lunedì, Dicembre 30, 2024
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L’Attentato a Magdeburgo: Una Tragedia che Ha Scosso la Germania

I mercatini di Natale, simbolo di convivialità e tradizione, sono una delle attrazioni più amate durante le festività in Germania. Luoghi dove la gente si riunisce per celebrare lo spirito natalizio e godere della magia delle luci festive. Tuttavia, nel cuore della stagione delle feste, un evento tragico ha scosso la città di Magdeburgo, portando con sé il dolore e la paura che il terrorismo può suscitare.

Il contesto dell’attentato

Magdeburgo, capitale del Land della Sassonia-Anhalt, è una città con una lunga storia e una forte tradizione nelle celebrazioni natalizie. I suoi mercatini di Natale, che si svolgono ogni anno nel centro storico, attirano migliaia di visitatori provenienti da tutta la Germania e dall’estero. L’atmosfera che caratterizza questi mercatini è quella di una festa familiare e gioiosa, un luogo dove adulti e bambini possono rifugiarsi nella magia del Natale. Tuttavia, lo scorso 18 dicembre, un attentato ha gettato un’ombra oscura su questa tradizione: un’auto investe le bancarelle, provocando 4 morti e decine di feriti. L’autore dell’incidente, un saudita non islamista, è stato arrestato. La Farnesina ha confermato che tra le vittime non ci sono italiani. Si chiama Taleb Al Abdulmohsen il 50enne originario della Arabia Saudita lavora a bernburg a sud di Magdeburgo capitale dello Stato federale della Sassonia. È arrivato in Germania nel 2006 aveva noleggiato il veicolo poco prima della tragedia. L’interrogatorio è ancora in corso non ci sono prove di legami dell’uomo con associazioni terroristiche ma gli inquirenti non escludono nessuna ipotesi. Sul sedile del passeggero era stato trovato un bagaglio perquisito, le autorità sospettavano fosse esplosivo: lo hanno escluso. L’uomo, di cui circola la foto di un passaporto scaduto nel 2012, sarebbe risultato positivo al test antidroga condotto dopo il suo arresto.

La Dinamica dell’Attacco

Taleb Al Abdulmohsen ha percorso almeno 400 metri a velocità folle nel bel mezzo delle famiglie che affollavano i mercatini di Natale. Ha scelto con molta probabilità un’auto compatta, non casualmente: un modello che gli ha permesso di sfruttare uno spazio stretto, utilizzandola come un ariete per portare a termine il suo piano, ancora incomprensibile nelle sue motivazioni. Di certo, alle 19.04 di venerdì 20 dicembre, il medico aveva deciso di compiere una strage. Partito da Bernburg, ha noleggiato una BMW scura e poco dopo le sette di sera ha imboccato una strada chiusa al traffico, destinata a ospitare le tipiche casette di legno dei mercatini di Natale. Un video registrato da una telecamera di sicurezza non lascia spazio a dubbi: l’azione è stata premeditata. La zona del Vecchio Mercato, dove si tengono i mercatini, è altamente sorvegliata ed è situata a pochi passi dal municipio. L’auto entra nell’inquadratura e comincia a zigzagare tra la folla, tentando di investire quante più persone possibile. Sfreccia per alcuni centinaia di metri mentre scoppia il panico attorno. Le immagini evocano tragici ricordi, simili a quelli degli attacchi dell’Isis a Berlino e Nizza, avvenuti quasi dieci anni fa, con modalità analoghe. Il bilancio dell’attacco è drammatico: 4 vittime e oltre duecento feriti. Una testimone intervistata dalla Bild è convinta che tra le vittime ci siano anche bambini, poiché l’auto ha puntato deliberatamente contro la “Maerchen-bereich”, l’area dedicata ai personaggi delle fiabe, particolarmente frequentata da famiglie con bambini nei mercatini di Natale.

L’Identità dell’Attentatore e le Ipotesi Sulle Motivazioni

Le indagini iniziali hanno rivelato che l’attentatore era un individuo noto per la sua affiliazione a un gruppo estremista che promuove ideologie violente e anti-occidentali. Secondo alcune fonti interne, l’attentatore potrebbe aver agito per motivazioni politiche o religiose, mirando a colpire un simbolo della cultura e della vita sociale tedesca, come i mercatini di Natale, che rappresentano un forte legame con le tradizioni occidentali. Le modalità dell’attacco e la scelta di un obiettivo simbolico suggeriscono la volontà di minare la stabilità interna della Germania, proprio nel cuore delle sue celebrazioni natalizie. Nonostante ciò, le indagini sono ancora in corso e la possibilità di un coinvolgimento più ampio, magari con complici o gruppi di supporto, è oggetto di approfondimento. Le forze di polizia hanno anche interrogato alcuni testimoni e hanno monitorato attività sospette sui social media per tracciare eventuali indizi che possano fornire chiarezza sul contesto dell’attacco.

