Fondi europei: cosa sono e cosa accadrà in Italia

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Fondi europei

I fondi europei sono una delle grandi novità della nostra epoca. Ecco di che cosa si tratta e come funzionano ma, soprattutto, come accedervi.

di Paolo Grasso

I fondi europei strutturali e di investimento operano insieme per sostenere la coesione economica, sociale e territoriale. Il loro scopo è conseguire gli obiettivi della strategia dell’Unione Europea per generare una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.
• il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR)
• il Fondo sociale europeo (FSE)
• il Fondo di coesione (FC)
• il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR)
• il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP).

Questi fondi che l’Unione europea destina ai paesi hanno lo scopo di aiutare le regioni meno sviluppate ad avvicinarsi alla media europea. Ridurre gli squilibri interni ai Paesi, a livello economico e sociale. Si parla di una crescita economica e di miglioramento della qualità della vita dei cittadini in tutte le regioni.

Fondi europei: cosa sono e come accedervi

Dal 2021 è entrato nel lessico comune il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza meglio noto come PNRR. in inglese National Recovery and Resilience Plan, abbreviato in Recovery Plan o NRRP. Questa dicitura identifica il documento che il governo Italiano ha predisposto per illustrare come intende rilanciare l’economia dopo la pandemia di Covid-19, al fine di permettere lo sviluppo verde e digitale del Paese.

Il PNRR fa parte del programma dell’Unione europea noto come Next Generation EU, un fondo da 750 miliardi di euro per la ripresa europea. All’Italia sono stati assegnati 191,5 miliardi di cui 70 miliardi – il 36,5% – in sovvenzioni a fondo perduto e 121 miliardi – il 63,5% – in prestiti.

Il Pnrr si suddivide in sei settori di intervento principali:
• Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo.
• Rivoluzione verde e transizione ecologica.
• Infrastrutture per una mobilità sostenibile.
• Istruzione e ricerca.
• Coesione e inclusione.
• Salute.

Lo scorso 8 novembre 2022 la Commissione europea ha espresso una valutazione preliminare positiva sul raggiungimento degli obiettivi e dei traguardi previsti per il primo semestre del 2022, ai fini dell’erogazione della seconda rata di 21 miliardi.

Pnrr: l’Italia alle prese con i fondi europei

Il pagamento della seconda rata del PNRR rappresenta un ulteriore passaggio nel percorso di attuazione degli investimenti e delle riforme previsti dal Piano. Sono interventi che permetteranno di accelerare la transizione ecologica e digitale, rafforzare il sistema produttivo, modernizzare la pubblica amministrazione, ridurre i tempi della giustizia e accrescere la dotazione di infrastrutture del nostro Paese.


Il pagamento di questa rata, che segue il prefinanziamento di oltre 24 miliardi avvenuto nel mese di agosto 2021 e il versamento della prima rata di 21 miliardi lo scorso aprile, rappresenta un ulteriore rilevante passo in avanti nel percorso di attuazione delle riforme e degli investimenti previsti dal PNRR.


I 45 traguardi e obiettivi, di cui è stato riconosciuto il conseguimento, sono relativi, tra gli altri, all’avvio delle riforme della pubblica amministrazione, degli appalti pubblici, della professione di docente, dell’amministrazione fiscale e dell’assistenza sanitaria territoriale. A questi si aggiungono gli investimenti in settori strategici chiave, tra cui la banda ultralarga e il 5G, la ricerca e l’innovazione, il turismo e la cultura, lo sviluppo dell’idrogeno, la riqualificazione urbana e la digitalizzazione delle scuole e per l’arretrato giudiziario.
A fine 2022 il nuovo Governo ha dichiarato di aver raggiunto i 55 obiettivi previsti dal PNRR per il secondo semestre 2022.


L’azione di impulso e coordinamento ha consentito di adottare o istituire e completare:
• L’agenzia Cybersecurity.
• Completare il Polo Strategico Nazionale destinato ad ospitare i dati e i servizi strategici di P.A. centrali, locali e strutture sanitarie (transizione digitale).
• Gli atti attuativi della riforma dei servizi idrici.
• La società 3I (INPS, INAIL e ISTAT).
• La riforma dei servizi pubblici locali.
• Ridurre gli oneri di sistema impropri dalle bollette energetiche.
• La riforma della scuola.
• Convocare due riunioni della Conferenza Stato-Regioni e Unificata per acquisire tutti i pareri necessari all’adozione degli atti e dei decreti.
• Il nuovo Codice dei Contratti pubblici.
• Gli adempimenti connessi alla riforma dell’amministrazione fiscale.
• Il Piano nazionale e una road map attuativa per la lotta al lavoro sommerso.

La questione del Sud e dei fondi del Pnrr

Purtroppo, duole ammetterlo, ma destinare al Mezzogiorno solo un terzo dei finanziamenti previsti e non i due terzi continuerà ad accrescere il divario Nord/Sud. Si premia le aree più sviluppate e sostenendo marginalmente le aree più in difficoltà.
Come corollario, la distribuzione dei fondi in questo caso andrebbe a premiare quelle realtà che già oggi sono più efficienti. Si rischia, così, di acuire ulteriormente i divari territoriali anziché ridurli.
Risulta da subito necessario avere una cabina di regia centralizzata in grado di proporre soluzioni integrate valide e produrre progetti per le specifiche peculiarità dei territori del mezzogiorno, ed in grado di portare avanti delle proposte operative per garantire dei livelli essenziali di prestazioni in tutte le aree del paese , nel rispetto dei principi di perequazione, uguaglianza, coesione e solidarietà sociale, indicati dalla nostra Costituzione.
La possibilità di sfruttare i fondi europei rappresenta una fondamentale opportunità di crescita e sviluppo per il nostro paese. La piena ed efficace attuazione dei progetti contenuti nel Pnrr sarà quindi uno dei passaggi decisivi dei prossimi anni. Per questo sarà fondamentale anche un’attenta opera di monitoraggio non solo per informare i cittadini sull’avanzamento dei progetti ma anche per segnalare eventuali criticità.

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