Economia, la solida Germania nasconde il deficit. La Germania, dopo vent’anni, torna in crisi. Il reale deficit, secondo quanto richiamato dalla Corte dei Conti tedesca, risulta essere del 2,4% e cioè ben cinque volte quello ufficialmente dichiarato dal Ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner.
Germania, i conti non tornano
Soltanto tre mesi fa, al Consiglio Ecofin di Lussemburgo, il Ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner si distingueva per avere una delle posizioni più austere riguardo alla riforma del Patto di stabilità. Dunque sembra paradossale, come proprio lui, sia stato richiamato dalla Corte dei conti tedesca per aver nascosto le reali condizioni economiche del paese. Nel mirino, i cosiddetti “Sondervermoegen” ovvero veicoli finanziari con cui si pensava di finanziare spese fuori bilancio. Ma ciò non può essere possibile, in quanto in contrasto con le direttive europee. Anche Bruxelles, al riguardo, ha tuonato contro il governo tedesco. No a fondi speciali per escludere spese dal deficit pubblico nazionale.
Ma questa, per il governo tedesco, non sembra essere una novità. Nel corso degli anni, di frequente, si è ricorsi a fondi speciali. Tra cui un fondo speciale per potenziare le forze armate (Bundeswehr) da 100 miliardi. Nato lo scorso anno circa la situazione in Ucraina, per raggiungere l’obiettivo NATO di spendere almeno il 2% della produzione economica per la difesa a partire dal 2024. Tale fondo è destinato soltanto all’acquisto di armamenti, ma secondo la Corte dei conti tedesca, non sarebbe andata così.
Germania, da realtà trainante a fanalino di coda
In generale, questo risulta essere un periodo delicato per la Germania. Alla notizia del deficit, si sommano inflazione, crisi energetica ed una situazione politica instabile. Secondo il Fondo monetario internazionale, la Germania quest’anno potrebbe essere l’unico membro del G7 con un calo del Pil, stimato allo 0,3%. Lo stesso cancelliere tedesco Scholz, al parlamento tedesco, ha chiesto di superare la “muffa della burocrazia e dell’avversione al rischio”. Che, secondo il suo parere, negli ultimi anni sono stati una zavorra per l’economia tedesca. In tal senso, lo stesso Scholz ha proposto delle misure volte a snellire la burocrazia del paese ed accelerare la digitalizzazione dell’economia.
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