Sviluppo Sud, Aree fragili e isole minori: eletto a Montecitorio l’Ufficio di presidenza dell’Intergruppo parlamentare

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Presente anche Giuseppe Conte all’elezione della presidenza dell’intergruppo parlamentare “Sviluppo Sud, Aree fragili e isole minori”.

Ieri pomeriggio a Roma, presso la Camera dei Deputati, si sono svolte le elezioni dell’Ufficio di Presidenza del tavolo tecnico dell’Intergruppo parlamentare “Sviluppo Sud, Aree fragili e isole minori”, l’iniziativa bipartisan assunta dall’On.le Alessandro Caramiello (M5S), che ha coinvolto circa 40 tra Deputati e Senatori degli opposti schieramenti e che sta destando grande interesse e curiosità nel mondo politico e dell’economia.

Nei giorni scorsi c’era stata la designazione della componente parlamentare dell’Ufficio di presidenza e ieri è toccato al tavolo tecnico dell’Intergruppo assegnare al suo interno le relative cariche di presidente, di due vicepresidenti e due segretari e di tre consiglieri (in tutto 8 componenti).

Il tavolo tecnico rappresenta un organismo a valenza tecnico-scientifica al quale partecipano rappresentanti di categorie professionali ed imprenditoriali, di istituzioni locali ed associazionistiche, esperti di sviluppo locale e docenti universitari.

Ad introdurre i lavori, è intervenuto Luca Antonio Pepe, direttore della testata CentroSud24, che nel dare il benvenuto a tutti i componenti del tavolo tecnico,  ha voluto ricordare  “… come  un turista che si muove in treno da Trapani a Ragusa, che distano appena 300  km, impieghi circa 14 ore per completare il tragitto,  senza poter optare per  Italo o la Freccia, perché oggi al Sud si sviluppa solo il 12% dell’alta velocità nazionale, così come, del resto, incontrerebbe difficoltà a muoversi in aereo, atteso che nel Centro-Sud abbiamo un aeroporto ogni 300 chilometri, mentre al Nord uno ogni 40 chilometri”.

Pepe ha sottolineato che “oggi la classifica delle regioni a rischio povertà in Europa vede rispettivamente la Sicilia e la Campania, al primo e secondo posto, mentre, analizzando il dato aggregato delle regioni meridionali, risulta che il Mezzogiorno risulta essere l’area più povera dell’unione Europea; in particolare, dal 2002 al 2017, oltre 2 milioni di cittadini hanno abbandonato il Sud, più della metà giovani, di cui il 33% laureati. Peggio di queste regioni c’è solo il Mayotte, che è un territorio francese in terra africana vicino al Madagascar.  

Il direttore di CentroSud24ha ricordato ancora che “… per decenni lo Stato ha abbandonato il Mezzogiorno, senza capire che, se non cresce questa parte del Paese è destinata a perire tutta l’Italia; questo vale anche per le isole minori e aree interne del Paese che sono territori che vanno valorizzati e non dimenticati. Come avvenuto negli ultimi decenni. Queste aree geografiche non vanno inquadrate come un problema da risolvere, bensì come la sua soluzione, perché, solo se cresce il Mezzogiorno, cresce il Paese”.

Secondo Pepe “Come evidenzia anche la SVIMEZ, bisogna trasformare la questione meridionale in una grande occasione per favorire lo sviluppo dello stato Italiano…”. Infine, il direttore ha, quindi, individuato nel Sud la vera locomotiva di crescita che, al contrario della narrazione finora rappresentata, è l’unica che può trainare davvero, verso lo sviluppo, l’intero Paese. “Un nuovo miracolo economico è possibile, a patto che quella locomotiva parta dal Sud e dalle aree fragili ed è proprio per questo motivo che è nato l’Intergruppo parlamentare”.