De Luca condannato: 609.000 euro per le Covid Card

Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, è stato condannato dalla Corte dei Conti a risarcire 609.000 euro per danno economico alle casse regionali. La sentenza riguarda le “Covid Card”, tessere introdotte nel 2021 per certificare la vaccinazione anti-Covid, ma ritenute un inutile duplicato del Green Pass già in uso a livello nazionale. La decisione solleva interrogativi sull’utilizzo delle risorse pubbliche e sulle politiche adottate durante l’emergenza sanitaria. De Luca ha annunciato ricorso, sostenendo che le card fossero una misura necessaria per tutelare i cittadini durante la pandemia.

Covid Card in Campania: uno spreco da 3,7 milioni secondo la Corte dei Conti

Nel febbraio 2021, durante la pandemia da Covid-19, la Regione Campania introdusse le “Covid Card”, tessere digitali pensate per attestare l’avvenuta vaccinazione dei cittadini. Distribuite gratuitamente e collegate al sistema sanitario regionale, queste card avevano lo scopo di semplificare l’accesso a servizi pubblici e luoghi a rischio, garantendo maggiore sicurezza e rapidità rispetto ai documenti cartacei.

L’iniziativa, concepita come una risposta locale alla pandemia, anticipava le misure che sarebbero state poi adottate a livello nazionale. Tuttavia, con l’arrivo del Green Pass nel maggio 2021, le “Covid Card” persero rapidamente utilità, diventando di fatto inutilizzate. La Corte dei Conti ha giudicato il progetto, costato complessivamente 3,7 milioni di euro, uno spreco di risorse pubbliche, ritenendolo un duplicato inefficace. Questo ha sollevato interrogativi sull’efficienza e sulla coerenza delle scelte amministrative adottate durante l’emergenza.

La Corte dei Conti condanna De Luca: 609.000 euro di risarcimento per le Covid Card

Il 20 dicembre 2024, la Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti della Campania ha condannato Vincenzo De Luca a risarcire 609.000 euro per danno erariale. La Corte ha ritenuto che le “Covid Card” fossero un inutile duplicato del Green Pass nazionale, comportando una spesa complessiva di circa 3 milioni di euro, giudicata ingiustificata rispetto ai risultati ottenuti.

La condotta di De Luca è stata considerata dolosa, attribuendogli una responsabilità diretta nel danno erariale. La sentenza ha anche sollevato riflessioni sull’efficacia delle risposte locali alle emergenze nazionali. In risposta, De Luca ha dichiarato: “Rivendico pienamente e con orgoglio le decisioni assunte a tutela della salute dei miei concittadini. Ovviamente, la sentenza sarà immediatamente impugnata. Non vorrei dover rispondere del reato di efficienza”. I prossimi passi legali potrebbero influenzare ulteriormente il dibattito sulla gestione delle risorse pubbliche.

Corte dei Conti: le implicazioni politiche per De Luca e il dibattito sul terzo mandato

La recente condanna della Corte dei Conti potrebbe avere ripercussioni significative per Vincenzo De Luca, sia come presidente della Regione Campania sia come figura politica nazionale. La sentenza ha suscitato critiche da parte di esponenti dell’opposizione, come Maurizio Gasparri di Forza Italia, che ha definito “disastrosa” la gestione delle risorse pubbliche da parte di De Luca.

All’interno del Partito Democratico, questa vicenda potrebbe riaccendere il dibattito sulla possibilità di un suo terzo mandato, un tema già controverso e divisivo. Sul piano amministrativo, la condanna sottolinea la necessità di bilanciare decisioni rapide in contesti emergenziali con il rispetto dei principi di trasparenza ed efficienza. Resta da valutare come questa vicenda influenzerà la fiducia dell’opinione pubblica, in un momento in cui le istituzioni regionali affrontano crescenti pressioni per una gestione più responsabile delle risorse pubbliche.

È morto Jimmy Carter, aveva 100 anni

Jimmy Carter, il presidente più longevo della storia è morto all’età di 100 anni. Da tempo sotto cure palliative, l’ex presidente democratico ha governato gli Stati Uniti in un periodo di lentezza economica e malessere sociale, entrando nella storia per aver tentato di rendere la politica un po’ più umana.

Il presidente più longevo della storia americana

Jimmy Carter fu il 39° presidente degli Stati Uniti tra il 1976 e il 1981, alla fine della cosiddetta seconda distensione della Guerra Fredda. Crisi energetica, problemi economici, colpi di stato sono solo alcune delle tante sfide che  Carter dovette affrontare durante il suo singolo mandato. Infatti, egli fu uno di quei presidenti a non essere rieletto per un secondo mandato, come George H. W. Bush.

Nonostante non era conosciuto a livello nazionale, Carter riuscì non solo a vincere le primarie del suo partito, ma riuscì anche a sconfiggere il suo avversario repubblicano Gerald Ford, presidente in carica dopo le dimissioni di Richard Nixon inseguito allo scandalo Watergate.

