La cucina italiana candidata ufficialmente a patrimonio Unesco

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CUCINA ITALIANA

È di pochi giorni fa la notizia. La Cucina Italiana, dunque, ottiene una prestigiosa candidatura anche grazie al supporto e al patrocinio dell’Accademia Italiana della Cucina.

di Antonella Coletta

La proposta, infatti, nata dalla sinergia di tre importanti realtà italiane quali il Comitato Scientifico presieduto dall’Accademico onorario Massimo Montanari, la Fondazione Casa Artusi e la rivista “La Cucina Italiana” è stata accolta con entusiasmo dai Ministeri dell’Agricoltura e della Cultura che ne hanno promosso la candidatura ufficiale UNESCO.

L’Accademia italiana della Cucina: una storia che parte da lontano

Precisamente, in una calda giornata di luglio del 1953, fu fondata da Orio Vergani insieme ad un gruppo di pregevoli esponenti della cultura, dell’industria e del giornalismo di quell’epoca. Dal 2003 l’Accademia Italiana della Cucina è Istituzione Culturale della Repubblica Italiana ed è presente, attraverso le sue Delegazioni, in tutto il mondo.

Nel suo DNA l’Accademia porta con sé la missione di promuovere iniziative che diffondano la conoscenza dei valori tradizionali della cucina italiana.

Obiettivo importante, se si pensa che dopotutto, la cucina rappresenta una delle espressioni identitarie della cultura di un Paese. Essa è frutto di tradizione, della storia e della vita dell’uomo. Ciò che mangiamo in fondo racconta chi siamo, rimanda alle nostre radici e ci rappresenta al di là dei confini.

L’Accademia si pone dunque come un affascinante viaggio alla scoperta e alla valorizzazione delle consuetudini antiche legate al tema prescelto ogni anno che, per il 2023, vedrà protagonisti “Riso, Mais ed altri cereali nella cucina della tradizione regionale”.

La cucina italiana candidata ufficialmente a patrimonio Unesco

Tra le iniziative attuate dalle singole Delegazioni, merita senz’altro attenzione il consueto appuntamento con la cultura: un interessante e stimolante narrazione sul tipo di alimentazione nei secoli scorsi.

Come si nutrivano e cosa mangiavano per esempio i grandi della letteratura italiana come Giacomo Leopardi e Alessandro Manzoni fino ad arrivare alle menti illuminate di Luigi Vanvitelli o al Premio Nobel per la letteratura Grazia Deledda.

Un racconto, quello tenutosi durante la conviviale organizzata ieri dalla Delegazione di Benevento, pieno di aneddoti e curiosità, di quel patrimonio tutto italiano di cui la Cucina italiana è stata sempre protagonista indiscussa.

Il cibo in fondo, non è soltanto e semplicemente nutrimento per il corpo, è insieme colori, odori e sapori che fanno bene all’animo.

Ecco in mezzo a tante candidature, in altri ambiti alquanto improbabili, quella della cucina italica a quale Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, non può che renderci orgogliosi.

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