Dopo la magistrale relazione scientifica di Luca Pepe, la presidenza dei lavori è stata affidata all’ On.le Caramiello, vero promotore dell’iniziativa, che è tornato sulle finalità dell’Intergruppo parlamentare, diretto a richiamare l’attenzione della politica sulle problematiche del Mezzogiorno, che continua a rimanere l’area economicamente più debole ed arretrata, non solo dell’Italia, bensì dell’intera Unione Europea. Il Deputato napoletano ha ricordato che, da quando Massimo D’Azeglio pronunciò il famoso proclama: “Fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani”, quasi nulla sia cambiato, anzi, per molti versi, la situazione da allora appare anche peggiorata.  Occorre, mutare approccio e prospettiva, secondo Caramiello, coinvolgere tutti gli schieramenti e fare presto, perché le emergenze del Sud sono davvero importanti e non più rinviabili; non ultima quella gravissima del progressivo spopolamento, che colpisce, in particolare, le sue aree interne e le isole minori,con l’emigrazione di tanti giovani qualificati e laureati.

Al tavolo che ha preparato e aperto le operazioni di voto, sono stati chiamati il giornalista scrittore Pino Aprile, di cui è stata subito annunciata la nomina a Presidente onorario dell’intergruppo, l’On.le Annarita Pariarca (per il gruppo di Forza Italia), l’On.le Enrica Alifano (per il Movimento 5 Stelle). A chiudere i lavori e proclamare gli eletti all’Ufficio di Presidenza del tavolo tecnico, l’ex Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

Patriarca: C’è bisogno di una strategia per il Mezzogiorno che parta dai meridionali

L’On.le Patriarca ha posto l’accento sul fatto che le fragilità di alcuni territori, come il Mezzogiorno, le isole minori e le aree interne, invece di essere considerate, come spesso accade, un problema, costituiscano un’unicità. Qui vi sono, più che altrove, delle particolarità ed autenticità che rappresentano risorse preziose, assolutamente da preservare e valorizzare. Invece che depauperare questi territori, occorre potenziarne le risorse e, tra queste, soprattutto quelle umane. Nel plaudire all’iniziativa assunta dall’Intergruppo, la Patriarca ha sottolineato la necessità di una strategia per il Sud, che deve, però, partire da qui ed essere concepita dagli stessi meridionali.

La proposta dell’On.le Alifano al Governo: la promozione di imprese start-up nelle aree interne

È stata la volta dell’On.le Alifano, che ha informato la platea del tavolo tecnico che, per fronteggiare il gravissimo e progressivo spopolamento del Mezzogiorno, è stato appena depositato in Parlamento uno specifico ordine del giorno, a sua firma, che impegni il Governo a promuovere, con sostegni mirati, la nascita di imprese start-up nelle aree interne. Indispensabile poi, secondo la deputata del movimento 5 stelle, affrontare il tema del gap infrastrutturale, che, storicamente, il Sud denuncia rispetto al Nord del Paese e che, di fatto, penalizza ogni sua possibilità di rilancio economico.

Guardando alla classifica della spesa pubblica aggregata su base regionale, secondo Alifano, è inaccettabile come la Campania continui ad occuparne l’ultimo posto. Qui, dove il turismo dovrebbe costituire un’importante risorsa, negli ultimi anni si registra una perdita netta dei posti letto, di circa il 9%, e le stesse aspettative di vita in questo territorio si sono significativamente ridotte.

Il grido d’allarme del meridionalista Pino Aprile

Pino Aprile, appena nominato Presidente onorario del tavolo tecnico, da navigato meridionalista, ha ripercorso velocemente le tappe degli ultimi decenni della storia d’Italia, dall’Unità ad oggi, rappresentando i principali aspetti dell’irrisolta questione meridionale, denunciando la distrazione della politica, compresa quella delle rappresentanze istituzionali dello stesso Mezzogiorno, talvolta neppure capaci di procedere seguendo un percorso condiviso, come – da ultimo – ha dimostrato il dibattito in corso sul ddl Calderoli dell’autonomia differenziata.  Un tema, quest’ultimo, che lo scrittore napoletano considera pericolosissimo, rispetto alla tenuta del Paese e alla salvaguardia dell’Unità nazionale. Aprile nel suo accorato intervento, al pari della Patriarca, ha rimarcato come le aree interne conservino una specificità ed un valore, in termini di risorse umane, preziosissimo, che, se si perde, è per sempre.