Fu proprio lo scandalo Watergate ad avvantaggiare la corsa di Carter alla Casa Bianca, favorito anche dall’amnistia che il presidente Gerard Ford, succeduto a Nixon, concesse a quest’ultimo e che il popolo americano non condivise. Carter si concentrò nei suoi discorsi molto sulla necessità di cambiare il modo in cui si pensava e si faceva politica, percorrendo la via dell’onestà e della rettitudine. Ciò che gli permise la vittoria fu il fatto di essere diverso dagli altri: un outsider, un imprenditore prestato alla politica. Carter aveva adottato un approccio improntato sulla realpolitik, concetto non aveva mai caratterizzato il sistema di valori democratici americano.

Dopo la sua elezione Carter assicurò alla nazione che avrebbe ristabilito i principi morali e i diritti umani come idee guida fondamentali della sua politica estera. Tuttavia, la sua vittoria agitò notevolmente Mosca e le sfere alte dell’URSS, soprattutto dopo la richiesta del neoeletto presidente americano di permettere ad Andrei Sakharov, dissidente russo censurato e perseguitato, di parlare in pubblico liberamente.

La rivoluzione iraniana e la fine della Presidenza Carter

Nel novembre del 1979, mentre Stati Uniti e Unione Sovietica portavano per le lunghe le ultime fasi degli accordi Salt II sul controllo delle armi strategiche, i seguaci del leader iraniano l’Ayatollah Khomeini assaltarono l’ambasciata americana a Teheran e presero in ostaggio 66 americani, di cui 52 di essi non vennero rilassati fino al 1981. In quel momento i fondamentalisti islamici avevano ormai consolidato il proprio controllo in Iran. L’impatto della rivoluzione iraniana decretò la «morte politica» di Jimmy Carter, avvalorando l’idea che fosse un presidente troppo debole per guidare una nazione chiamata a combattere il comunismo. La vicenda degli ostaggi contribuì infatti in larga misura alla vittoria di Ronald Reagan nelle elezioni presidenziali del 1980.

L’eredità politica di Jimmy Carter

Per la maggior parte degli storici americani, Carter è stato uno dei presidenti più sottovalutati dell’ultimo secolo per il ”fallimento” della sua presidenza, quando in realtà fu più significativa di quanto sembri. Tuttavia, grazie a Jimmy Carter si ebbero gli accordi di pace tra Israele ed Egitto a Camp David, l’accordo SALT II, la normalizzazione delle relazioni diplomatiche e commerciali con la Cina, la riforma dell’immigrazione. Fu lui che rese il rispetto dei diritti umani un principio cardine della politica estera americana e contemporanea.

Dopo la sua presidenza Carter si dedicò al sociale, all’aiuto dei meno ambienti e dei più sfortunati, americani e non americani. Di solito i presidenti americani dopo la fine della loro Amministrazione si ritirano a vita privata scrivendo le proprie memorie, Carter invece costruì case per i poveri negli Stati Uniti e all’estero e continuò a monitorare le elezioni in alcuni dei paesi più turbolenti e travagliati del mondo.

Nel 2002 Carter ricevette il Premio Nobel per la Pace grazie al suo «sforzo decennale nel trovare soluzioni pacifiche a conflitti internazionali».

Le sfide per il nuovo anno lanciate da Confimi Industria Campania e Consorzio Suggestioni Campane Promotion

Presso l’elegante cornice dell’Hotel Sakura di Torre del Greco, il 27 dicembre scorso si è tenuto il tradizionale brindisi di fine anno di Confimi Industria Campania e Consorzio Suggestioni Campane Promotion, le vivaci associazioni d’impresa guidate dal Presidente Luigi Carfora.
L’incontro, che ha registrato la partecipazione ed il contributo di importanti ospiti del mondo istituzionale, imprenditoriale e della cultura, è stata l’occasione per celebrare i traguardi raggiunti nel 2024 e, al contempo, per lanciare, nel nuovo anno, proposte concrete di sviluppo economico del territorio.
Tra i protagonisti della serata torrese, Gennaro Saiello, Consigliere regionale, che ha sottolineato l’importanza dell’innovazione e della sostenibilità come leve per la competitività: “La Campania ha un potenziale straordinario. Innovazione e sostenibilità devono guidare le nostre imprese verso il futuro, creando valore per il territorio e opportunità per le nuove generazioni”. Il Consigliere ha ribadito l’impegno della Regione nel sostenere le attività produttive locali, evidenziando la presenza di numerosi strumenti d’incentivo messi a disposizione per il rilancio delle PMI.
A seguire, il saluto del Comandante dell’Aeroporto Militare “Ugo Niutta” di Capodichino, Colonnello Massimo Maieron, che ha sottolineato il ruolo strategico dell’aeroporto militare campano: “La sicurezza e la logistica aerea sono pilastri fondamentali per il nostro territorio. Collaboriamo con le istituzioni e le imprese locali per garantire efficienza e supporto operativo, contribuendo allo sviluppo economico”.

Sul tema dello sviluppo e rilancio economico della regione, non ha voluto far mancare il proprio contributo Francesco Barbato, Sindaco di Camposano, che ha evidenziato l’importanza del legame tra amministrazioni locali e imprese: “Il tessuto imprenditoriale è il cuore pulsante delle nostre comunità. Come amministratori, dobbiamo favorire un ambiente che supporti la crescita e crei sinergie tra pubblico e privato”.

