando l’interscambio turistico tra i Paesi. Le attività di valorizzazione dei beni culturali consistono nella costituzione ed organizzazione stabile di risorse, strutture o reti, ovvero nella messa a disposizione di competenze tecniche o risorse finanziarie e strumentali, finalizzate all’esercizio delle funzioni ed al perseguimento delle finalità commerciali. A tali attività possono concorrere, cooperare o partecipare soggetti privati, poiché l’iniziativa privata, soprattutto delle PMI Italiane, è da sempre riconosciuta quale motore del cambiamento, affermata come eccellenza nel mondo.”
Ci pare di capire che il principale obiettivo di Confimea Mediterraneo sia quello di innalzare la qualità delle relazioni internazionali, promuovendo le migliori pratiche di internazionalizzazione fra le eccellenze imprenditoriali e culturali presenti nei Paesi del Mediterraneo. Concretamente queste iniziative in che cosa consistono?
(Bourelly) “Confimea Imprese, e quindi Confimea mediterraneo, è sempre attenta a stipulare nuovi accordi di partnerariato con le istituzioni. In questo modo promuove le migliori pratiche di internazionalizzazione, seguendo sempre un approccio di cooperazione locale, di tipo bottom-up, tenendo quindi in considerazione le esigenze del mercato estero, valorizzando le peculiarità delle PMI italiane.“
Esiste, concretamente, la possibilità che Confimea possa contribuire a creare una cultura d’impresa, capace di favorire il trasferimento di esperienze e di capacità progettuali, tipiche di quel “Made in Italy”, generando ricchezza anche di tipo culturale?
(Bourelly) “Assolutamente sì, proprio recentemente in Tunisia si è tenuta una riunione di medici specializzati, tra aziende sanitarie italiane, libiche e tunisine, per uno scambio sistemico in tema di ortopedia, odontoiatria e nel campo della disabilità, tema molto sentito nel mondo arabo. L’attenzione alla salute mentale del paziente e il tema della “long term care” per persone non autosufficienti, tipica del mondo europeo, è stata un punto fondamentale della riunione tra i due mondi. Si prospettano avanzamenti in merito.”
Al Presidente Bourelly abbiamo, infine, chiesto se, a suo avviso, il costituendo Tavolo Tecnico dell’Intergruppo Parlamentare “Sud, Aree Interne ed Isole minori” debba porre tra i suoi obiettivi strategici anche quello di recuperare un rapporto più forte e sinergico con i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo e con quelli del Medio Oriente, come fattore di rilancio dell’intero Mezzogiorno.
(Bourelly) “La valorizzazione del Made in Italy, in particolare dei prodotti manufatturieri del mezzogiorno, le tipicità gastronomiche locali, il turismo del Sud Italia che consta ancora di troppe barriere economiche e infrastrutturali, possono trovare nuove opportunità commerciali. Grazie ad iniziative come la fiera “Food & Wine and Travel”, tenutasi nel giugno 2022, che ha visto la partecipazione di numerose aziende africane e di buyer internazionali, nonché napoletane, ha rappresentato un’importante finestra di relazioni tra i due mondi, ponendo così nuovi obiettivi alle sfide storiche del nostro territorio.“
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