di Maurizio Russo
È sensazione ampiamente condivisa a Napoli che quando la città cerca di rialzarsi c’è qualcosa o qualcuno che prova a ributtarla drasticamente giù, a ridimensionarla nelle aspirazioni e nelle prospettive. In realtà, per spiegarci questa sensazione occorre capovolgere lo sguardo e comprendere che la situazione è floridissima così com’è per molti.
Da secoli, forse da sempre, Napoli si arrangia nel disordine, nel caos, nella mancanza di regole, nella logica del più forte, della protezione, della paura. Le piccole attività di vicinato, gli abusi, il lavoro sottopagato e senza la minima tutela, ma anche le grandi attività a nero o illegali rischiano di essere turbate dai cambiamenti, e soprattutto da un’opinione pubblica che comincia a credere in nuove possibilità. Quando questo accade, ecco che scattano gli anticorpi della città sommersa, di quella che vuole che nulla evolva mai.
Quando una città non funziona ma attrae turisti a migliaia e ingenti flussi di denaro ad essi collegati, aumentano gli appetiti e la reazione a qualunque tentativo di voltare pagina. Lo vediamo nel vandalismo che colpisce molte iniziative che puntano a sollevare le periferie o i quartieri più popolari dallo squallore ordinario, a ridare lustro ai monumenti, a dare servizi ai cittadini.
Continuare a credere nel rilancio di Napoli
Qual è la situazione che abbiamo sotto i nostri occhi in questo momento? In molte zone centralissime della città, soprattutto nei fine settimana e a tarda ora, si rischia la vita per uno sguardo di troppo, un urto non intenzionale, o semplicemente per essere sulla traiettoria di uno sparo, come è successo ad un giovane lavoratore di questa città: Francesco Pio Maimone.
Molti, spesso giovanissimi, scendono in strada armati o comunque con la certezza di poter fare quello che vogliono: da cosa traggono questa certezza? Chi o cosa li incoraggia? L’effetto è quello di generare un senso di timore nella cittadinanza, che è spinta a considerare pericolosa la fruizione di importanti spazi urbani.
Poche settimane fa si è consentito ad alcune centinaia di fanatici, tedeschi o italiani non importa, di marciare in corteo per le strade della città, per poi metterla a ferro e fuoco con ingenti danni nel suo cuore antico e più bello: piazza del Gesù. Restando in tema di “tifo” calcistico, perfino un lieto evento come la possibile conquista dello scudetto da parte della squadra del Napoli potrebbe trasformarsi in un disastro, con strade, edifici, beni pubblici imbrattati indecorosamente per anni.
È il segno di chi controlla veramente i quartieri, in barba a qualunque buona regola di civile convivenza. Peraltro, in una prospettiva di “festeggiamenti” che potrebbero continuare per settimane, tra vittoria matematica e ultima giornata di campionato, e oltre.
Da qualche tempo la situazione del traffico urbano è diventata insostenibile. Nelle fasce orarie di punta la paralisi sembra generale, la metro ha registrato diversi disservizi e chiusure, i bus sono vuoti perché fermi in colonna, anche le ambulanze e i motorini fanno fatica a passare.
È vero, ci sono molti cantieri aperti, ma a questi si aggiungono, quasi tutti i giorni, cortei o chiusure temporanee di strade, con effetti devastanti. Non è sopportabile la somma di questi fattori.
Continuare a cercare soluzione per risollevare la città
Cosa si può fare? Anzitutto stringersi intorno al sindaco e a tutta l’amministrazione comunale in questo momento difficilissimo. Stringersi alle associazioni e agli enti di rilievo sociale che coraggiosamente lavorano nei quartieri con le maggiori difficoltà: è prioritario evitare la chiusura di palestre e teatri, ma anche di cinema e di altri presidi socio-culturali, e anzi favorirne l’apertura ovunque possibile.
C’è sicuramente un tema di ordine pubblico e di rafforzamento della vigilanza, nelle zone più esposte ma anche nelle aree che si stanno preparando alla vittoria del Napoli: è auspicabile che il Comune, oltre all’annunciato programma di iniziative, metta in campo un’ordinanza capestro contro chi offende la città.
I cantieri stradali dovrebbero essere ottimizzati e scaglionati, evitando la concomitanza con altri eventi. Giornate dedicate alla mobilità sostenibile e uso gratuito dei trasporti, in alcuni orari, come sta accadendo in altre città italiane, potrebbero aiutare. Infine, quella che dovrebbe essere un’ossessione costante delle istituzioni e dei cittadini attivi: fare tutto il possibile per creare nuove occasioni di lavoro regolare.
Continuare ad investire in programmi e strutture di formazione che colgano la straordinaria creatività dei napoletani.