Presente all’incontro anche Giovanni Barretta, dell’Ufficio di Presidenza del tavolo tecnico dell’Intergruppo Parlamentare “Sviluppo Sud, Aree fragili e Isole Minori”, che nel portare il saluto del Presidente, On.le Alessandro Caramiello, ha ricordato le numerose iniziative intraprese nel corso dell’anno dall’Intergruppo per lo sviluppo del Mezzogiorno, tra cui i progetti di legge per “l’equità territoriale”, per la tutela delle “isole minori” e per “l’emergenza Vesuvio”, senza dimenticare la grande battaglia, condotta in Parlamento e nelle piazze, contro il progetto dell’autonomia differenziata proposto dalla Lega. Giovanni Barretta nella circostanza ha posto l’attenzione sulla necessità di tutelare con maggiore incisività le aree interne e contrastare i gravissimi fenomeni di progressivo spopolamento qui presenti, ricordando le grandi opportunità che il Sud potrebbe avere se, anche le istituzioni e le comunità locali, ne avessero maggiore consapevolezza: ” Il Mezzogiorno può diventare una forza trainante per l’economia nazionale. Occorre assolutamente puntare sulle grandi infrastrutture (ferroviarie, autostradali e aeroportuali), sulla semplificazione amministrativa e su investimenti mirati per creare un ecosistema imprenditoriale attrattivo e competitivo.”

La cena conviviale è stata, quindi, l’occasione per tracciare un bilancio sui traguardi raggiunti nel 2024 e presentare le sfide per il 2025, tra cui: Il Forum Italia-Africa sul Piano Mattei, tenutosi recentemente presso la Sala dei Gruppi Parlamentari alla Camera dei Deputati, dove il Presidente Luigi Carfora ha partecipato come relatore: “Il Piano Mattei per l’Africa rappresenta una straordinaria opportunità di crescita sostenibile e cooperazione internazionale. Le nostre imprese possono svolgere un ruolo chiave, portando innovazione e valore nei settori di industria, di energia, agricoltura e infrastrutture”.
Carfora ha sottolineato come l’attenzione ai modelli di sviluppo sostenibile e inclusivo possa aprire nuove opportunità di partnership vantaggiose per entrambe le regioni: “una strategia di sviluppo capace di rispettare le naturali vocazioni del territorio e che sia capace di mettere al centro l’uomo”.
Il Presidente Carfora ha poi voluto ricordare i risultati della conferenza sull’Efficientamento della Pubblica Amministrazione, svoltasi qualche tempo fa al Grand Hotel Salerno, con la partecipazione di illustri rappresentanti istituzionali, come il Sottosegretario al Ministero del Lavoro Claudio Durigon, il Presidente della Iª Commissione Affari Costituzionali, Nazario Pagano. In quella occasione, Carfora aveva dichiarato: “È essenziale modernizzare la Pubblica Amministrazione per supportare cittadini e imprese, creando un sistema più efficiente e vicino alle esigenze del territorio”.
Inoltre, il Presidente Luigi Carfora nel conviviale di Torre del Greco ha ricordato alcune iniziative significative promosse dalle associazioni imprenditoriali da lui guidate, tra cui il progetto PSR MOVIDA, le collaborazioni con INAIL e l’Università, nonché i focus sull’innovazione e la conferenza sulla sicurezza sul lavoro organizzata in collaborazione con il Direttore Regionale di INAIL, Daniele Leone.

Visioni e sfide per il 2025

Per quanto riguarda le sfide per il nuovo anno, Il Presidente Luigi Carfora ha ribadito l’impegno concreto di Confimi Industria Campania per il rilancio dello sviluppo economico: “Il 2025 sarà un anno di continuità e ambizione, volto a rafforzare il Made in Italy nel mondo e a promuovere una crescita ed uno sviluppo sostenibile. Progetti come il Piano Mattei e la collaborazione con le istituzioni europee e locali saranno centrali per il nostro lavoro”.

Fonseca paga (giustamente) le sue colpe, ma chi l’ha scelto è ancora li. Al suo posto arriva Conceicao

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Il progetto Fonseca è naufragato dopo appena 6 mesi. Un allenatore sfiduciato sin dal primo giorno da una dirigenza inadeguata e da una squadra ormai a fine ciclo.

Uno paga per tutti

Il Milan cambia allenatore a stagione in corso. Una scelta obbligata, vista la posizione di classifica assolutamente deficitaria. Ma non solo, perché oltre i risultati insufficienti va aggiunto il rapporto da sempre conflittuale fra Fonseca e alcuni senatori della squadra. Prima Leao, poi Tomori e ora Theo.

Fonseca (pur non avendo il pedigree da allenatore di polso) ha provato ad alzare la voce di fronte ad alcune mancanze di rispetto, ma senza il sostegno della società era un mission quasi impossible.

