Sul tema dello sviluppo del Mezzogiorno, affrontato questa volta con un approccio diverso, che parta dal basso, coinvolgendo le imprese e la comunità sociale, abbiamo intervistato Sabatino Nocerino, Presidente di CNA Costruzioni Campania e Presidente della 6°Commissione Intergruppo parlamentare “SUD, AREE FRAGILI E ISOLE MINORI”.
La scelta di sentire un rappresentante autorevole delle imprese artigiane non è affatto casuale e, al contrario, si pone quasi come indispensabile in un Paese e in un Mezzogiorno dove la micro e piccola impresa artigiana costituiscono da sempre la principale e più resiliente ossatura del tessuto economico produttivo.
L’occasione di sentire gli artigiani nasce dalla pubblicazione del “Manifesto per lo sviluppo della Campania”, un’iniziativa che si pone l’obiettivo di ricercare soluzioni concrete, non solo alle questioni più prettamente economiche ma anche a quelle che riguardano gli assetti sociali, istituzionali e partecipativi. Evidentemente, la ricetta proposta da CNA e da LegaCoop produzione e servizi Campania ha un respiro ben più ampio di quello di offrire soluzioni solo per questa regione. Il Manifesto interconnette tanti temi che, del resto, sono quelli che dovrebbero necessariamente entrare nell’agenda politica istituzionale del Governo del Paese.
L’intervista a Sabatino Nocerino
Presidente Nocerino, sta riscuotendo un grande successo l’iniziativa che CNA Costruzioni Campania ha avviato insieme a Legacoop P&S Campania per dare vita a un “Manifesto per lo sviluppo della Campania” che prevede la nascita di un Cantiere di Ascolto e Partecipazione dei cittadini e delle imprese a livello regionale e di tanti Cantieri sperimentali applicati in ogni Comune delle 5 province campane. Ce lo vuole spiegare meglio?
“L’iniziativa nasce dalla necessità di non continuare a guardare con sguardo settoriale alle questioni che interessano le costruzioni, il territorio, i paesi e le città campane. Alle pietre, ai mattoni, ai cementi o asfalti, per intenderci. Abbiamo una estrema necessità di analizzare le questioni mettendo al centro dei ragionamenti le persone, i cittadini, le imprese. Ai Cantieri di Partecipazione democratica che avvieremo chiederemo di analizzare e capire le relazioni che intercorrono tra sistemi economici e sistemi sociali.
Il nostro obiettivo è quello di lavorare insieme alle comunità locali per ricercare sempre il punto di equilibrio tra la città delle pietre e la città delle genti”.
Ci pare di capire che quella proposta costituisca una vera e propria rivoluzione culturale, orientata a fare viaggiare insieme l’equilibrio tra le attività umane, economiche e sociali e lo spazio fisico dei nostri paesi e delle città.
“È proprio come dice. Veda, noi crediamo che il nostro Paese e il nostro tempo debbano vederci lavorare insieme per costruire progetti necessari e giusti. E i progetti devono essere necessari per la gente, giusti per le comunità locali. Sono già molti i Comuni di ogni provincia della nostra regione che ci chiedono di aderire al Progetto e di valutare di avviare un Cantiere di Partecipazione in sede locale. Queste richieste ci emozionano. E’ come se i nostri paesi, anche piccoli, abbiano capito, senza necessità di spiegazioni ulteriori, che le pietre, anche i contesti meravigliosamente distinti urbanisticamente e architettonicamente per vivere bene, hanno necessità che si parta dai bisogni dei propri cittadini. Si tratta di una cosa che non è scontata. E scontato non sarà, mi permetta di dirlo, il metodo di lavoro che applicheremo sul campo per le analisi. Intendiamo partire dalla sacralità dei luoghi e delle culture locali senza calare dall’alto soluzioni bislacche: i nostri rilievi ci porteranno ad osservare, punto notevole per punto notevole, opificio per opificio, casa per casa, via per via, parte di paese per parte di paese, parte di territorio per parte di territorio. E poi tutto questo ci porterà a discuterne con i cittadini e con le imprese. Intendiamo assumere una responsabilità grande poiché chiederemo ai cittadini di aiutarci a capire gli elementi che danno valore fondamentale ai territori dove il Cantiere realizzerà sperimentazioni applicate.
