Rinasce la Democrazia Cristiana? A Torre del Greco sono state ricusate le prime liste di altri partiti che usano il simbolo dello scudo crociato.
di Elisabetta Trenta
Quando a febbraio si è svolto il 19^ congresso della Democrazia Cristiana (dopo 34 anni da 18^ del 1989) in molti erano scettici sul futuro e pensavano che fosse solo l’ultimo di tanti soggetti politici, nati dal momento della diaspora del partito, nel 1994, per poter utilizzare il nome o il simbolo e potersi accaparrare il consenso legato alla importante storia e tradizione della Democrazia Cristiana.
Invece stavolta non è così e – come recita la mozione congressuale – “Tutti i democristiani che per anni hanno mantenuto la speranza di rinascita della DC, oggi possono trasformarla in una reale azione politica visibile e chiara, in modo da “lavorare insieme per il bene comune dell’Italia senza partigianeria, con carità e responsabilità, senza soffiare sul fuoco della frustrazione e della rabbia sociale”.
Come ci dice il Segretario Nazionale eletto dai convenuti al congresso, il programma della Democrazia Cristiana si sintetizza in Pluralismo – Sviluppo – Progresso e gli strumenti per realizzarlo sono Democrazia e Partecipazione.
La Democrazia Cristiana è rinata, anzi, non è mai morta
Il segretario amministrativo della DC, Sabatino Esposito, riferisce la frenetica attività che, insieme ad un gruppo di avvocati, viene svolta giornalmente per diffidare tutti i partiti dal continuare ad usare il nome della Democrazia Cristiana o il suo simbolo senza averne diritto e, tra questi, ci sono soggetti che fanno parte della maggioranza di governo come l’UDC di Cesa o Noi con l’Italia di Lupi, ma anche altri che starebbero per presentarsi alle elezioni amministrative.
Non possono più farlo, anche le Prefetture e tutti i comuni al voto sono stato avvisati ed arrivano le prime ricusazioni delle liste: a Torre del Greco, provincia di Napoli, circa 86.000 abitanti, l’azione della Democrazia Cristiana, ha portato alla ricusazione delle liste dell’UDC e della lista della DC di Sandri.
Vedremo cosa succederà in tutti gli altri comuni che stanno preparandosi a voto.
Il rientro della Democrazia Cristiana nel panorama politico nazionale potrebbe essere un vero game changer in un momento in cui la destra di Meloni vorrebbe diventare centro e Forza Italia è preoccupata per la salute del proprio leader, il PD di Schlein si è spostato a sinistra in una gara con il M5S di Conte e il “terzo polo” di Renzi e Calenda si spacca prima di unirsi offrendo un triste spettacolo, fatto di attacchi personali sui social, che offende le vite, sempre più difficili, della gente comune per la quale la politica non serve più a nulla e, così, non va più a votare.
La politica italiana ha bisogno di essere completamente “ricostruita” per poter ritrovare le sue radici, occorrono scelte coraggiose che guardino al futuro e non alla prossima elezione, occorre capacità di pianificazione, previsione e prevenzione e non di rincorrere solo le emergenze, servono leader e non follower. Non c’è più bisogno dei social per catturare i voti della gente. E’ l’ora della responsabilità.