Perché il “gruppo di lavoro” formato da Furlani, Ibrahimovic (disastroso nelle vesti da dirigente) e Moncada una volta preso Fonseca non hanno praticamente mai difeso la propria scelta. Anzi, più volte Fonseca era stato in bilico (per poi essere salvato da qualche vittoria come nel derby). L’ultima chicca è l’aver fatto trapelare l’esonero del tecnico nel pre-gara contro la Roma, per poi mandarlo ai microfoni (da allenatore delegittimato) nel post-gara.

Fonseca non si è dimostrato tecnicamente un allenatore da Milan, ma è stato esemplare sotto l’aspetto sia professionale e sia umano in questi mesi.

Lui resta un problema fittizio, perché i veri problemi della compagine rossonera risiedono altrove (difatti nel mirino della tifoseria rossonera c’è il proprietario Cardinale).

Al suo posto arriva Conceicao per 6 mesi + opzione per un altro anno. Un allenatore di polso e dalla grande esperienza internazionale maturata alla guida del Porto. Il tecnico portoghese debutterà già giovedì sera in semifinale di Supercoppa Italiana contro la Juventus.

Vedremo se la stagione rossonera sarà salvata in extremis, ma la polvere non potrà essere nascosta per ancora troppo tempo sotto il tappeto.

Contributo esterno.

Cecilia Sala e la diplomazia degli ostaggi

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La giornalista italiana Cecilia Sala è stata arrestata io 19 dicembre a Teheran. A renderlo noto è stata la Farnesiana tre giorni dopo l’accaduta, rassicurando che la giornalista sta bene e lavoreranno per farla tornare a casa.

Chi è Cecilia Sala?

Cecilia Sala è una giornalista e scrittrice italiana, nota per il suo lavoro nel giornalismo investigativo e per la sua capacità di affrontare temi complessi con un approccio profondo e analitico. È soprattutto conosciuta per il suo lavoro sul conflitto in Siria, per il quale ha ricevuto numerosi riconoscimenti. Ha lavorato per diverse testate italiane e internazionali, tra cui L’Espresso,  The Guardian e il Foglio. È nota al pubblico, soprattutto giovane, per il suo podcast “Stories”.

“Fate di tutto per liberarmi”

Arrivata nel paese lo scorso 12 dicembre, Cecilia Sala sarebbe dovuta rientrare in Italia venerdì scorso, ma il giorno prima non avendo sue notizie i familiari hanno allertato l’unità di Crisi. “Fate di tutto per liberarmi”, questo avrebbe detto al compagno in una delle sue ultime conversazioni telefoniche prima di essere condotta in carcere. Secondo quanto riportato dall’ambasciatrice italiana a Teheran Cecilia Sala sarebbe in buone condizioni. Non si conoscono ancora  le accuse e i capi di imputazione contro di lei.

La giornalista italiana aveva regolare visto per svolgere per portare avanti inchieste e compiere reportage nel paese, come ha fatto anche in passato.

L’arresto arbitrario di cittadini stranieri o con doppia nazionalità ha origini lontane a Teheran ed è riconducibile alla cosiddetta “diplomazia degli ostaggi” che in passato ha permesso alla Repubblica islamica, in un contesto di sanzioni economiche e isolamento diplomatico, di usare i prigionieri come leva per ottenere favori o la liberazione di iraniani detenuti all’estero. Tra le ipotesi che si sono fatte largo nelle ultime ore c’è proprio quella di una possibile “ritorsione” da parte di Teheran all’arresto avvenuto in Italia il 16 dicembre, 3 giorni prima del fermo della giornalista, del cittadino iraniano Mohammad Abedini Najafabadi, bloccato su ordine della giustizia americana all’aeroporto di Milano Malpensa.

Washington: ‘Iran usa detenuti come leva’

Gli Stati Uniti seguono molto da vicino il caso dell’arresto della giornalista italiana Cecilia Sala. “Siamo a conoscenza” delle notizie sulla detenzione di Sala in Iran, il cui “regime sfortunatamente continua a detenere ingiustamente i cittadini di molti paesi, spesso per utilizzarli come leva politica. Non c’è giustificazione e dovrebbero essere rilasciati immediatamente”, ha detto un portavoce del Dipartimento di Stato.

“Chiediamo ancora una volta il rilascio immediato e incondizionato di tutti i prigionieri detenuti in Iran senza giusta causa. I giornalisti svolgono un lavoro fondamentale per informare il pubblico, spesso in condizioni pericolose e devono essere protetti”, ha messo ancora  in evidenza il Dipartimento di Stato, osservando come gli Stati Unti sono “in frequente contatto con gli alleati e i partner i cui cittadini sono ingiustamente detenuti” da Teheran.

L’Atalanta frena in casa della Lazio per 1-1 e si interrompe la lunga striscia di vittorie della Dea

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All’Olimpico è andata in scena una partita da Premier League. Una gara bella, intensa e ricca di occasioni da rete.

Spettacolo all’Olimpico

Lazio e Atalanta terminano il loro 2024 regalando spettacolo. Classica gara da un tempo per ciascuno.