Se questo Paese, ha ammonito Aprile, non è capace di tutelare adeguatamente le enormi risorse umane del Mezzogiorno, è già da considerarsi fallito. A questo punto, si è levato il grido d’allarme di Aprile sul Mezzogiorno, constatando la situazione paradossale di una terra bellissima, con una biodiversità eccezionale, con uno   spazio vitale ed ambientale impareggiabili a livello mondiale, con enormi potenzialità economiche, finora inespresse, che, al contrario, si ritrova ad essere annoverata tra i territori più fragili e poveri del pianeta, tanto da dover da qui emigrare.

Nel concludere il suo intervento, plaudendo anch’egli all’iniziativa di un intergruppo dedicato al Mezzogiorno, il giornalista/scrittore napoletano ha auspicato l’avvio di un dibattito a più voci, questa volta da svilupparsi in modo serio ed approfondito, avvertendo i partecipanti al tavolo tecnico della grande responsabilità a cui sono stati chiamati, per la quale non è possibile fallire. Si tratta di una sfida, che pur apparendo temeraria, deve essere raccolta con tenacia, senza compromessi, e con grande spirito di sacrificio.

L’intervento di Giuseppe Conte, che chiude i lavori e proclama gli eletti all’Ufficio di presidenza

Mentre si sono avviate le procedure di voto, si è aggregato al tavolo l’ex Premier, Giuseppe Conte, che non ha inteso far mancare la propria presenza a quest’importante appuntamento, apprezzando con entusiasmo l’avvio concreto dell’iniziativa interparlamentare che, proprio per il suo carattere di trasversalità, ha detto, deve rimanere sui temi concreti, affrontando tutti i nodi irrisolti della questione che, ad oggi, hanno impedito lo sviluppo del Mezzogiorno. Proprio da qui è ripartito Conte, oggi leader del Movimento 5S, rimarcando il fatto che il PNRR è un’occasione che non può essere sprecata, perché concepita nell’interesse dell’intero Paese. “Il mio Governo”, ha ricordato Conte, “è riuscito a far ottenere all’Italia. tra tutti gli altri Paesi europei, il più grande finanziamento per rilanciare l’economia dopo la fine della pandemia: ben 209 miliardi di euro, poi divenuti 240 …”.

“Si badi bene …”, ha proseguito l’ex Premier, “… che si tratta di risorse per lo più ottenute dall’Europa, proprio grazie al Mezzogiorno e alla sua difficile situazione economica e sociale. Infatti, tra i criteri di attribuzione dei fondi, sono stati considerati, il tasso di disoccupazione, la densità di popolazione, il pil pro-capite, tutti indici, purtroppo, che segnalano un grave ritardo del Sud, rispetto agli atri territori dell’Unione.

Oggi siamo in ritardo con il cronogramma della spesa: dei circa 33 miliardi che avremmo dovuto spendere, ne abbiamo spesi solo 3”. Conte ha poi proseguito, dicendo che, su questi temi, non è ammesso dividersi, tra maggioranza ed opposizione, perché l’occasione è troppo importante per rischiare di essere sprecata. Il suo partito sarà felice se il Governo, nonostante le difficoltà finora palesate, riuscisse a centrare gli obiettivi di spesa; non è ammesso dividersi su questi temi, perché ne va del futuro del Paese e, soprattutto del Mezzogiorno. Il Movimento 5S, ribadisce l’ex Premier, rimane disponibile a collaborare con il Governo per centrare gli obiettivi del PNRR.