Mi permetta di evidenziarle l’emozione e l’orgoglio che proviamo (da artigiani delle costruzioni e da cooperatori) nel costruire insieme alle Amministrazioni locali una posizione comune sull’importanza del territorio, come bene comune che accoglie le nostre case, i nostri luoghi di lavoro e quelli di incontro, quelli di formazione, di cultura e di svago, fortificato dalle reti tecnologiche e dai sistemi della mobilità.
Presidente Nocerino si tratta, quindi come dice, di un’esperienza unica, in Italia e forse anche a livello europeo. È come se voi vi accingeste ad intervenire sui sistemi urbani, sociali ed economici della Campania attraverso la nascita di un: “Sistema Territoriale di Cantieri di Ascolto e Partecipazione” al quale affidate l’obbligo di operare, orientandosi per ricercare equilibrio tra concretezza e idealità.
“Non so se si tratta di percorsi nuovi, certamente sono percorsi necessari e non più rinviabili. Noi crediamo che non possiamo perdere di vista le radici dell’evoluzione municipale di ciascuno dei nostri Comuni.
Abbiamo molto discusso, tra di noi circa il fatto come, trasformazioni lasciate talvolta alla “concretezza del mercato”, si siano dimostrate di difficoltosa attuabilità.
E che progetti apparentemente astratti di equilibrio del territorio, di rispetto ambientale, di valorizzazione dei centri minori, si rivelano spesso concretamente attuabili”.
Ma se si tratta di proposte operative per lo sviluppo, dalle ricadute economiche e sociali così importanti, non arriva forse tardi l’iniziativa del vostro Manifesto per lo sviluppo della Campania?
“Ritengo di no. Lo spazio per intervenire è ancora tanto. Dobbiamo lavorare insieme per la messa a fuoco di procedure capaci di trattare economia, società e territorio in modo tale da fare emergere: Qualità, Caratteri e Frammenti.
La qualità, intesa come l’insieme delle caratteristiche che strutturano i nostri territori e la loro capacità o impossibilità di soddisfare le esigenze di buona vita dei cittadini e di buon funzionamento dell’economia.
I caratteri, letti come quell’insieme di segni che costruiscono le identità del nostro popolo.
I frammenti, trattatiper la volontà di non perdere mai di vista quella miriade di parti minuscole che caratterizzano quella che un tempo fu davvero una terra di riferimento culturale e sociale, oltreché politico”.
Un compito difficile vi è stato quindi assegnato, al quale ci sentiamo, come testata del Mezzogiorno, di fare i migliori auguri.
“La ringrazio per gli auguri e ringrazio i vostri lettori poiché abbiamo necessità di lavorare insieme, di fare squadra, di non sentirci soli. E solo così che possiamo tentare di lavorare sui temi dell’Abitare, sull’esercitare attività economiche, sul praticare la vita sociale e culturale.
Un modo, mi permetta di salutare così i lettori, che vuole essere l’auspicio e anche il volano per guarire dalle ferite profonde che qui quotidianamente constatiamo nell’attraversare la nostra amata terra”.
Un ultima domanda Presidente: se dovessi chiederle di ideare un motto del Cantiere per la città, l’economia urbana e la socialità, a che cosa penserebbe?
“Le risponderei con tre parole d’ordine: SPERIMENTALITÀ, GRADUALITÀ, REVERSIBILITÀ. Abbiamo bisogno di nuove prassi nel nostro Paese; capaci di costruire regole nuove che sappiano aiutare a sperimentare gradualmente e tornare indietro per correggere quello che non dovesse funzionare”.
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