venerdì, Novembre 22, 2024
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Viaggi

Recensioni, foto, video: paesaggi e storia si mescolano in questo vero e proprio diario di viaggio.

Da Treccani:

Viaggi, scoperte, rappresentazioni

LA CARTOGRAFIA NAUTICA

Da sempre, il viaggiatore si sposta nel tempo oltre che nello spazio: nel senso che la sua esperienza comporta anche una ricerca dei significati primi della civiltà da cui proviene. Questo «viaggio filosofico», come lo definisce Eric J. Leed, conosce uno snodo radicale nel periodo qui considerato, in virtù del «riorientamento delle tradizioni occidentali di viaggio filosofico dai ‘centri’ sacri della civiltà occidentale – Egitto, Palestina, Grecia, Roma – alle periferie del mondo» (Leed 1991; trad. it. 1992, p. 163). È appena il caso di ricordare come, in questo rovesciamento di prospettive, i viaggiatori europei costituissero l’avanguardia degli imperi coloniali in via di costituzione nei continenti extraeuropei a partire dal 15° secolo.

In questo processo, l’effettiva assunzione di controllo dei territori dovette essere preceduta dalla conquista intellettuale del mondo: ossia dalla messa a punto di idee plausibili su dimensioni e forma di terre e mari nonché sugli itinerari per metterle in comunicazione. Fu insomma necessario assemblare un’immagine cartografica del mondo e delle sue parti, tale da soddisfare gli interessi politici ed economici coinvolti nel processo di espansione europea: ma la carenza di informazioni e dati precisi sulla conformazione della superficie terrestre, oltre che di metodi e strumenti affidabili per la misurazione della longitudine (fino all’invenzione del cronometro, realizzato tra 1737 e 1759 dall’orologiaio inglese John Harrison), diede luogo, per l’intera età moderna, a una cartografia contrassegnata da un notevole grado di ipoteticità.