L’autonomia differenziata: una battaglia ideologica che spacca il Paese

Sull’Autonomia differenziata, Conte si è detto molto preoccupato perché si tratta di una battaglia della lega, puramente ideologica, imposta al Governo, che, in caso di sua approvazione, spaccherà inesorabilmente il Paese, facendo venir meno ogni possibilità di coesione istituzionale e sociale. Basta osservare, ricorda l’ex Premier, quanto accaduto, con la Commissione dei LEP, per quanto concerne l’ambito della spesa sanitaria. I tecnici che hanno esaminato il progetto di riforma, per come oggi è concepito, denunciano che, in questo modo, il Mezzogiorno sarà fortemente penalizzato; le Regioni che per prime (quelle sicuramente del Nord) avranno i requisiti per chiedere l’assegnazione delle risorse a proprio favore, riceveranno la parte più cospicua dei fondi stanziati per la spesa sanitaria, mentre per le altre (quelle del Sud) non rimarranno che le briciole. Chi prima si siederà al tavolo per prendere la torta, ribadisce con fermezza Conte, potrà, probabilmente, mangiarne una buona parte. Lo stesso accadrà in altri settori, come la scuola e le infrastrutture strategiche, e l’autonomia differenziata, secondo il progetto di Calderoli, dividerà, senza dirlo ed effettivamente, il Paese.

La proposta di Conte è proseguire la collaborazione con le imprese e con le misure per l’ammodernamento tecnologico 4.0; tuttavia, queste devono fare la propria parte, proponendo soluzioni concrete.

La proclamazione degli eletti all’Ufficio di Presidenza

Al termine del proprio intervento, preso atto della conclusione dello scrutinio del  voto segreto, espresso dai  circa 80 partecipanti al tavolo tecnico, è statolo stesso ex Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a voler proclamare gli otto eletti al tavolo di presidenza, nelle persone di: Giovanni Barretta (Esperto di sviluppo locale, Mezzogiorno  ed aree interne, con un altissimo numero di preferenze), Francesco del Deo (Presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Isole Minori- ANCIM), Pasquale Lampugnale (Imprenditore e Vice-Presidente Nazionale Confindustria ”Piccola Industria”), Paola Marone (Ingegnere e Presidente di Federcostruzioni), Angelo Melone (Avvocato d’affari internazionali e Console della Repubblica Democratica del Congo), Ettore Nardi (Ingegnere e Funzionario PA della città metropolitana di Napoli), Giacomo Pascale (Sindaco di Lacco Ameno) e Vito Umberto Vavalli (Economista, già direttore tesoreria ENI, esperto CNEL ed amministratore di banche ed intermediari finanziari,  amministratore delegato di Monethica).

Giuseppe Conte ha voluto salutare ciascuno degli eletti, plaudendo ancora una volta alla bontà, serietà e responsabilità dell’iniziativa, chiedendo a questi di mettersi subito al lavoro per affrontare le emergenze di un Mezzogiorno in serie difficoltà, aggiungendo che solo con la sua crescita potrà avvenire quella del Paese.

Le conclusioni del Presidente Caramiello che ha chiesto al tavolo di mettersi subito al lavoro

Nel salutare gli intervenuti, l’On.le Alessandro Caramiello (M5S), promotore appassionato ed assoluto protagonista dell’iniziativa, ha ufficializzato l’insediamento dell’ufficio di Presidenza del tavolo tecnico che, al servizio dell’Intergruppo parlamentare “Sviluppo Sud, Aree fragili e Isole minori”, sarà operativo già nei prossimi giorni.

Il nuovo Ufficio di Presidenza sarà convocato a breve per assegnare al suo interno le cariche: di presidente, di due vicepresidenti e due segretari e di tre consiglieri.

I lavori si sono poi trasferiti presso la Sala del Refettorio di Palazzo di Montecitorio ove, al termine di un rinfresco organizzato a base di prodotti tipici del Mezzogiorno, l’On.le Caramiello ha salutato ciascuno dei circa 80 compenti il tavolo tecnico, consegnando loro un attestato di eccellenza a ricordo della storica giornata dell’insediamento dell’Intergruppo.

L’auspicio di tutti è che, concretamente, si passi ai fatti per un Mezzogiorno che non può più attendere!

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