Il caffè è la bevanda numero uno in Italia

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Il caffè è la bevanda numero uno per gli italiani. Il mercato del caffè infatti è in continua espansione. Per i lavoratori, per amici al bar, per una visita da un parente, il caffè sembra essere la bevanda simbolo per un incontro.

In Italia il 92% della popolazione beve principalmente caffè di cui l’82% sceglie il famoso Espresso italiano. Quest’ultimo è divenuto ormai la tipologia preferita anche se c’è chi non disprezza una tazza di caffè lungo o meglio soprannominato come “caffè americano.”  

Dove e come nasce il caffè?  

Ma come nasce in realtà il caffè e a quale epoca risale la sua diffusione? Andiamo dunque a scoprire più a fondo le sue origini. 

La parola caffè deriva dal termine arabo “qahwa” che identifica una bevanda prodotta da semi con effetti stimolanti. L’origine del caffè conosce diverse storie e sembra iniziare nel IX secolo con l’inizio dei raccolti in Abissinia oggi denominata Etiopia. Difatti, la sua successiva diffusione in altri paesi stranieri ed europei sembra provenire proprio da lì. Inoltre, il caffè in Etiopia, si differenzia per il suo particolare sapore acido.  

L’importanza sociale del caffè in Italia ed il famoso “caffè sospeso” di Napoli 

Indubbiamente nel nostro Paese il caffè è una bevanda molto amata che ha acquisito un importanza sociale. Fin da tempi più antichi, nelle botteghe era appunto la bevanda consumata per le occasioni di incontri e scambi di idee. Tanti ad oggi, sono i bar italiani in cui si può assaporare una buona tazza di caffè.  Il caffè più antico d’Italia, a quanto pare è il Caffè Florian in Piazza San Marco a Venezia denominato il bar più antico della penisola. 

La città di Napoli è riconosciuta come la città d’Italia in cui si beve più caffè. Nasce proprio qui l’iniziativa solidale e sociale del cosiddetto “caffè sospeso” che consiste nel pagare un caffè al bar per chi ne avesse bisogno. Il “custode” del vero caffè della tradizione napoletana sembra proprio essere il marchio Passalacqua. Un’azienda di famiglia che da più di 70 anni opera nel settore. Il loro caffè sembra avere un gusto unico. L’aroma è ottenuto dalle miscele di arabica e robusta che arrivano da 14 paesi diversi.

La lavorazione del caffè: dal chicco alla tazzina  

Come avviene la lavorazione del caffè? Varie sono le fasi per la lavorazione del caffè dal chicco alla tazzina.  

La prima fase è la raccolta che può avvenire manualmente o meccanicamente. Dopo la raccolta dei chicchi di caffè, avviene la depellicolazione ossia togliere la pellicola esterna del chicco. Fase successiva è quella dell’essicazione per liberare il chicco dall’acqua presente. Dopodiché, si passa alla setacciatura attraverso appositi macchinari per dividere i chicchi a seconda della loro grandezza. Il caffè è poi preparato in dei sacchi di juta per la spedizione ai vari produttori. Una volta spedito, è il momento della miscelazione, fase importantissima per la lavorazione. Durante questa fase, infatti, il caffè sarà miscelato insieme ad altre varietà per raggiungere il giusto gusto ed aroma. La fase più cruciale è la torrefazione. Ossia i chicchi sono torrefatti ad una temperatura tra i 200 ed i 230 gradi per circa 15 minuti, ottenendo il caffè vero e proprio. L’ultima fase è quella poi del confezionamento.  

Le importazioni in Italia e le principali aziende produttrici di caffè

In Italia, le importazioni di caffè provengono principalmente dal Brasile, che si registra anche come principale produttore al mondo di caffè. Dal Brasile infatti proviene la qualità Arabica che è tra l’altro la prescelta dai bar. Dal Vietnam arriva invece la qualità Robusta. Ma tra i paesi importatori vi sono anche la Columbia e l’Etiopia.  

Tra le principali aziende produttrici in Italia attualmente è presente Lavazza. Una storica azienda nata a Torino nel 1895 che si registra al primo posto per il suo fatturato annuo, divenuto leader nel mercato del caffè. Ma sono apprezzate anche aziende quali Illy e Motta. 

Per le torrefazioni italiane, nel settore vi operano circa 1016 aziende. Le migliori torrefazioni artigianali risultano essere Caffè Rinaldi presente nella capitale italiana e Torrefazione Agust a Brescia.  

Industria del caffè: quali sono le previsioni per il 2023? 

Come si evolverà nel 2023 l’industria del caffè? Ebbene, negli anni della pandemia del Coronavirus, il mercato del caffè ha registrato miglioramenti soprattutto però per il caffè acquistato e consumato a casa. Vi è timore che ciò accada anche quest’anno per l’aumento dei prezzi. Tale aumento potrebbe portare ad un’ulteriore diminuzione della consumazione di caffè nei bar o ristoranti. Secondo le statistiche ICO (International Coffee Organization), nel 2022 la produzione globale di caffè ha raggiunto quota 167,2 milioni di sacchi. I dati mostrano quindi un calo rispetto al 2021 ma anche un aumento del consumo globale di caffè. Ciò fa ben sperare che anche nel 2023 la produzione raggiungerà ottimi risultati e si auspica che i prezzi rimangano stabili.  

indicatore dei prezzi del caffè di gennaio 2023 sul sito ufficiale ICO

Curiosità sul mondo del caffè che si potrebbe non conoscere

Ecco svelata una curiosità che molti potrebbero non conoscere. In Indonesia, nasce una tipologia molto particolare ed insolita di caffè. Nella lingua originaria è chiamato “kopi luwak” prodotto dallo zibetto, un mammifero che vive maggiormente nelle foreste tropicali e che ingerendo bacche di caffè successivamente defecate dà vita a questo caffè. Inoltre sembra essere molto ricercato ed anche costoso. Così esclusivo che una sola tazza costa addirittura 85 euro! Se si considera il suo prezzo al kg, si può dire che sia il caffè più costoso al mondo con un costo  dai 500 ai 900 euro al kg.

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