L’Intervista al Presidente, On.le Alessandro Caramiello, dell’Intergruppo parlamentare “Sud, Aree Interne e Isole minori”

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A margine dei lavori dell’incontro con i territori, tenutosi ieri pomeriggio  a Bari, dell’Intergruppo parlamentare “Sud, Aree interne  e Isole minori”, alla presenza Governatore Michele Emiliano, abbiamo intervistato l’On.le Alessandro Caramiello, ispiratore dell’iniziativa  che ha annunciato alla stampa che l’Ufficio di Presidenza, per il tramite dei deputati che vi aderiscono, si appresta a depositare in Parlamento una proposta di legge, intitolata “Equità territoriale”.

L’intervista ad Alessandro Caramiello

Presidente Caramiello, oggi l’Intergruppo effettua la sua prima uscita pubblica, incontrando i territori e partendo simbolicamente da Bari, con l’annuncio di una proposta di legge che mira a riequilibrare  il sistema di distribuzione delle risorse nazionali sul territorio, in nome dell’equità. Ci dice qualcosa di più di questa proposta dell’Intergruppo e a quali esigenze cerca di rispondere?

“Caramiello” – Voglio  partire proprio da quanto è illustrato nelle stessa relazione introduttiva alla proposta di legge, ricordando come la pandemia prima e la guerra in Ucraina dopo, abbiano messo a dura prova l’assetto economico italiano e, in particolare, le aree più fragili del Paese. Il Governo ha il dovere di ascoltare l’urlo di dolore che si leva dai territori che risentono in modo particolare della crisi, adottando misure ulteriori e straordinarie al fine di ridurre la forte sperequazione che già caratterizza il nostro territorio, da Nord a Sud. Una crescita economica forte e sostenibile non può essere perseguita in assenza di una seria coesione sociale. Università, istituti di ricerca e la stessa Banca d’Italia confermano che investire fortemente nelle politiche di coesione non solo riattiverebbe il processo di sviluppo delle aree periferiche, ma comporterebbe effetti benefici sull’intera economia nazionale. Purtroppo, stando a quanto emerge da numerosi studi, negli ultimi decenni il gap Nord-Sud è aumentato, gettando le basi per un preoccupante spopolamento delle aree meridionali. Solamente tra il 2002 e il 2017 oltre 2 milioni di cittadini hanno abbandonato il Mezzogiorno, più della metà giovani e di cui il 33% laureati. Quella assunta oggi è un’iniziativa legislativa, costruita con il contributo fattivo dell’organismo tecnico dell’Intergruppo, che mira  proprio a garantire equità nella distribuzione ai territori delle risorse nazionali e dell’Unione Europea, atteso che finora questo non è mai avvenuto. La conseguenza è stata negli anni un’enorme sottrazione di risorse al Mezzogiorno, confermato da tutti gli studi condotti dai più autorevoli ed accreditati  Istituti di ricerca,  come l’Eurispes. Questo istituto dal 1987 pubblica annualmente il ‘Rapporto Italia’, un lungo documento analitico sull’assetto politico ed economico della società italiana. Purtroppo, ha ricordato Caramiello,  come certificato nel suo ‘32° Rapporto Italia’ da Euripes: “Se, della spesa pubblica totale, si considera la fetta che ogni anno il Sud avrebbe dovuto ricevere, corrispondente in percentuale alla sua popolazione, vien fuori che, complessivamente, dal 2000 al 2017, la somma sottrattagli ammonta a più di 840 miliardi di euro, netti (in media, circa 46,7 miliardi di euro, netti, l’anno toltigli)”.

Come intendete procedere per garantire che il  Sud non patisca più sottrazioni e che le risorse  arrivino secondo un criterio di equità?

“Caramiello” – Con l’iniziativa legislativa nata nell’Intergruppo, si intende proporre lo stesso meccanismo di riparto utilizzato dall’Unione Europea per suddividere i circa 800 miliardi del Recovery Fund tra gli Stati Membri.: “in base alla numerosità della popolazione, all’inverso del prodotto interno lordo (PIL) pro capite e al relativo tasso di disoccupazione di ciascuno Stato membro”. Inoltre, nella considerazione che lo sviluppo socio-economico di un’area non si misuri soltanto in termini di crescita del PIL e/o di altri indicatori prettamente economici, nell’ottica concreta di un’equa distribuzione delle risorse ordinarie statali a favore delle regioni meridionali, abbiamo  aggiunto,  accanto ai precedenti criteri, l’indice di sviluppo umano (ISU).

Quindi, mi pare di capire che introducendo lo stesso meccanismo europeo le cose andrebbero meglio per il Sud, in termini di risorse assegnate. Poi avete pensato di aggiungere l’ISU. Ci fa capire meglio di che cosa si tratta ?

“Caramiello” –  L’ISU è un indice comparativo dello sviluppo dei vari territori, calcolato annualmente tenendo conto dei diversi tassi di aspettativa di vita, istruzione e del reddito nazionale lordo pro capite, che è  divenuto uno strumento standard per misurare l’effettivo benessere di un paese e, all’interno di questo, come nel caso dell’Italia,  delle sue regioni. In sostanza, con la proposta di legge sull’equità territoriale intendiamo  fare un passo in avanti e modificare la clausola del 34%, prevedendo che il riparto non avvenga più considerando solo il criterio della ‘numerosità della popolazione residente nel Meridione’, che non garantisce la necessaria equità nel corretto riparto delle risorse. Vogliamo che si  applichino  anche le ulteriori 2 variabili, già considerate da Bruxelles per il riparto del Recovery Fund tra gli Stati Membri, nonché , come ho detto, introdurre un nuovo e più appropriato criterio, costituito dall’ISU che tiene conto  anche di elementi di natura qualitativa.

Come immaginate si possa monitorare che, una volta approvata la legge e applicati i nuovi criteri di ripartizione delle risorse sul territorio, si rispetti il principio dell’equità territoriale?

“Caramiello” –  Il secondo comma dell’art.1 della proposta di legge che ci apprestiamo a depositare , modificando il comma 3 dell’art.7 bis,  di cui al decreto legge 29 dicembre 2016, n. 243, convertito in legge con modificazioni dalla legge 27 febbraio 2017, n. 18, prevede che il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e per il PNRR debba sia presentare alle Camere una Relazione annuale sull’attuazione della clausola del 34% (come già disposto dalla legislazione vigente, che si intende modificare), sia pubblicarla sul sito web ufficiale del Ministero.

Infine, la proposta prevede che  il Ministro – che deve indicare nella suddetta Relazione anche “le idonee misure correttive eventualmente necessarie” – in forza della proposta dovrà anche curarsi che il Governo applichi le stesse misure correttive, garantendo il rispetto dei principi di equità territoriale”.

L’intervista al Presidente, Alessandro Caramiello, ci ha consentito di capire a fondo, non solo il contenuto e gli obiettivi della proposta di legge sull’equità territoriale, ma anche lo spirito e la determinazione con i quali l’Intergruppo parlamentare “Sud, Aree interne e Isole minori” intende procedere a difesa degli interessi di un Mezzogiorno in sofferenza da troppo tempo che non può più aspettare.

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