Depressione e disturbi mentali in aumento: colpa delle guerre

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Immagine di Freepik

Tutte le guerre portano a dolorose conseguenze provocando un impatto negativo sulla vita di chi sopravvive e di chi combatte o ha combattuto. Ucraina, Israele e Palestina un crescendo di morte e distruzione che sembra non avere fine. Ingenti perdite in termini di morti, infrastrutture, soldi. Per non parlare degli effetti psicologici che questi conflitti stanno provocando sulle persone esposte agli attacchi e non solo. Depressione e disturbi mentali sono in forte aumento, in particolare tra donne e bambini, soggetti più vulnerabili. Complice di questo aumento anche la difficile situazione economica e sociale.

Depressione e disturbi mentali nei sopravvissuti

La brutalità e la crudeltà delle guerre in atto, per la mente umana sono diventate più dannose degli eventi di catastrofe naturale. La violenza provocata dall’uso delle armi lascia segni profondi su coloro che sopravvivono. Per molti il ricordo delle terribili scene vissute, causa una scarsa concentrazione, insonnia e incubi. Questo porta ad un aumento della depressione e dei disturbi mentali che spesso si manifestano a distanza di tempo. Anche l’abbandono della propria casa per salvarsi da un attacco incide sulla salute mentale con effetti persino peggiori. L’allontanamento dai propri luoghi di origine e la totale perdita di controllo sulla propria vita causa un forte senso di incertezza.

Le persone che sopravvivono ai conflitti nella maggior parte dei casi sono soggetti alla “sindrome del sopravvissuto“. Vengono invasi da un senso di colpa che li porta a pensare di essere dei privilegiati nei confronti di chi non ce l’ha fatta. Il sostegno a vicenda è quindi molto determinante per rinascere da un forte trauma come quello della guerra.

I traumi di guerra nei soldati

Con lo scoppio delle guerre anche i soldati possono essere soggetti a depressione e disturbi mentali, anche se in modo minore. Molti di loro sono civili che si sono arruolati o che combattono come volontari per difendere la propria nazione. Civili che nella vita facevano tutt’altro.

Per i soldati e i combattenti civili l’essere impegnati attivamente per uno scopo potrebbe ridurre i danni psicologici della guerra. D’altra parte però la mancanza di formazione ed esperienza dei civili che si arruolano rapidamente per far fronte all’emergenza, può provocare stress e senso di incapacità nel gestire momenti cruciali. Anche l’allontanamento dai propri cari può incidere sulla loro salute mentale.

I soldati esperti sono soggetti a disturbi post-traumatici da guerra causati dalla paura per la morte, per la propria incolumità e per il ferimento dei compagni. Possono accusare anche un altro malessere, quello del “danno morale”. Chi combatte è esposto ad azioni contrarie alla morale che portano in alcuni casi, a lunghe conseguenze psicologiche.

Italia: aumenta la spesa per gli antidepressivi

La depressione e i disturbi mentali sono in aumento anche nel nostro paese. A rilevarlo è una revisione, da parte del direttore del Dipartimento di Salute Mentale ASL Roma 2 – Massimo Cozza – dell’analisi dei dati del recente rapporto salute mentale del Ministero della Salute. Dal rapporto si evince un aumento di 2 milioni di spesa lorda complessiva in regime convenzionato per gli antidepressivi. Con una media nazionale di numero di confezioni erogate pari a più di una ogni due persone.

In Toscana, Liguria e Umbria c’è un uso maggiore di antidepressivi. Un minor consumo si riscontra invece in Friuli Venezia Giulia, Campania e Puglia. Dall’analisi emerge inoltre che la patologia più frequente tra i quasi 780.000 degli utenti psichiatrici assistiti nei servizi territoriali è proprio la depressione. Un dato però basso rispetto ai quasi 3 milioni di italiani che soffrono di questo disturbo e che non chiedono l’aiuto di medici ed operatori sanitari.

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