Meloni chiede garanzie sulla difesa Ue: “Nessun invio di truppe in Ucraina”

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Difesa ue

La posizione italiana sulla difesa Ue

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è intervenuta a Bruxelles in occasione del Consiglio europeo informale, ribadendo la necessità di una difesa Ue più forte e coordinata, ma senza passi avventati come l’invio di truppe europee in Ucraina. Secondo Meloni, è prioritario garantire un sistema di sicurezza europeo che sia compatibile con la Nato, evitando sovrapposizioni e conflitti di competenze.

In questo quadro, Meloni ha chiesto formalmente all’Unione europea di considerare l’estensione dell’articolo 5 della Nato anche all’Ucraina, garantendo così una protezione concreta e integrata tra l’Alleanza Atlantica e la difesa Ue.

No all’uso dei fondi di coesione per il riarmo

Un altro punto fermo della posizione italiana è la contrarietà all’utilizzo dei fondi di coesione per finanziare il riarmo europeo. Meloni ha sottolineato come tali risorse debbano restare dedicate al loro scopo originario: il supporto alle regioni più deboli e il rafforzamento della coesione territoriale. La difesa Ue, per essere realmente efficace, deve poggiare su strumenti finanziari dedicati, con un sistema di rendicontazione trasparente e uniforme per tutti i Paesi membri.

Verso un vertice Usa-Ue sulla difesa

Meloni ha rilanciato l’idea di un vertice congiunto tra Unione europea e Stati Uniti, proprio per discutere della futura architettura della difesa Ue. Sebbene al momento non vi siano date ufficiali, la premier italiana ha sottolineato l’urgenza di una maggiore cooperazione transatlantica, capace di integrare le strategie di sicurezza europee con quelle della Nato.

Il confronto interno al centrodestra

La questione della difesa Ue sta creando tensioni anche all’interno della maggioranza di governo italiana. Se da un lato Forza Italia, con Antonio Tajani, sostiene l’importanza di rafforzare la sicurezza comune, la Lega di Giancarlo Giorgetti critica apertamente il piano europeo Rearm Europe, definendolo affrettato e poco chiaro. Meloni è impegnata in un difficile esercizio di mediazione, cercando di garantire una posizione unitaria dell’esecutivo italiano.

Il dibattito nel centrosinistra

Anche nel Partito Democratico la difesa Ue è motivo di discussione. La segretaria Elly Schlein ha espresso forti riserve sul piano proposto da Ursula von der Leyen, giudicato eccessivamente militarista. Diversa la posizione di Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo, che invece considera il progetto una svolta storica e una grande opportunità per rafforzare la sicurezza dell’Europa.

Difesa Ue e revisione del Patto di Stabilità

L’Italia ha anche proposto di escludere le spese per la difesa Ue dal calcolo del deficit pubblico. Una proposta accolta positivamente dalla Germania, che ha aperto a una revisione più ampia del Patto di Stabilità, includendo tra le spese da “scorporare” non solo quelle per la sicurezza, ma anche per la competitività e l’innovazione.

Un piano di difesa Ue legato a investimenti positivi

Giorgia Meloni ha sottolineato che per essere accettato dai cittadini, il piano di difesa Ue non deve essere percepito solo come un programma di riarmo, ma come uno strumento per migliorare la cybersicurezza, le infrastrutture strategiche e la ricerca tecnologica. È necessario legare la sicurezza comune a una visione di crescita sostenibile e innovativa per l’intero continente.

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