David Lynch: addio al celebre regista del surreale

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David Lynch

Il mondo del cinema piange la perdita di una delle figure più emblematiche e innovative del cinema contemporaneo, David Lynch. Ad annunciare la scomparsa del regista, sceneggiatore, produttore, musicista e artista visivo, la sua famiglia su Facebook. La causa della morte è stata una grave forma di enfisema. Una malattia polmonare che la scorsa estate aveva dichiarato pubblicamente di avere. La sua eredità fatta di capolavori come “Velluto Blu”, “Mulholland Drive” e la serie tv “Twin Peaks”, rimarrà indelebile nel panorama cinematografico internazionale.

David Lynch: una carriera straordinaria, da Velluto Blu a Mulholland Drive

Lynch era conosciuto per il suo stile distintivo e innovativo che univa elementi di noir, surrealismo e simbolismo onirico. Membro illustre dell’olimpo del cinema contemporaneo, veniva spesso paragonato a Luis Bunuel. Tra i suoi lavori più noti troviamo Velluto Blu (1986), Mulholland Drive (2001) e la serie televisiva Twin Peaks (1990). La sua carriera lunga e intensa, è stata costellata di riconoscimenti. Tre volte candidato agli Oscar, una Palma d’Oro a Cannes per la miglior regia con Mulholland Drive, un Leone d’oro alla carriera nel 2006 e un Oscar alla carriera nel 2019.

Nato nel 1946 a Missoula nel Montana, Lynch ha iniziato la sua carriera come pittore di live action e shot animati, prima di farsi notare nel cinema con Eraserhead (1977). Il film divenne un cult nel circuito dei film di mezzanotte. Nel 1980 con The Elephant Man, raccontò la tragica vita di Joseph Merrick, ricevendo la sua prima nomination agli Oscar. La sua visione artistica è stata influenzata da esperienze personali e relazioni significative, come quella con l’attrice Isabella Rossellini che ha recitato in Velluto Blu. Pur essendo un fumatore incallito per gran parte della sua vita, nel 2020 ha finalmente deciso di abbandonare le sigarette, consapevole del danno che il fumo aveva arrecato al suo corpo e alla sua carriera.

Il genio dietro Twin Peaks e Inland Empire

Negli anni ’90, Lynch conquistò nuovamente l’attenzione del pubblico con la serie Twin Peaks, che rivoluzionò il panorama televisivo grazie alle sue narrazioni enigmatiche e atmosfere inquietanti. La serie divenne un fenomeno di culto, confermando la sua capacità di sfidare le convenzioni del piccolo schermo.

Nel 2006, Lynch tornò sul grande schermo con Inland Empire, un’opera enigmatica e sperimentale con Laura Dern, una delle sue attrici preferite. Nel 2017 ha poi sorpreso il pubblico con Twin Peaks: The Return, un reboot della serie originale che ha mantenuto lo stesso spirito visionario e misterioso, continuando a sfruttare l’alchimia con attori come Kyle MacLachlan.

David Lynch: la malattia e l’addio al cinema

Fumatore incallito per anni, Lynch aveva annunciato nell’estate scorsa di essere affetto da enfisema. La malattia lo aveva costretto a rimanere a casa, incapace di dirigere nuovi progetti. Nonostante la sofferenza aveva continuato a condividere la sua visione artistica con i fan, mantenendo un atteggiamento positivo. La sua famiglia ha comunicato la sua morte su Facebook, citando una delle sue celebri frasi: “Punta gli occhi sul donut e non sul buco in mezzo”. Un invito a guardare il lato positivo della vita anche di fronte alla sofferenza.

Il suo lascito e i progetti in sospeso

Il regista ha lasciato in sospeso alcuni progetti. La sceneggiatura di Antelope Don’t Run No More, completata nel 2010 e la serie in 13 episodi Wisteria/Unrecorded Night. Quest’ultima sembrava essere in fase di sviluppo nel 2020 per Netflix. Sebbene il regista fosse stato costretto a fermarsi, la sua influenza nel mondo del cinema e della televisione rimarrà eterna.

Con la morte di David Lynch, il mondo perde un genio creativo. Il regista ha saputo esplorare gli abissi della psiche umana, mescolando il sogno e l’incubo con una maestria unica. Il suo stile inconfondibile tra il surreale e il noir, continuerà ad ispirare generazioni di cineasti e spettatori in tutto il mondo.

Il ricordo, da Steven Spielberg a Nicolas Cage

La scomparsa del regista ha suscitato un’ondata di tributi e omaggi da parte di colleghi e personalità del mondo del cinema.

Steven Spielberg che aveva diretto Lynch in un piccolo ma significativo ruolo nel suo The Fabelmans, ha ricordato il regista con parole piene di stima. Il regista di E.T. e Jurassic Park ha lodato la “voce unica e originale” di Lynch, sottolineando come i suoi film abbiano superato la prova del tempo e continueranno a farlo in futuro.

Anche Ron Howard ha voluto ricordare Lynch con affetto e rispetto – Un uomo gentile e senza paura – lo ha definito Howard.

L’American Film Institute che ha seguito i primi passi di Lynch nel mondo del cinema, ha ricordato come il regista fosse uno dei suoi primi borsisti, raccontando il suo soggiorno nelle scuderie della Greystone Mansion durante le riprese di Eraserhead (1977), il suo film di debutto. L’AFI ha sottolineato come l’impatto di Lynch sul cinema sia stato indelebile e come il regista abbia restituito al cinema quanto ricevuto durante la sua carriera.

Nicolas Cage che ha lavorato con Lynch nel film Cuore Selvaggio (1990), ha ricordato il regista come “un genio del cinema, uno dei più grandi artisti di tutti i tempi”.

Kyle MacLachlan, l’attore che ha interpretato il celebre agente Dale Cooper in Twin Peaks, ha scritto un commovente tributo su Instagram. Egli ha ricordato Lynch non solo come un regista ma come un maestro e un amico.

La Biennale di Venezia ha voluto rendere omaggio a David Lynch con una nota ufficiale, esprimendo il suo cordoglio per la morte del regista.

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