Anthemis: radici locali e innovazione musicale

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Gli Anthemis, una band emergente di Sant’Antimo, rappresentano un perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione. Composta da Antonio Ponticiello, Francesco Ciccarelli, Umberto Procida, Federico Procida e Dino Barretta, questa formazione porta avanti un progetto musicale giovane ma già maturo, in cui le radici rock si mescolano a influenze blues ed elettroniche. Ciò che li rende davvero speciali è il profondo legame con il loro territorio, che si riflette tanto nel nome quanto nei loro testi, ricchi di denuncia sociale e autenticità. Abbiamo avuto il piacere di intervistarli per scoprire non solo il percorso che li ha portati a distinguersi nel panorama musicale, ma anche il cuore pulsante del loro progetto: un messaggio di speranza, rinascita e condivisione. Dagli inizi come band cover al debutto con Sanremo Rock, fino alla recente finale al Roma Music Festival, gli Anthemis ci hanno raccontato la loro storia con la stessa energia e passione che mettono sul palco.

La nascita degli Anthemis

Qual è stato il momento decisivo o la scintilla che vi ha spinto a creare gli Anthemis e a condividere la vostra musica con il pubblico?

La nascita degli Anthemis è stata naturale, frutto di legami costruiti nel tempo. Ci conoscevamo già da anni, e alcuni di noi avevano suonato insieme in passato. Anche chi non aveva condiviso progetti veri e propri aveva costruito una stima reciproca e un’ottima conoscenza. Quando si è presentata l’occasione giusta, è stato tutto spontaneo.

Questa occasione è arrivata con il passaggio delle audizioni di Sanremo Rock. Partecipare al concorso è iniziato quasi come un gioco, una scommessa. Quando il nostro brano è stato apprezzato e abbiamo ricevuto il via libera, abbiamo capito che era necessario formare un gruppo. Ci siamo confrontati, ritrovati e unito le nostre esperienze. Così è nato il progetto Anthemis, il cui debutto è avvenuto proprio a Sanremo Rock.

Il nome Anthemis è molto particolare. Qual è il significato dietro questa scelta e cosa rappresenta per voi?

Il nome Anthemis racchiude il legame con le nostre radici. “Antemio” richiama la storia e il legame con il nostro santo patrono, mentre “Hemis” si ispira a un festival indiano che celebra cultura e arte per esorcizzare le negatività.

Questo nome rappresenta il nostro obiettivo: raccontare e valorizzare la ricchezza della nostra terra, troppo spesso associata a immagini negative. Con la nostra musica vogliamo trasmettere speranza e ribaltare questa percezione, raccontando una rinascita possibile.

Influenze musicali e creazione artistica

Quali sono state le vostre principali influenze musicali e in che modo vi hanno aiutato a definire il vostro stile?

Le nostre influenze musicali sono fondamentali e hanno plasmato il nostro stile in modo significativo. Siamo nati come una band cover, interpretando brani di gruppi storici come i Pink Floyd e i Doors, suonando il classico rock. Con l’ingresso di Umberto e Federico, abbiamo arricchito il nostro repertorio con elementi di blues, ampliando ulteriormente il nostro sound.

Ci piace pensare a noi come un’eco del classic rock italiano, ma con uno stile che cerca di andare oltre. Nel nostro progetto abbiamo fuso rock, blues ed elementi elettronici, una contaminazione che si percepisce chiaramente in brani come Gravità.

Portiamo con noi tutto il bagaglio delle nostre influenze musicali e cerchiamo di integrarlo nel modo migliore, creando una sintesi personale e originale. La contaminazione è il cuore del nostro stile, un dialogo continuo tra passato e presente.

Ritornando a Gravità, nei vostri testi affrontate spesso temi di denuncia sociale. Da dove nasce questa sensibilità e come riuscite a trasformarla in musica?

In realtà, non ci vuole molto: raccontiamo semplicemente il mondo che ci circonda e ciò che viviamo e respiriamo quotidianamente. Gravità è come una polaroid, uno scatto fedele di ciò che vedono i nostri occhi, una rappresentazione diretta e sincera della realtà.

Questo brano, in particolare, è nato in modo estremamente spontaneo, durante una notte di domenica, e successivamente è diventato davvero nostro grazie al contributo delle nostre diverse influenze musicali. Cerchiamo sempre di trasformare ciò che sentiamo in musica, mescolando emozioni, osservazioni e riflessioni per dare voce a ciò che ci colpisce di più. La sensibilità nasce dal voler dare un significato autentico alle nostre esperienze e condividerlo attraverso la nostra arte.

