Gli scenari dell’Autonomia differenziata e i risvolti che avrebbe su un Sud già fortemente provato sono stati i temi affrontati sabato 20 maggio presso la Sala consiliare della Rocca dei Rettori di Benevento.
di Antonella Coletta
Ad organizzare l’incontro Francesca Maio, ex consigliere comunale pentastellata e attivista storica del Movimento 5 Stelle sannita.
Presenti il Presidente della provincia Nino Lombardi, la Coordinatrice provinciale del M5S Sabrina Ricciardi, Danila de Lucia e Roberto Fico, rispettivamente portavoce al senato e Presidente della Camera nella XVIII legislatura, nonché numerosi rappresentanti dei Comuni e del direttivo provinciale del PD.
Un tema senz’altro “caldo” che ha intercettato l’interesse di diverse forze politiche che hanno partecipato al dibattito sollevando le disparità già tristemente in essere nel nostro Paese e che, qualora l’autonomia differenziata dovesse essere attuata, avrebbe conseguenze devastanti per il Sud.
Autonomia Differenziata: sul piatto numerose testimonianze di un copione al quale il Sud appare rassegnato: quello di un Paese spaccato in due
“Secondo dati del 2019, in Emilia Romagna, la percentuale dei Comuni che offrono servizi in tema di asili nido si aggira intorno al 90%, contro il risicato 25% della Calabria. In questa ottica lo Stato dovrebbe intervenire assicurando un’equa distribuzione delle risorse.” A parlare della spinosa situazione che interessa le madri lavoratrici è stato Giovanni Tommaso Manganiello, Sindaco della piccola comunità di San Nazzaro.
Che, nel citare gli 8 punti sui cui si articola l’iter attuativo dell’Autonomia Differenziata denuncia la mancanza di un aspetto essenziale: il cittadino e le parti sociali del tutto ignorate e quella di controlli atti a stabilire se e quanto le regioni saranno virtuose nell’attuare i bisogni essenziali programmati.
Altra triste fotografia sulla precarietà in cui versa la Sanità campana è stata quella evidenziata dal vice-sindaco di Circello Gabriele Iarusso che affronta il tema della riorganizzazione del 118, lo stato delle infrastrutture e dei collegamenti dai piccoli comuni ai nosocomi di Benevento.
“Autonomia differenziata significa che le regioni potranno chiedere allo Stato una o più materie sulle quale acquisirebbero piena azione legiferativa e questo porterebbe ad uno svuotamento della Repubblica” così l’ex Presidente della Camera Roberto Fico che senza giri di parole la definisce un “Una misura antistorica che non rappresenta più nessuno, eccetto quello della Lega Nord, che sta cercando di rimanere viva con un provvedimento che distruggerà l’Italia”.
Autonomia Differenziata: un triste copione che il Sud conosce bene
Non fa sconti Fico alla persona di Calderoli, del quale ricorda le contraddizioni sul Rosatellum e i cavalli di battaglia dal sapore medievale portati avanti dalla Lega Nord.
Se dunque ad ogni regione verrà data la possibilità di legiferare senza neanche dover interpellare le parti sociali, si produrrà un caos normativo tra regione e regione che legittimerà, ancora una volta, la spaccatura tra cittadini di serie A e cittadini di serie B.
Come può uno Stato rendersi attore protagonista di un simile disastro annunciato?
E’ la democrazia si dirà. Ma un governo eletto dal popolo dovrebbe fare gli interessi di tutti i cittadini, indipendentemente dal suo colore politico e non compiacere lobby e caste per i quali le persone sono soltanto numeri senz’anima.