Impianto della Regione Campania per lo spacchettamento e vagliatura delle eco balle o ecomostri, in località Taverna del Re a Giugliano in Campania NA.
di Giovanni Rienzo
Il giorno 25 luglio 2023 ho avuto il piacere di essere il primo giuglianese a visitare l’impianto di spacchettamento dei Rifiuti Stoccati in Balle insistenti sul territorio di Giugliano in Campania, località Ponte Riccio in zona ASI, voluto dal Presidente della Regione Vincenzo De Luca.
Era da tempo che mi sfiorava l’idea di poter curiosare all’interno di quell’impianto. Ormai le più fantasiose e disparate teorie generatesi durante la sua genesi, vagano ancora oggi sui social come inquietanti ombre, simili a quelle che incontra Ulisse nell’Ade durante il corso della sua Odissea per il ritorno a casa.
Finalmente l’occasione si è presentata quando un giorno discutendo della questione col Consigliere Regionale e amico Pasquale Di Fenza, persona molto vicina al Presidente De Luca, scoprimmo che condividevàmo la stessa curiosità, ad un certo punto paventammo l’idea di poter organizzare insieme una visita.
Certo non è scritto da nessuna parte che due colori politici diversi debbano per forza scontrarsi e non condividere un argomento di interesse collettivo, ormai si sa, non sono le bandiere a fare gli uomini bensì il contrario e, Pasquale come me è molto sensibile all’argomento ambiente.
Impianto della Regione Campania per lo spacchettamento e vagliatura delle eco balle o ecomostri, in località Taverna del Re a Giugliano in Campania NA
Insomma a poche settimane da quella interlocuzione Il Consigliere Di Fenza aveva già tutto organizzato per una visita all’ impianto, l’appuntamento è stato davanti all’ingresso principale alle ore 10:00 di martedi 25 luglio 2023.
Puntuali come due orologi svizzeri sotto la canicola estiva oltrepassiamo con le auto il cancello scorrevole, per me è forte l’emozione, non mi sembra vero di essere il primo giuglianese ad entrare in quell’impianto tanto discusso dalla città, un impianto sempre al centro di decine di polemiche e che ha originato a volte vere e proprie schermaglie che sono sconfinate in pesanti contumelie tra gli astanti.
Giungiamo dopo circa un chilometro, in un ampio parcheggio dove sulla destra c’è questa enorme struttura e sulla sinistra invece gli uffici.
Gli uffici
Negli uffici veniamo ricevuti da una squadra di tecnici composta da vari Ingegneri tra cui l’Ing. Vitale Vincenzo e il Dirigente Responsabile della struttura, l’Architetto Bruno Mario. I quali dopo i doverosi convenevoli ci dotano di mascherina con un filtro sulla parte anteriore. A quel punto comincio a provare i primi sintomi del pentimento e mi chiedo: ”ohibò, vuoi vedere che i più assidui sostenitori che ritenevano l’impianto tossico per la città avevano ragione? Ma chi me lo ha fatto fare”?
Dentro la struttura
Ci conducono all’interno del capannone, il quale è dotato di ben sei porte scorrevoli esterne verticali che consentono l’ingresso dei camion, le quali una volta richiuse sigillano perfettamente tutto il locale. Appena entrati ci siamo ritrovati di fronte a vani dove c’erano alcune eco balle sbancalate. Qui due grosse ruspe sollevano i cumuli di rifiuti ponendoli su enormi nastri trasportatori per la prima vagliatura. Tutti gli operatori all’interno sono dotati di tute isolanti, caschi e dispositivi di protezione individuali, a causa delle polveri generate dalla lavorazione. Ci hanno tenuto a precisare che di quelle polveri non ne veniva disperso neanche un micron all’esterno, poiché ci hanno mostrato in che modo enormi tubazioni conducessero tramite un lungo tragitto, fino ai depuratori d’aria dotati di un complesso sistema di filtraggio.