Traguardi e successi

Partecipare a Sanremo Rock è stato un traguardo importante. Qual è stato l’aspetto più emozionante di questa esperienza e cosa vi ha insegnato?

Sanremo Rock è stata un’esperienza straordinaria, che ci ha arricchito moltissimo, sia dal punto di vista musicale che umano. Ci ha permesso di crescere, incontrando tanti artisti e persone legate all’ambiente musicale, soprattutto rock. È stato il nostro trampolino di lancio, un’occasione preziosa per farci conoscere e per presentare il nostro brano Gravità al pubblico, con tutta l’emozione e l’adrenalina del debutto.

Dal punto di vista umano, è stata un’esperienza ancora più significativa. Non è stato solo un progetto musicale, ma un momento di condivisione autentica tra di noi come amici, oltre che come colleghi. È stata anche una grande valvola di sfogo, che ci ha dato l’opportunità di rimetterci in gioco e metterci alla prova. Sanremo Rock ci ha insegnato quanto sia importante credere in ciò che facciamo e trasmettere questo al cuore di chi ci ascolta.

È di queste settimane la notizia del vostro ingresso in finale al Roma Music Festival. Come vi siete sentiti quando l’avete saputo e qual è il messaggio che sperate di trasmettere con la vostra esibizione e con una possibile vittoria?

Per quanto riguarda la vittoria, da buoni campani facciamo tutti gli scongiuri! Ma seriamente, possiamo dire che c’è stata un’esplosione di gioia. Anthemis ha solo un anno di vita, e trovarci in finale è stato un momento di grande orgoglio e immensa emozione.

Partecipare a un festival come il Roma Music Festival è una soddisfazione enorme. È un melting pot di generi musicali e ci ha permesso di immergerci in una varietà di suoni e stili incredibile. Con la nostra esibizione vogliamo trasmettere tutta la passione che mettiamo nella nostra musica, insieme ai valori e all’energia di chi ci sostiene. Per noi, indipendentemente dal risultato, condividere emozioni attraverso la musica è già una vittoria.

Legame con il territorio

Quanto è importante per voi il legame con Sant’Antimo e in che modo questo influisce sulla vostra musica?

Il legame con Sant’Antimo non è semplicemente importante: è fondamentale. Lo portiamo nel nostro nome e lo ribadiamo ogni volta che ne abbiamo l’occasione. Rivendichiamo con orgoglio le nostre origini, perché per noi non è qualcosa di scontato. Quando ci chiedono da dove veniamo, rispondiamo con il cuore pieno di gioia: “Siamo di Sant’Antimo”. Non ci limitiamo a dire Napoli o provincia, ci teniamo a sottolineare con forza la nostra provenienza.

Sant’Antimo è alla base del nostro progetto. Non vogliamo insegnare nulla a nessuno, ma se possiamo anche solo in minima parte contribuire a risvegliare il senso di comunità e avvicinare le persone, giovani o meno giovani, alla musica, allora sentiamo di fare qualcosa di importante.

Il nostro paese si sta pian piano risvegliando, e crediamo che la musica possa essere un collante forte per unire le persone. Con le nostre note e i nostri messaggi, speriamo che Sant’Antimo possa riscoprire il valore della condivisione e sentirsi più unita. Per noi, questo legame non è solo un punto di partenza, ma il cuore pulsante del nostro percorso artistico.

Da parte della cittadinanza il supporto è enorme, cosa ne pensate?

Ci aspettavamo un po’ di campanilismo, ma l’affetto ricevuto ci ha piacevolmente sorpresi. È un sostegno che non diamo per scontato e che ci riempie di gratitudine. Speriamo di ricambiarlo organizzando qualcosa di speciale qui a Sant’Antimo, magari un live. Sarebbe un’occasione per raccontare non solo la nostra esperienza, ma anche quella della nostra comunità.

Il supporto dei nostri concittadini ci ha dato molto più di quanto immaginassimo. Vogliamo continuare a crescere con passione, restando fedeli alle nostre radici e ringraziando chi ci segue, soprattutto qui nel nostro paese.

Anthemis e il rapporto con il pubblico

Come vivete e quanto è importante il rapporto con i vostri fan?

Il rapporto con i nostri fan è fondamentale, soprattutto considerando che il nostro progetto è ancora giovane. Nonostante ciò, abbiamo raggiunto traguardi importanti in poco tempo. Per noi è essenziale vivere questa esperienza senza filtri e senza distanze: attraverso la musica vogliamo creare un legame diretto, senza barriere, diventando un tutt’uno con chi ci segue.

