Carlo Calenda segretario nazionale di Azione è intervenuto a Lamezia Terme in un incontro con la città prima del Congresso nazionale. A Lamezia si voterà per le amministrative nel mese di maggio. È questo il tema che è stato trattato insieme ad altri di politica economica, estera, ed energetica.
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Abbiamo posto alcune domande
Carlo Calenda: “Queste risorse allocabili non me le spiego”
Lei era al governo come ministro dello sviluppo economico con Gentiloni nel 2016 /17 quando è stato fatto il “decreto Mezzogiorno”, poi convertito dalla legge 18 del 2017. Questo prevedeva per il Sud la ripartizione delle spese dello Stato in conto capitale al 34%. Attualmente Fitto ha modificato la norma passando al 40% delle risorse allocabili. Lei condivide questo passaggio? Ha intenzione di riprendere questo capitolo?
In precedenza, esisteva la norma che prevedeva la spesa al 40% per vincolo nazionale messo da Berlusconi [esisteva la “regola Ciampi”, non attuata, che era al 45% includendo anche le risorse europee: 30 nazionali e 15 europee]. Ma queste risorse allocabili non me le spiego. Io in questo momento ho intenzione di verificare i fondi del PNRR se sono spesi perché questo è il fatto fondamentale sennò noi parliamo continuamente dell’allocazione di risorse che non vengono spese. Allora il Mezzogiorno ha un problema fondamentale di spesa, perché questo è il tema. E ce l’ha perché vi sono classi dirigenti molto spesso che non hanno gestito e quindi non li sanno implementare. quindi il Mezzogiorno scrive forma fondamentale. Faccio un altro esempio di quello che abbiamo fatto: noi abbiamo preso i fondi europei li abbiamo aggiunti a industria 4.0 e abbiamo di fatto determinato che se uno fa un investimento al Mezzogiorno abbiamo un 60% di vantaggio. Questa cosa qui è stata smontata perché l’industria 4.0 non funziona più e perché i fondi europei, i fondi delle ZES, che sono stati unificate, non ci sono. Allora bisogna fare le cose pensando a come funzioneranno quando le metti a terra. È questo il problema del Mezzogiorno. Come si fa a continuare a chiedere all’Europa fondi se poi non si finiscono mai di spendere? Domanda. E noi abbiamo fatto una cosa che ha funzionato molto bene che era il credito di imposta automatico e quello si è speso perché era automatico ed era facile. Se incominci a farci le rotonde non solo non servono a niente ma manco li spendi.
Annita Vitale, coordinatrice di Lamezia Terme di Azione: “Lamezia è in una condizione di blocco”
Per le amministrative di Lamezia Terme cosa avete intenzione di fare?
Come Azione l’intenzione è di fare quello che ha sempre fatto cioè politica. E Lamezia ancora purtroppo si trova in una condizione di blocco di immobilismo perché i le coalizioni tradizionali sia di centrodestra che di centrosinistra si sono in qualche modo impantanate sul nomificio. Sono stati, in gergo politico si direbbe bruciati, una serie di nominativi. Ma Azione, che non ha fatto nomi al contrario, ha cercato e tenta continuamente di portare contenuti sulla scena politica, e ritiene che questo non sia il metodo giusto. Bisogna discutere le cose su tavoli politici che non ci sono. Quindi Azione naturalmente dice la sua, la continua a dire. Spera che ci possano essere degli spiragli ma è pronta a scendere in campo anche autonomamente se ciò non dovesse accadere.
Quindi centrodestra o centrosinistra? Come coalizione non vi sbilanciate al momento?
Certamente riteniamo che la discontinuità sia un valore.
Francesco De Nisi, consigliere regionale e segretario regionale di Azione: “Noi abbiamo un decimo delle risorse di un di un’abitante della provincia di Trento”
Lei è a conoscenza della legge sul 34% che era stata fatta praticamente durante il governo Gentiloni quando Calenda era ministro per lo sviluppo economico. Ora Fitto l’ha modificata passando a un 40% di risorse allocabili. Cosa ha intenzione di fare?
Io ne ho parlato parecchie volte con Calenda. Ne parlavamo già poco fa del fatto che è vero che tanti servizi, tante cose non funzionano in Calabria però è anche vero dire che trasferimenti pro-capite ai cittadini del Mezzogiorno non sono mai uguali a quelli del Nord quindi molte volte non è che abbiamo amministrazioni incompetenti e gente più incapace rispetto ai bergamaschi o ai veneti. Noi abbiamo un decimo delle risorse di un di un’abitante della provincia di Trento.
Ma allora bisognerebbe reagire. All’interno del consiglio regionale si può creare un gruppo di lavoro su questo tema?
Io sto cercando di fare qualcosa di concreto e di significativo nel senso che noi abbiamo molte risorse. La Calabria in termini di produzione di PIL rispetto alle altre regioni non è proprio l’ultima. Abbiamo miliardi di euro che vengano prodotti. Le faccio un esempio noi abbiamo tanti impianti di energia rinnovabile e non. La diga che produce la centrale idroelettrica nella Sila che è di proprietà della A2A, l’IRAP del 5% viene pagata nel Comune di Milano, nella regione Lombardia e noi perdiamo 50 milioni di trasferimenti. L’IRAP vien pagata in base al personale assunto, ed il personale assunto è della Lombardia. Quindi noi subiamo l’impatto. Diamo le nostre risorse naturali e loro si prendono i soldi.
La Calabria aveva fatto una legge sulla regionalizzazione dell’idroelettrico allo scadere delle concessioni che sarebbero a breve, nel 2028, comunque bisognerebbe già avviare la procedura.
Io ho proposto all’interno della regione di fare un’Agenzia per l’energia per fare anche questo. Forse nel prossimo Consiglio riusciremo a farla passare.