La storia del pozzo ‘miracoloso’ del convento di Sant’Antonio a Portici

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In un precedente articolo abbiamo affrontato la storia di un pozzo considerato ‘miracoloso’, quello situato presso Via Università, nell’ex strada regia delle Calabrie. Ma non è il solo. In pochi sanno che un secondo pozzo prodigioso è situato all’interno del convento di Sant’Antonio

Il pozzo dei miracoli del Convento di Sant’Antonio

Profondo trentatré metri, è dedicato a San Francesco ed è considerato frutto di almeno due miracoli. Il Poverello di Assisi, infatti, lo avrebbe scavato nel 1222 per dissetare i muratori impegnati nella costruzione della casa e per il bisogno dei frati. Scrisse don Nicola Nocerino: “corre tradizione fra i Religiosi, che questo S. Patriarca (…) col bastone percuotendo il vivo masso di bitume, fatto vi avesse un pozzo mirae prufunditatis, che oggi anche esiste. Ciò se sia vero lo lascio a Critici ed alle storie e Croniche più veritiere di questi Religiosi”. Il vivo masso di bitume è la colata lavica perforata dal bastoncino del Santo. II pozzo si seccò. Lo riportò in vita – continua la leggenda – un altro santo: Giacomo della Marca, nato nel 1393 a Monteprandone e morto a Napoli nel 1476. Giacomo compì nella nostra regione, negli ultimi anni di vita, alcuni dei novanta miracoli a lui ufficialmente attribuiti (quelli ufficiosi superano i centomila).

San Giacomo fece un semplice segno di croce, e l’acqua tornò e permise il rapido completamento dei restauri del convento. Il prodigio fu descritto da frate Venanzío Nagni da Fabriano e rievocato nel 1970 in un lungo poema del francescano Giuseppe Gangale.

Tra racconti o realtà, quel che è certo che la nostra terra serba un vastissimo patrimonio immateriale di miti e leggende, affascinanti da raccontare e conoscere

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