Il primo tempo è stato completamente a tinte biancocelesti, con i padroni di casa che hanno asfaltato sotto ogni punto di vista la capolista, trovando prima l’incrocio dei pali con Guendouzi e poi andando in vantaggio grazie a Dele Bashiru (su uno scavetto invitante di Rovella).

L’Atalanta non ha subito un passivo peggiore anche e soprattutto grazie a Carnesecchi, che conferma l’ottimo periodo di forma.

Gasperini per riprendere la gara attinge, per l’ennesima volta, dalla sua panchina extra-large. Dopo l’intervallo subentrano Kossounou e Cuadrado e pochi minuti dopo anche Samardzic e Zaniolo.

Sono proprio i neo-entrati a dare la carica giusta e che permettono di rinchiudere i biancocelesti nella propria metà campo. Atalanta che domina in lungo e in largo (con Lookman protagonista) e trova la rete del 1-1 grazie ad una buona combinazione Zaniolo-Lookman che serve Brescianini (subentrato anche lui a pochi minuti dal termine della gara) a porta spalancata.

Rete del pareggio meritata, ma arrivata troppo tardi per auspicare addirittura una vittoria. Se il match fosse durato altri 10 minuti, l’Atalanta avrebbe rischiato di vincere sul serio la gara.

Ma resta comunque un buon pareggio che accontenta entrambe.

Vanno segnalate le dichiarazioni nel post-gara di Gasperini che ha preannunciato nuovi arrivi in casa Atalanta durante il mese di gennaio. La Dea sa di vivere l’occasione della vita e, mai come stavolta, vorranno giocarsela fino in fondo in quel di Bergamo.

Contributo esterno.

Gli Anthemis conquistano il Roma Music Festival con “Gravità”

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Gli Anthemis, band rock emergente di Sant’Antimo, si sono distinti al Roma Music Festival, uno degli eventi più prestigiosi dedicati alla musica indipendente in Italia. Hanno conquistato il premio “Social New Hit” con il singolo “Gravità”, un brano che ha saputo colpire sia il pubblico che la critica. La loro musica, carica di energia e con un forte messaggio sociale, li ha confermati come una delle realtà più promettenti del panorama contemporaneo.

“Non neghiamo che qualche occhio lucido ci sia stato,” hanno raccontato gli Anthemis. “Siamo esseri umani, ed è proprio questa la nostra forza.” Ricevere un premio assegnato dal pubblico è stato particolarmente significativo per la band. “Sapere che Gravità ha toccato così profondamente il cuore degli ascoltatori è un’emozione indescrivibile.”

L’accoglienza al Teatro Golden è stata travolgente. Fin dalle prime note, il pubblico ha mostrato entusiasmo e partecipazione. Ha seguito il ritmo del brano e lo ha cantato durante l’esibizione. “È stato incredibile vedere le persone canticchiare la nostra canzone dal vivo,” hanno raccontato gli Anthemis. “È stato un momento estremamente trainante per noi.” I numerosi complimenti ricevuti durante le pause hanno confermato l’impatto emotivo del brano sugli ascoltatori.

Anche la giuria del Roma Music Festival, composta da esperti del settore musicale, ha espresso un giudizio estremamente positivo. Il maestro Amedeo Minghi ha definito Gravità “un brano ben fatto, composto e maturo”. Ha elogiato l’energia travolgente e la profondità del messaggio sociale. La band ha descritto il brano come una “fotografia dell’attuale momento storico”. Il pezzo affronta con incisività il tema della perdita dell’essere a favore dell’apparire, una riflessione quanto mai attuale nell’era dei social media. Questo doppio riconoscimento, da pubblico e critica, è un forte incoraggiamento per gli Anthemis. Li sprona a proseguire il loro percorso artistico con determinazione e passione.

La vittoria ha aperto nuove opportunità per la band. Hanno ottenuto una vasta copertura mediatica e un notevole incremento di visibilità. Tra i prossimi progetti ci sono produzioni per stampa e radio, interviste ed eventi promozionali dedicati a Gravità. Nel frattempo, gli Anthemis stanno lavorando su nuovi brani che confluiranno in un EP previsto per il 2025. Tra gli impegni più importanti c’è l’invito al prestigioso Sanremo Rock 2025.

Uno dei momenti più significativi del festival è stato lo spirito di condivisione tra gli artisti, giunti da tutta Italia e dall’estero. “Alla fine, hanno vinto tutti; soprattutto ha vinto la musica,” hanno commentato gli Anthemis. Questo clima di unione ha rafforzato il loro legame con il mondo musicale e con il pubblico, che continua a essere la loro principale fonte di ispirazione.

Un ruolo decisivo nella vittoria è stato svolto dai social media. Hanno permesso agli Anthemis di coinvolgere un vasto pubblico, generando interazioni e consensi. “I social, senza il contributo delle persone, non avrebbero avuto questo impatto,” hanno sottolineato. “A chi ci segue fin dal primo giorno va il nostro ringraziamento più speciale.” Particolarmente significativo è stato il sostegno dei concittadini di Sant’Antimo. Gli Anthemis sperano di ricambiare presto con un live nella loro città, magari come prima tappa di un tour previsto per il 2025.

