Crisi natalità: in Italia è allarme nascite

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Immagine di prostooleh su Freepik

In Italia è allarme nascite. Continua a diminuire il numero di nati con una conseguente diminuzione della popolazione anche nel 2023. Difatti, secondo l’Istat, la popolazione in Italia è attualmente di 58 milioni e 851mila unità con una riduzione del 3% rispetto all’anno precedente. Il paese si conferma così ancora una volta uno dei paesi con il più basso tasso di natalità al mondo.

Natalità in calo e decessi elevati sulle nascite

Il trend negativo è dovuto soprattutto dalla continua ed elevata mortalità pari a 713mila decessi contro 393mila nascite. Ciò ha comportato, il raggiungimento di un nuovo minimo storico con circa -320mila unità. L’Istat registra, infatti, meno di 7 neonati e più di 12 decessi ogni 1000 abitanti. L’ultimo dato positivo è risalente al 2008, in cui fu registrato un netto aumento delle nascite.


La natalità più alta è presente ,invece, in una regione del Nord. Difatti, è il Trentino-Alto Adige la regione italiana con la fecondità più alta (1,51 figli per donna) mentre è la Sardegna ad avere il tasso di fecondità più basso ossia 0,95 e quindi al di sotto di un figlio per donna.

INDICATORI DEMOGRAFICI ISTAT – NUMERO MEDIO DI FIGLI PER DONNA – RIFERIMENTO ANNO 2022

Aumentano gli stranieri e i movimenti migratori interni

Nonostante il calo demografico, aumenta invece la popolazione straniera con più di 5 milioni di residenti stranieri con una lieve crescita del 3,9% rispetto all’anno precedente. Ad aumentare sono anche i movimenti migratori interni soprattutto verso le regioni settentrionali. Circa 420mila individui provenienti dal Mezzogiorno si sono spostati verso un altro comune italiano.

Popolazione anziana e speranza di vita al di sopra degli 82 anni

22.000 sono attualmente gli ultracentenari in Italia triplicando così il numero rispetto agli ultimi 20 anni, raggiungendo il suo picco storico. L’Italia così si conferma essere un paese caratterizzato prevalentemente da una popolazione anziana. Aumenta anche la speranza di vita alla nascita che sale a 82,6 anni.

Le motivazioni della crisi demografica

Tanti sono i motivi che spingono sempre più coppie alla scelta di rinunciare ad avere dei figli. Senz’altro al primo posto subentra l’instabilità economica e lavorativa e la difficoltà sempre più accentuata nelle spese necessarie per il mantenimento di un figlio con il caro dei prodotti per l’infanzia. A ciò, si aggiunge anche la figura delle donne sempre più presenti nel mondo del lavoro e talvolta, per percorrere e non mettere a rischio la propria carriera , si sceglie di non concepire alcun figlio.

Gli interventi del Governo sull’allarme nascite

Soli pochi giorni fa si è tenuta la terza edizione degli Stati Generali della Natalità con la presenza di Papa Francesco e del Presidente del Consiglio. Giorgia Meloni è intervenuta ribadendo la priorità del Governo sulla famiglia con l’obbiettivo di rendere le donne libere di poter scegliere tra maternità e lavoro.

Il Governo in tal senso, è prossimo ad attuare provvedimenti per arginare il problema. Nel Piano per la natalità sono state prese in considerazione varie misure tra cui quella del bollino rosa per le imprese che non devono ostacolare l’occupazione delle donne che decidono di diventare mamme, promuovendo ed accentuando la parità di genere. Inoltre, per il Piano, sono già stati stanziati circa 1,5 miliardi nella Legge di Bilancio 2023. Per il congedo parentale ,invece, è previsto un ulteriore mese per entrambi i genitori con lo stipendio retribuito dell’80%.

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