Boxe, caso Khelif: Carini abbandona il match

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L’atteso incontro di boxe alle Olimpiadi tra l’italiana Angela Carini e l’algerina Imane Khelif, si è concluso con l’abbandono della Carini. Il match ha infiammato il mondo dello sport e non solo. Al di là dei guantoni è una battaglia di principi, di diritti e di interpretazioni delle regole. Il caso ha diviso l’opinione pubblica e messo a dura prova il Comitato Olimpico Internazionale (CIO). La presenza sul ring di Imane Khelif, atleta intersex, ha generato un acceso dibattito sulla possibilità di competere in categorie femminili per atleti con caratteristiche fisiche differenti.

Il Comitato Olimpico Internazionale ammette la pugile Imane Khelif alle Olimpiadi

La pugile algerina solo un anno fa fu esclusa dai Mondiali di boxe, a causa degli alti livelli di testosterone e della presenza di cromosomi XY che non le hanno permesso di competere nella categoria femminile. Alle Olimpiadi di Parigi 2024 è stata però sorprendentemente ammessa, insieme alla pugile taiwanese Li-Yuting. Questa decisione presa dal CIO dopo una nuova valutazione ormonale, ha innescato una serie di reazioni con interventi di politici, atleti e opinionisti. Da un lato si invoca il rispetto dell’identità di genere e la lotta alle discriminazioni. Dall’altro si teme che atleti come Khelif, con caratteristiche fisiologiche diverse, possano vanificare il principio della parità competitiva. In particolare negli sport di contatto come la boxe.

Incontro di boxe Carini-Khelif: preoccupazioni e polemiche

Nonostante le polemiche il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha difeso la sua decisione di ammettere Khelif ai Giochi, basandosi sui livelli di testosterone dell’atleta. Secondo il CIO è questo l’unico parametro rilevante, ai fini della determinazione del genere nell’ambito sportivo.

La federazione internazionale di pugilato ha espresso forti perplessità sulla decisione del CIO, sottolineando come l’ammissione di Khelif possa sollevare “seri interrogativi sul principio dell’equa competizione”. Molti atleti di alto livello si sono schierati contro questa interpretazione delle regole. Sulla questione è intervenuto anche il ministro dello Sport italiano – Andrea Abodi – che ha espresso preoccupazione per la mancanza di uniformità, nei criteri di ammissione degli atleti intersessuali a livello internazionale.

Rosario Coco – presidente di Gaynet – ha chiarito che Khelif è una persona intersex e non transgender. Coco ha sottolineato come sia importante distinguere le due categorie. Tuttavia la sua presenza alle Olimpiadi, così come quella di Li-Yuting, ripropone la questione più generale dell’inclusione delle persone con variazioni delle caratteristiche sessuali nello sport.

Angela Carini abbandona l’incontro dopo poco più di 40 secondi

L’incontro di pugilato tra l’azzurra Angela Carini e l’algerina Imane Khelif alle Olimpiadi di Parigi 2024, si è concluso in modo inatteso e drammatico. La speranza azzurra ha abbandonato il ring dopo poco più di 40 secondi, dal fischio di inizio dell’incontro, scoppiando in lacrime.

“Mi sono sentita in pericolo” – così ha spiegato la pugile italiana la sua scelta. Le lacrime che le rigavano il volto a conferma di un dolore fisico e morale profondo. Un colpo al volto, un fastidio al naso insopportabile e la consapevolezza di non poter proseguire. “Poteva essere il match della mia vita, ma la mia salute viene prima di tutto” – ha aggiunto con voce tremante.

“Angela era motivata e voleva combattere” – ha dichiarato il suo allenatore, Emanuele Renzini – “ma quando ha incontrato la sua avversaria ha espresso delle perplessità. Oggi però non c’è stata premeditazione. È stata una decisione presa sul momento, dettata dal dolore”.

Intanto Angela Carini si è confrontata con una situazione complessa e delicata, subendo le conseguenze di questa esperienza.

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