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Divinità romana, tutrice del benessere politico e sociale e indirettamente della salute dei singoli. Ebbe un tempio sul Quirinale, dedicato nel 302 a.C. Poi il culto della S. si identificò con quello della greca Igea.
La fusione tra biomedicina e biotecnologie è un processo che si è andato progressivamente strutturando in modo sistematico a partire dalla seconda metà del Novecento nel tentativo di spiegare unitariamente la complessa realtà del mondo vivente, con la finalità di manipolare e trasformare ‘positivamente’ l’esistenza degli individui così da arrivare all’ambizioso obiettivo di curare nel modo più efficace possibile le loro condizioni patologiche.
Questa realtà è diventata parte integrante della nostra vita quotidiana. Come è stato acutamente osservato da Hilary e Steven Rose nel volume Genes, cells and brains (2012),
Nel corso di questo processo le scienze della vita si sono trasformate in una mastodontica biotecnoscienza, in cui i confini tra scienza, tecnologia, università, imprese biotecnologiche e Big Pharma sono sfumati. La conoscenza diventa proprietà intellettuale; la tecnoscienza diventa parte di un’economia globale, resa possibile dalla digitalizzazione estesasi dagli antichi centri euro-americani della cultura scientifica fino ai giganti emergenti [asiatici] Cina, Singapore e India. I protagonisti principali di questi cambiamenti sono stati le grandi industrie farmaceutiche, i capitali d’investimento, le società biotecnologiche, lo Stato […] e, come sempre, l’esercito. Le biotecnologie detengono poteri nuovi e formidabili che non soltanto ricostruiscono la vita, ma la costruiscono dal nulla (trad. it. 2013, p. 4).