Siamo spesso colpiti e spiazzati dalla stima e dal consenso che riceviamo. Il contatto con i fan, sia sui social che per strada, ci riempie di gioia e ci motiva. Sentirci dire “è bello avere qualcosa di così speciale nel nostro paese” è un riconoscimento che ci emoziona profondamente. Allo stesso tempo, ci carica di responsabilità: vogliamo essere sempre all’altezza delle aspettative, restituendo l’energia e la passione che riceviamo. Per noi, i fan non sono solo un pubblico, ma parte integrante del nostro viaggio.

C’è stata un’esibizione che ricordate con particolare emozione? Cosa l’ha resa speciale?

Sì! Ogni esibizione per noi è unica, perché non prepariamo mai nulla a tavolino. L’energia che riceviamo dal pubblico la restituiamo moltiplicata per cento, senza filtri o barriere. Tuttavia, una che ci ha segnato particolarmente è stata la finale regionale del Sanremo Rock, tenutasi lo scorso luglio.

È stata un’esperienza speciale perché abbiamo suonato di fronte al mare. La giornata è stata ricca di emozioni: abbiamo fatto un bagno in mare prima di esibirci e, tra disguidi tecnici e magia della location, quell’evento è diventato indimenticabile.

La musica ha annullato ogni barriera. Abbiamo visto persone di tutte le età e provenienze unirsi, dal ragazzo di quindici anni alla signora di settant’anni, accomunate dalla stessa passione. In quel momento, le differenze non contavano: la musica era al centro e ci rendeva tutti uguali. È stato un autentico esempio dello spirito del rock.

Sogni e futuro

Qual è il sogno più grande che vorreste realizzare come band e cosa significherebbe per voi raggiungerlo?

Abbiamo tanti sogni, ma uno dei principali è condividere la nostra passione, la nostra musica e le nostre esperienze nel miglior modo possibile. Vogliamo portare avanti un messaggio di denuncia sociale che sia anche uno sprone positivo, un invito a riscoprire valori fondamentali come l’empatia e l’umanità. Crediamo che, tornando a essere “più umani tra gli umani”, si possa creare una società più unita e diventare persone migliori.

Essendo nati a Sant’Antimo, desideriamo ispirare le nuove generazioni ad avvicinarsi alla musica. La musica è un linguaggio universale, capace di connettere chiunque, senza barriere. Oggi notiamo una certa carenza di interesse verso gli strumenti musicali e speriamo che la nostra esperienza possa essere uno stimolo per riscoprire il valore di suonare e creare insieme.

Realizzare questi sogni significherebbe lasciare un segno non solo nel panorama musicale, ma anche nella vita di chi ci ascolta, diffondendo valori positivi attraverso la nostra arte.

Quale consiglio vorreste dare ai giovani artisti che stanno cercando di emergere nella scena musicale?

Il nostro consiglio principale è di crederci sempre e di studiare. Non basta conoscere il proprio strumento, è fondamentale costruirsi un ampio bagaglio musicale. Ascoltate e approfondite la musica a 360 gradi, risalendo anche agli anni ’60, un periodo ricco di innovazione e creatività. Non fermatevi agli ultimi 20 anni, ma esplorate generi trasversali. Non rinchiudetevi in un’unica etichetta o stile, ma lasciatevi contaminare da tutto ciò che può arricchirvi.

Inoltre, le istituzioni dovrebbero fare di più per avvicinare i giovani alla musica, e noi saremmo felici di contribuire a questo cambiamento. La musica richiede dedizione, studio e passione, ma può essere uno strumento potente per esprimersi e crescere.

Messaggi e valori di Anthemis

C’è un messaggio che vorreste lanciare?

La musica non ha pregiudizi. È un potente anti-invecchiamento per l’anima, una cura che può trasformare e arricchire chiunque l’ascolti. Ogni brano racconta qualcosa di diverso a chi lo vive: quello che lascia a me può essere completamente diverso da ciò che lascia a te, perché ognuno prende dalla musica ciò di cui ha più bisogno.

Questo è il suo potere: aiutare le persone a uscire da momenti difficili, a trovare conforto e forza. La musica è condivisione, ed è proprio attraverso questa condivisione che può diventare una vera medicina sociale. Quando è fatta con passione e autenticità, può unire, ispirare e creare legami che superano ogni barriera. È questo il messaggio che Anthemis vuole trasmettere: la musica ha il potere di migliorare il mondo, una nota alla volta.

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