Ischia, Capri e Procida: le eccellenze enogastronomiche del Golfo di Napoli

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Riconoscere e comunicare le diversità alimentari italiane partendo dalle isole principali del golfo di Napoli, affermate per essere le mete turistiche più ambite dagli stranieri.

di Chiara Vasciminni

Le differenze enogastronomiche in Italia

Le isole del Golfo di Napoli sono il fiore all’occhiello del nostro “Bel Paese”, al quale viene attribuito questo soprannome per un motivo, anzi, per svariati motivi. Uno fra tanti, senza dubbio è l’immenso patrimonio enogastronomico che lo contraddistingue.

L’Italia è al primo posto nel mondo per diversificazione gastronomica, ciò significa che in ogni singola regione, comune e frazione (spesso confinanti tra loro) si possono trovare prodotti, ricette e culture alimentari diverse. Uniti geograficamente ma con una forte e decisa differenziazione nel modo di essere, vivere e cucinare.

Se pensiamo alle differenze tra Nord e Sud, anche se sembra di riportare a galla sempre gli stessi stereotipi, è come se ci fosse una netta linea divisoria nel modo di mangiare e di produrre vino. Il nord si avvicina molto più alle usanze francesi ad esempio o quelle tedesche, come per l’utilizzo del burro al posto dell’olio d’oliva, o ancora, nei dolci, dove viene utilizzata molto la cannella, spezia simbolo di alcuni paesi europei.

In questa panoramica così vasta e piena di sfaccettature, le isole hanno una storia a sé, un concetto di cucina spesso diverso a quello che in molti credono essere vero ed in particolare, le isole del golfo di Napoli: Ischia, Capri e Procida.

Ischia, la storia millenaria della produzione di vino

Ischia, dapprima chiamata Pithecusa (l’isola delle scimmie) fu la prima stazione dove i Greci nel 770 a.C sbarcarono, precisamente nella baia di San Montano nell’affascinante comune di Lacco Ameno. Da lì iniziarono a piantare dapprima piante di ulivo, fico e viti ed ancora oggi la produzione di vino a Ischia è una delle prime attrazioni che richiamano ogni anno moltissimi turisti e appassionati.

Camminando per l’isola l’odore di uva è assicurato, durante la stagione della vendemmia ogni stradina, costeggiata dai tipici muri a secco, viene percorsa dai tanti amatori di quest’arte millenaria. Nelle case degli ischitani, per chi ha la fortuna di avere un pezzo di terra, viene ancora oggi prodotto il vino come si faceva anni fa, una tradizione che continua ad essere vivida tra gli abitanti dell’isola. Tra i vitigni più famosi ed esportati vi è sicuramente la Biancolella, uva a bacca bianca e il “per e’ palumm” a bacca rossa, chiamato così per la somiglianza del graspo alla zampa di piccione.

Non solo vino, questo è ovvio. La domenica ad Ischia, come in molte aree del sud Italia, è sacra e bisogna onorarla con il tipico pranzo ischitano: bucatini al sugo di coniglio, carne di coniglio, patate ed insalata di “rinforzo”.

Il coniglio all’ischitana è un altro simbolo indiscusso della tradizione culinaria, preparato nel classico tegame in terracotta con pomodorini e piperna, pianta aromatica che cresce spontaneamente, simile al timo e nota per la produzione dell’amaro piperna, utilizzato come digestivo dopo gli abbondanti pranzi domenicali.

Capri e la Caprese conosciuta in tutto il mondo

La caprese prende il nome dall’isola e già questo è un buon modo per associare una delle isole più affascinanti d’Italia, se non del mondo, alla tipica insalata caprese, fatta con pomodoro, mozzarelle e basilico. Quando si parla di caprese però, bisogna fare delle distinzioni perché, se è vero che nell’immediato si pensa all’insalata, esistono anche i ravioli e la torta caprese.

I ravioli sono anch’essi conditi con del semplice pomodoro, mozzarella e basilico e in ogni ristorante dell’isola si possono trovare. È sicuramente un piatto molto semplice ma che racchiude in sé in concetto di “italianità” che soprattutto gli stranieri, ricercano. Gli ingredienti chiaramente dovranno essere di qualità altissima, la cottura precisa e il procedimento svolto con amore. Ed ecco che viene fuori un primo piatto semplicemente unico.

Passando al dolce, la torta caprese è tra le torte più amate dagli italiani, il dolce che acquisti quando vuoi fare bella figura e allo stesso tempo accontentare tutti, poiché è anche molto amato dai bambini, essendo prevalentemente una torta al cioccolato che però ha un suo preciso procedimento non sempre semplice da eseguire.

Può capitare infatti, soprattutto per chi cerca di replicarla in casa, che la consistenza venga troppo secca o troppo umida, questo per via delle mandorle che devono essere estremamente calibrate nella dose. Esistono anche delle varianti: al limone, più fresca e delicata o al cioccolato bianco e pistacchio, sicuramente più dolce.

I limoni di Procida

Procida è la più piccola tra le principali isole del golfo, forse anche la meno conosciuta nonostante la nomina di capitale della cultura 2022. Spesso viene visitata per lo più come sosta durante una giornata passata in barca, fermandosi nel borgo marinaro più antico dell’isola, nonché il più turistico: Marina Corricella. Qui è possibile trovare oltre il pesce fresco e tutte le pietanze più famose della Campania, anche prodotti prettamente del luogo, come i limoni di Procida, chiamati marzaioli, nome che fa riferimento al mese di marzo, nel quale i limoni raggiungono il massimo della maturazione. A differenza del classico limone, l’acidità dei marzaioli è contenuta e la parte bianca è poco amara. L’insalata viene preparata in modo semplice: aglio, succo di limone, olio, menta e la parte bianca del limone, alcuni aggiungono anche la cipolla.

I limoni a Procida vengono utilizzati anche per produrre il famoso limoncello e per dar vita a creme al limone artigianali con cui si farciscono le lingue di Procida, un’altra tipicità dell’isola. Si tratta di un dolce da colazione, simile al cornetto, realizzato con pasta sfoglia e appunto, crema di limone all’interno. Esiste un bar / pasticceria sul porto di Procida dove è possibile mangiarne di ottime.

Ischia, Capri e Procida sono isole da visitare con il giusto tempo, abbandonando il semplice concetto di “bello” e scoprendo le vere storie, tradizioni e usanze di questi incredibili luoghi.

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