Antonello Di Pinto, punta di diamante del mondo artistico

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È stato un autentico successo la presentazione del libro “Il Portale per arrivare a Dio”, ultimo impegno letterario di Antonello Di Pinto, presentato presso la sala conferenze della Chiesa Nazionale Spagnola a Roma, in via Giulia 151.

L’evento si è tenuto sotto l’ospitalità del rettore della chiesa, Monsignor José Jaime Brosel Gavilá, e celebra la recente attribuzione a Caravaggio di un dipinto scoperto in Spagna, ritrovamento reso possibile grazie alle ricerche dell’autore stesso.

Durante una visita a una casa d’aste in Spagna, Antonello Di Pinto ha riconosciuto in un dipinto in vendita le caratteristiche peculiari dell’opera di Caravaggio. Studi e rilevamenti successivi guidati dall’esperienza e competenza del critico d’arte Vittorio Sgarbi, hanno confermato l’ipotesi, portando all’attribuzione ufficiale di questa nuova opera.

La scoperta rappresenta un contributo significativo alla ricerca su Caravaggio, restituendo un tassello inedito e prezioso alla conoscenza del celebre pittore.
Il volume di Di Pinto, edito da Armando Curcio Editore, presenta una narrazione che, oltre a esplorare la vita e il contesto storico di Caravaggio, ne approfondisce la dimensione emotiva e spirituale. Attraverso uno stile accurato e coinvolgente, l’autore conduce il lettore in una riflessione sulle complesse vicende personali dell’artista, offrendo un ritratto intimo di una figura che continua a suscitare fascino e dibattito a livello internazionale.

Nel mondo dell’arte, le scoperte più straordinarie possono avvenire nei momenti più inaspettati. Antonello Di Pinto, consulente d’arte di fama internazionale, ha vissuto un’esperienza che ha cambiato il suo destino e ha riacceso l’interesse per uno dei più grandi maestri del Barocco: Caravaggio.

Nato nel 1960, Di Pinto ha dedicato la sua vita alla riscoperta di opere di artisti come Guarini, Solimena e Ribera. Tuttavia, il 17 marzo 2021, in una piovosa serata a Madrid, la sua ricerca ha raggiunto un apice inaspettato. Mentre attendeva la moglie in auto, un’email lo ha informato dell’uscita del nuovo catalogo della casa d’aste Ansorena. Sfogliando le immagini, il suo sguardo è stato catturato dal lotto 229: un dipinto raffigurante l’Ecce Homo, attribuito erroneamente al suo seguace Ribera, ma che, per Di Pinto, sembrava portare il sigillo del genio di Caravaggio.

La rivelazione lo ha colto in un turbine di emozioni: euforia, paura e incredulità si sono mescolate in un’esperienza quasi mistica. L’immagine evocava suoni, odori e presenze, come se lo avesse trasportato in un’altra epoca. Convinzione e determinazione lo hanno spinto a intraprendere una ricerca approfondita.

Contattando amici e esperti, Di Pinto ha iniziato a raccogliere informazioni, analizzando opere simili e confrontando stili. La sua passione per la pittura lo ha portato persino a realizzare una copia del dipinto, per comprenderne meglio le sfumature. La sua scoperta ha generato un fervore tra collezionisti e studiosi, ma anche scetticismo. Nonostante alcune critiche, la conferma di Vittorio Sgarbi, un’autorità nel campo dell’arte, ha dato a Di Pinto la spinta finale per credere nella sua intuizione.

Ma il momento di gioia è stato accompagnato da preoccupazioni legate alla pandemia di Covid-19, che ha limitato i suoi spostamenti e ha reso complicato il processo di acquisto. Nonostante ciò, il dipinto ha attratto tanto interesse che è stato ritirato dall’asta, un segno del valore della scoperta.

La storia di Antonello Di Pinto non è solo quella di un collezionista d’arte, ma di un uomo che, attraverso la sua passione, ha sfidato il destino e ha aperto un portale che lo ha condotto a una delle più importanti scoperte artistiche del nostro tempo. La sua esperienza ci ricorda che, anche nei momenti di crisi, l’arte ha il potere di ispirare, unire e guidare verso la bellezza e la verità.

Oggi, mentre il mondo dell’arte si prepara a ricevere ufficialmente l’Ecce Homo di Caravaggio, il viaggio di Di Pinto continua, un testimone del potere intrinseco dell’arte di trascendere il tempo e lo spazio, aprendo sempre nuovi orizzonti verso Dio e l’infinito.

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