De(crescita) delle Periferie: Sfide, Cause e Possibili Soluzioni

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La presenza dello Stato si avverte soltanto attraverso il blitz della polizia per contrastare abusivismo, criminalità e degrado. La domanda cruciale sorge spontanea: perché le grandi città sono sempre più immerse nel degrado? È una questione politica, amministrativa o economica?

L’ombra del degrado urbano si fa sempre più lunga, e le cause di questo fenomeno complesso si intrecciano tra politica, amministrazione ed economia. Le decisioni politiche influenzano la destinazione dei finanziamenti pubblici, l’amministrazione del territorio può fallire nella gestione delle risorse, e le dinamiche economiche possono lasciare aree urbane in uno stato di abbandono. Un’analisi approfondita è essenziale per comprendere la radice di questo problema e sviluppare soluzioni sostenibili.

Le periferie: un fenomeno in evoluzione

La periferia è da sempre il tema dominante, soprattutto in questa epoca. Nell’attuale spostamento globale delle persone dalle aree periferiche, che possono essere monti, colline o pianure, verso le città, ci si interroga sul motivo per cui le “periferie” si siano così espanse nel tempo. Questo fenomeno, rilevato soprattutto nei paesi benestanti, in particolare quelli europei, ha avuto un’accelerazione negli anni ’90 con l’inizio dell’arrivo degli immigrati dal sud del mondo e dall’Europa dell’est.

Il crescere delle periferie: Un riflesso del decadimento economico

Il fenomeno delle periferie in espansione ha registrato un’accelerazione con un certo decadimento economico dalla seconda metà del 2000. Questo declino è stato innescato dai vuoti lasciati dalle dismissioni industriali, evidenziati da intere aree di terra e capannoni abbandonati. In parallelo ai centri storici, i rioni e i palazzi hanno subìto il degrado, e lungo le strade si nota l’abbandono di edifici, talvolta di notevole valore storico. Molti di questi oggi risultano invivibili e irrecuperabili a causa di un grave deterioramento, rendendo ogni tentativo di demolizione o ristrutturazione poco economicamente sostenibile per i proprietari. Di conseguenza, le periferie hanno conosciuto una crescita caratterizzata da imponenti strutture di cemento, mentre i quartieri, soprattutto nelle città, versano in uno stato di incuria. Questo fenomeno si estende anche alle città di medie dimensioni di provincia, delineando un panorama urbano dominato da situazioni simili.

Il declino dei piccoli comuni: vittime dell’avanzare delle mega attività commerciali

Inoltre, si registra un fenomeno preoccupante nei numerosi paesi, circa ottomila, disseminati sul territorio nazionale, incapaci di sopravvivere all’avanzare delle nuove mega attività commerciali sempre più innovative. Questa realtà si riflette in ogni contesto, anche nelle città più moderne, dove persiste la crescita di “mostri in cemento”, ghetti e periferie degradate. La periferia, lungi dall’essere circoscritta alle grandi città, si estende al disagio di migliaia di piccoli comuni che sono ormai diventati delle autentiche “periferie”. In questi luoghi, le opportunità per i giovani residenti sono scarse, manca una solida base formativa e un ambiente favorevole alla ricerca di innovazione, risultando in una vita quotidiana monotona e priva di prospettive. Il potere politico, in particolare nelle amministrazioni comunali, sembra dimostrare una carenza di idee e di strumenti adeguati per intervenire e sviluppare progetti mirati all’integrazione della popolazione, delle attività economiche e commerciali.

Un nuovo approccio per rigenerare le periferie: coinvolgimento e prospettive

Sarebbe indispensabile considerare l’unificazione dei comuni più piccoli, plasmando nuove città dotate di identità geografiche distinte e conferendo poteri più ampi e autorevoli agli enti locali. Ciò che sorprende è la constatazione che, in queste periferie immense e diversificate, risiede la popolazione più giovane, composta da individui che guardano con speranza alle prospettive di vita e crescita in luoghi attualmente considerati inadeguati. Le periferie, nonostante le sfide, incarnano una popolazione desiderosa di migliorare le proprie condizioni, individui che ambiscono a un futuro migliore.

Ogni progetto o proposta politica finalizzata a superare l’abbandono e il crescente degrado deve coinvolgere attivamente coloro che già abitano questi luoghi. È essenziale instaurare una comunicazione efficace con gli abitanti per comprenderne le reali necessità e per sviluppare insieme modelli insediativi che consentano alle persone e alle comunità di vivere in condizioni soddisfacenti. Su questo fronte, non esiste urbanista, architetto o politico illuminato che non riconosca l’urgente necessità di conferire una nuova vita a queste aree, progettando interventi coraggiosi e coinvolgendo attivamente la popolazione residente per avviare un processo di rinascita.

Le periferie sono le città del futuro, dove si concentra l’energia umana e che lasceremo in eredità ai nostri figli.

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