Con la vittoria al Roma Music Festival, gli Anthemis dimostrano che passione e dedizione sono fondamentali. Un forte legame con il pubblico può spingere una giovane band verso un futuro di successi. Sant’Antimo continuerà a essere il cuore pulsante della loro musica. È il punto di partenza che li accompagnerà su ogni palco e progetto futuro. Gli Anthemis vogliono portare il nome della loro città in tutta Italia e oltre i confini nazionali.

Procede l’epurazione della vecchia Juve: Danilo è ufficialmente sul mercato. Adesso il Napoli può procedere

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Nonostante l’emergenza in difesa, la Juventus ha comunicato al difensore brasiliano di trovarsi una nuova squadra già a gennaio. Il Napoli è in forte pressing su di lui già da diverse settimane.

Danilo via, Il Napoli adesso può chiudere

Il rapporto fra Danilo e la Juventus rischia seriamente di concludersi anzitempo (il brasiliano ha contratto in scadenza il prossimo 30 giugno). Sulle tracce del brasiliano c’è il Napoli, che a sua volta è alla ricerca di un nuovo difensore da mettere alle spalle di Rrahmani e di Buongiorno (forse out fino ai primi di febbraio). Per molte settimane ci si è chiesto se la Juventus fosse disposta a liberarsi del suo Capitano con 6 mesi d’anticipo, vista soprattutto l’emergenza difensiva (Bremer e Cabal KO fino a fine stagione) e con i bianconeri costretti di per sé ad operare sul mercato invernale per comperare almeno 1 o addirittura 2 nuovi difensori, ma stavolta ogni dubbio è stato fugato. Come riportato, infatti, dagli esperti di calciomercato Fabrizio Romano e Matteo Moretto il club bianconero ha ufficialmente comunicato al difensore brasiliano di trovarsi una nuova sistemazione già nelle prossime settimane.

Il Napoli (che ha già ottenuto l’ok del calciatore) può finalmente concludere l’operazione e portare il brasiliano a casa per la gioia di Antonio Conte. L’ultimo tassello mancante è capire se la Juventus sia disposta a liberare Danilo gratuitamente o se, invece, chiederà un piccolo indennizzo (poi va capito se il Napoli sia disposto a versarlo).

Il calciomercato è già concretamente entrato nel vivo. E mai come quest’anno persino quello invernale rischia di essere parecchio scoppiettante.

Contributo esterno.

Salvini assolto dal caso Open Arms: “Il fatto non sussiste”

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Dopo l’assoluzione di Salvini sul caso “Open Arms”, arrivano le prime reazioni politiche. 

“Le sentenze si rispettano e questa dimostra che i giudici agiscono nella loro autonomia. La destra non potrà dire che sono “zecche rosse”, affermazione purtroppo usata molte volte.”

”Rimane inalterato il nostro giudizio politico: Salvini non ha difeso i confini dell’Italia, ha tenuto per settimane in mezzo al mare 147 naufraghi tra cui donne e bambini per meri calcoli elettorali”

Così in una nota Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde.

Sul caso interviene anche Matteo Renzi su X (ex Twitter)

”L’assoluzione di Matteo Salvini è una buona notizia e non possiamo che esserne contenti. È la conferma che la strada è difendersi nel processo e non dal processo.”

”Tuttavia La condanna di natura squisitamente politica per la sua gestione migratoria resta”

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni dichiara: “Grande soddisfazione per l’assoluzione del vicepresidente e ministro Salvini nel processo Open Arms. Un giudizio che dimostra quanto fossero infondate e surreali le accuse rivoltegli“

”La nostra critica alle scelte di Meloni e Salvini oggi come ieri è tutta politica e non cambia di
un millimetro perché è sulla politica che li batteremo”

<<Le sentenze si rispettano sempre, a differenza di quanto fa la destra, e la nostra dura opposizione alle loro scelte continuerà>>.

Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein commentando la sentenza.

<<Sono infinitamente felice per Matteo Salvini. Ma soprattutto da cittadino e da ministro, sottolineo l’importanza di questa sentenza che riafferma un principio importantissimo: non si può mettere sotto processo la linea politica di un governo>>

<<E la verità è che la strategia contro l’immigrazione irregolare attuata dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini rappresentava coerentemente la linea politica del Governo Conte 1>>

Lo dichiara il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

“Prendiamo atto di questa sentenza, va rispettata e potrà essere commentata quando sarà depositata. Io quel che ho detto l’ho detto da testimone”

Lo ha detto il leader del M5s Giuseppe Conte, presidente del Consiglio all’epoca dei fatti.

Sul caso interviene anche il segretario di Avs, Nicola Fratoianni

“Questo non cambia di una virgola il nostro giudizio politico sulle scelte di allora, sulle scelte di oggi. Leggo che Salvini dichiara che chi ha pensato di usare i migranti per fare politica oggi ha perso. Vorrei ricordargli sommessamente che se c’è qualcuno che ha usato i migranti per interessi politici in questi anni è lui. È sempre stato lui”.