Nel locale vivo siamo rimasti soltanto pochi minuti, infatti subito dopo ci hanno condotto, (attraverso una scalinata esterna all’edificio) all’ingresso di un percorso coperto e protetto, che si affaccia all’interno della struttura estendendosi lungo una intera parete perimetrale, dal quale grazie ad apposite vetrate si riescono a scorgere dall’alto tutte le fasi di lavorazione, costruito apposta per i visitatori.
Le varie fasi
Nella prima fase del vaglio vengono eliminati i materiali ferrosi con deferrizzatori, poi c’è il “separatore aeraulico ”che separa la prima parte pesante, tutto poi arriva in una sorta di centrifuga chiamata “vaglio rotante” dove viene separata una parte chiamata sottovaglio e la parte di scarto, poi il nobile (materiale di recupero) e il sopravaglio. Infine, si arriva in un settore dove ci sono i selettori ottici tarabili che separano le varie tipologie di plastiche ovviamente programmati sulle eco balle.
Lo scarto
Al momento lo scarto che su base previsionale si riteneva fosse intorno al 70% e destinato ad essere trasformato in Combustibile Solido Secondario (CSS) una volta aperte le eco balle è risultato invece essere circa il 55% tra CSS ordinario e CSS di qualità. Alla domanda che fine farà il CSS prodotto? Ci è stato risposto che verrà affidato ad aziende fuori Regione per lo smaltimento, in realtà il nostro timore era che potesse andare a pesare sull’inceneritore di Acerra, ma il responsabile l’Architetto Bruno Mario, ci ha spiegato che ciò non è possibile per legge, perché l’impianto per le eco balle non è classificato nel Ciclo Integrato dei Rifiuti della Regione.
Le acque
Come vengono gestite le acque? Le acque sono di tre tipologie, il percolato che viene stoccato in enormi serbatoi verticali dislocati alle spalle degli uffici. Le acque nere allocate in una vasca interrata in una area che costeggia il parcheggio e dove viene periodicamente estratta da autobotti e smaltite tramite canali ufficiali. Le acque bianche vengono invece dirottate direttamente nel collettore consortile ASI.
I camion
I camion che trasportano le eco balle da località “Taverna del Re” (circa 12 km) fino a “Ponte Riccio” dove insiste l’impianto, e che sono stati oggetto di polemiche in passato a causa del fatto che si riteneva improprio farli transitare sul territorio, saranno forse una decina al giorno o magari venti, ma paragonati alle centinaia di automezzi dei corrieri espresso che transitano H24 su tutto il territorio, mi sembra solo una polemica pretestuosa.
Terminate le eco balle cosa succede all’impianto?
Ebbene la domanda che si pongono tutti è questa: “quando non ci saranno più le eco balle che fine farà l’impianto”? Insomma un impianto costato circa 4 milioni di euro più l’acquisto dei terreni sui quali è stato costruito che sono costati altri 4 milioni e mezzo alla Regione Campania, ci sembra davvero difficile che poi possa essere dismesso, intanto ad oggi è previsto che quando saranno smaltiti i restanti 1 milione e trecentomila tonnellate di eco balle, verrà affidato all’Ente d’Ambito, quindi nel nostro caso all’ATO 1 dell’area Napoli Nord, dove si deciderà in seguito la destinazione d’uso.
Conclusione
Questo impianto lo hanno definito in tanti modi come ad esempio: “inceneritore mascherato” o anche “Mostro ecologico”.
Come di consueto il suggerimento è quello di raccogliere il numero maggiore di informazioni, possibilmente corrette, prima di condividerle. Ma la cosa peggiore è quando l’informazione fuorviante viene fatta in maniera consapevole, ed ha l’unico obiettivo di far propaganda politica utilizzando il metodo del terrorismo mediatico, facendo leva sull’ignavia delle persone, e questo per avere qualche like o qualche consenso in più.
Detto questo, ben venga la liberazione delle piazzole dalle eco balle di Taverna del Re, dove si esborsano onerosi fitti per i terreni, e si paga una sanzione europea di 20milioni di euro all’anno, che ricade sulle tasche dei contribuenti, i quali sono costretti a pagare una gabella TARI tra le più alte d’Italia.
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