Quando si parla di Atletica si pensa sempre alle Olimpiadi e ai 100 metri, al più ai salti. Siamo insomma abituati a pensare che sia tutto lì, che Atletica significhi correre brevi distanze e saltare, e ci dimentichiamo, o spesso ignoriamo, che comprende invece una serie di discipline e specialità molto complesse e diverse tra loro, che richiedono non solo diversi tipi di allenamento ma anche diverse attitudini, peculiarità e qualità sia fisiche che mentali. Qualità che non sembrano però mancare ai nostri Azzurri.
Smaltiamo subito le notizie di cronaca di questo fine settimana: Sara Fantini ha vinto il bronzo nella Coppa Europa di lanci con 72,37 metri. Nadia Batocletti è ovviamente arrivata prima a Cassino nella gara di cross di 8 km, chiusa in 27’22”. Primo posto anche per Luca Alfieri, che chiude i 10 km di cross in 30’24”. La maratona invece è stata vinta sia al maschile che al femminile dagli atleti keniani Robert Ngeno in 2h07’35” e Betty Chepkwony in 2h26’16”. Buon piazzamento per Daniele Meucci e Ayse Burcin Sonmez, che conquistano entrambi l’ottavo posto rispettivamente con 2h12’44” e 2h45’39”.
Nessuno direbbe mai che chi lancia deve essere prima di tutto rapido o rapida con le gambe e che la potenza di un lancio non dipende prettamente dalla forza, ma dalla coordinazione e dalla precisione dell’atleta. Pochi si sono mai fermati a pensare che chi corre lunghe distanze difficilmente sarà un bravo o una brava centometrista e che chi fa salto in lungo o in alto non è detto sappia saltare gli ostacoli con altrettanta efficacia e che quasi certamente avrà buone probabilità di far cadere un testimone durante una staffetta.
La bravura di Nadia Batocletti, quello che la rende una grande atleta, quindi, non è solo quella di essere veloce sui 10.000 metri, ma anche di saper essere versatile, cioè di saper correre in varie condizioni meteorologiche e su varie tipologie di terreno. Le gare di cross sono particolarmente difficili perché vanno gestite soprattutto a livello tattico e tecnico. Non basta in sostanza saper correre veloce. La capacità di adattarsi il più velocemente possibile al cambio di terreno dipende dal saper padroneggiare correttamente la tecnica di corsa, ora rapida, ora ampia; e se su un campo di atletica la risposta del terreno è sicuramente elastica e uniforme, su quello dissestato e fangoso di un percorso di cross è imprevedibile. La corsa richiede quindi controllo, concentrazione e un dispendio di forze non indifferente. Sapere come modulare l’energia e la velocità durante tutto il percorso è una capacità fondamentale per chiudere una competizione al primo posto. Nadia in gara ha dimostrato non solo di saperlo fare, ma di saperlo fare bene, arrivando alla fine con abbastanza energia per uno sprint finale notevole: ha, come sempre, gestito la gara in modo impeccabile.
Sara Fantini ha conquistato il bronzo a Nicosia (Cipro). Dopo le Olimpiadi, che non le avevano reso giustizia, in questa stagione ha dato il massimo. Il successo a Rieti del 1° marzo con 70,81 metri l’ha vista poi migliorarsi fino a raggiungere il suo personal best a Cipro: 72,37 metri. Sara ha una capacità innata che la rende un’atleta d’eccellenza. La sua è una tecnica pulita, riesce a reiterare il lancio calibrando la forza con precisione e sa accompagnare, come si dovrebbe, la spinta del martello dai piedi, aiutata dalla rapidità di rotazione che permette allo strumento di acquisire una velocità tale da poter essere poi scagliato lontano e le consente di effettuare lanci ormai consolidati sopra i 70 metri.
Vincere una maratona come quella di Roma non è semplice, soprattutto se partecipano altri colossi come Ngeno, Kogo o Gebre. Con più di 50.000 partecipanti quest’anno, la maratona, insieme alla mezza e ai 10 km, è tra le gare che vedono ogni anno più adesioni. Un po’ perché il tempo minimo è relativamente alla portata di molti (parliamo di 6h30’ per arrivare al traguardo), un po’ perché correre, dopo camminare, è la cosa che forse ci viene più naturale. Oltre al massimo di gara, ci sono dei minimi da rispettare, i cosiddetti cancelli, che sono degli sbarramenti posizionati in vari punti della gara a un determinato km. Chi partecipa deve superarli entro un certo tempo, pena l’eliminazione dalla gara. Quelli della mezza maratona, ad esempio, sono posizionati a 10 km (da superare entro 1h40’) e a 15 km (da superare in 2h30’), tempi più che abbordabili. Questo consente a molte persone di cimentarsi in quella che è la gara che forse racchiude un po’ il senso stesso dello sport: l’attitudine alla resistenza, la costanza nell’allenamento e la gestione della gara.
Correre 42,195 km non è uno stress solo a livello fisico, ma anche mentale. Da un certo punto in poi si dice che “le gambe vanno da sole” e che è “la testa che dirige” e, se questo è vero per la maratona, lo è anche per tutte le altre discipline dell’Atletica. Non importa la fatica, non importa la stanchezza, importa solo arrivare al traguardo provando a migliorarsi. Senza mai desistere. Ed è esattamente quello che ci stanno dimostrando e che ci insegnano, gara dopo gara, i nostri Azzurri.
Il prossimo appuntamento è ai Mondiali Indoor in Cina, che vedrà gareggiare 11 uomini e 9 donne. Tra i più attesi: Fabbri, Furlani, Simonelli, Diaz, Carmassi, Dosso, Coiro, Molinarolo e Bruni.