Leggi: https://www.centrosud24.com/il-futuro-del-referendum-sullautonomia-differenziata-dopo-la-pronuncia-della-cassazione/

Natale da record: italiani pronti a spendere 25 miliardi

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L’atmosfera di questo Natale si prospetta più vivace rispetto agli scorsi anni, con le famiglie italiane pronte a spendere ben 9 miliardi di euro. Secondo le stime del Codacons, la spesa complessiva per le festività potrebbe raggiungere i 25 miliardi di euro tra regali, viaggi, spostamenti e cibo. È interessante notare che i rincari su specifici beni alimentari possono arrivare fino al 20%. Ciò evidenzia come la situazione economica sia ancora influenzata dall’aumento dei costi.

Natale 2024: budget medio di 992 euro a famiglia

Le previsioni sono state tracciate attraverso uno studio congiunto di Codacons e Confesercenti-Ipsos. Il lento recupero dei redditi reali e la diminuzione dell’inflazione, stanno incoraggiando gli italiani a fare acquisti per il Natale. Secondo il Codacons la spesa per i regali si attesterà a 9,5 miliardi di euro, mentre Confesercenti-Ipsos stima una cifra leggermente inferiore, pari a 8,1 miliardi. In media, ogni persona prevede di dedicare circa 225 euro per i regali.

Come riporta Confesercenti – “Tuttavia, nonostante un clima di incertezza che pesa sulle famiglie e sulle imprese, gli italiani non hanno intenzione di rinunciare al Natale. A tal fine, le vendite per le festività hanno avuto un inizio piuttosto lento, ma si spera in un’accelerazione degli acquisti negli ultimi giorni”.

La spesa complessiva per il Natale potrebbe toccare i 25 miliardi di euro, equivalenti a un budget medio di 992 euro a famiglia. Di questo, 3,2 miliardi di euro saranno destinati esclusivamente al cenone di Natale, nettamente superiore rispetto agli anni precedenti. L’ incremento è di 300 milioni rispetto allo scorso anno e di 500 milioni rispetto al periodo pre-pandemia, secondo i dati forniti dal centro studi Confcooperative. Tuttavia questo aumento della spesa non è necessariamente indicativo di un incremento dei consumi, bensì riflette l’andamento dei prezzi sul mercato.

Chi sono i maggiori spenditori

Un fattore significativo nella spesa natalizia è rappresentato dall’aumento delle tredicesime, cresciute quest’anno da 49 miliardi a 51,3 miliardi. Questo grazie ad un incremento dell’occupazione e ad una diminuzione dell’utilizzo della Cassa Integrazione. Dalle ricerche effettuate emerge che ogni italiano farà in media poco meno di nove regali. Gli adulti di età superiore ai 34 anni si rivelano i maggiori spenditori con una media di 231 euro, mentre gli uomini superano le donne spendendo mediamente 256 euro. Dal punto di vista territoriale, il centro Italia risulta la zona con la spesa media più alta, pari a 264 euro, segue il nord Italia con 246 euro.

Natale: regali e tendenze di acquisto

Per quanto riguarda i regali più gettonati, i consumatori italiani continuano a prediligere capi di abbigliamento e accessori. In particolare le borse, scelte dal 47% degli intervistati. Seguono le calzature (19%), prodotti di cosmetica e giocattoli. Anche libri e prodotti editoriali si confermano popolari (33%), così come la tecnologia (32%). Tuttavia è importante notare che le spese per dispositivi tecnologici, tendono a concentrarsi su gadget di costo inferiore a 150 euro piuttosto che su acquisti di alta fascia (13%). Inoltre il 30% dei consumatori opterà per doni gastronomici, mentre il 23% sceglierà prodotti enologici.

Shopping: i negozi fisici prevalgono sull’online

Per gli acquisti last-minute, i negozi fisici sembrano riconquistare terreno sull’e-commerce. Negli ultimi giorni prima di Natale, il 61% degli acquisti avverrà presso punti vendita fisici. Il 46% visiterà negozi di vicinato o centri commerciali, il 10% negozi monomarca di grandi catene e il restante 4% mercati o mercatini.

Spesa per il cenone e il pranzo di Natale

Malgrado la frenata dell’inflazione, il Codacons prevede una spesa di oltre 3 miliardi di euro per il tradizionale cenone della vigilia e il pranzo di Natale, con aumenti significativi nei prezzi dei generi alimentari. Negli ultimi mesi alcune categorie alimentari hanno registrato rincari notevoli, come il burro (+20%), il caffè (+13,3%), i pomodori (+23,7%), il cioccolato (8,5%).

Viaggi e turismo

Infine milioni di italiani si metteranno in viaggio durante le festività, generando un giro d’affari stimato dal Codacons in 12,7 miliardi di euro. Anche in questo caso, le spese turistiche si fanno sentire. I pacchetti vacanza costano mediamente il 13,4% in più rispetto all’anno scorso, mentre i prezzi per pernottamenti in hotel e viaggi in treno sono aumentati rispettivamente del 6,1% e del 3,9%. Per i voli europei si segnala un rincaro dell’8,5%, su base annua.

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