È stato presentato venerdì 3 novembre, presso la Sala Consiliare del Comune di Bari, il libro “34% La storia di una legge per il Sud – La questione meridionale a Bruxelles”, di Rosella Cerra e Roberto Longo.
Ha introdotto i lavori Ulda Gallo, organizzatrice dell’evento. Ha portato i saluti dell’Amministrazione l’assessore alla cultura Ines Pierucci. Ha portato i saluti della sua associazione “Stella del Monte” Gabriella Sabato. Si è entrati subito nel vivo dell’argomento con Barbara Lezzi.
Lezzi: «La legge non viene attuata perché non “costringe” i ministri a farlo»
«Non è vincolante» continua «E manca la volontà di farlo». Esordisce con questa immediata e cruda analisi la Lezzi. Fu lei, come ministro per il Sud, che si adoperò, fin dal suo insediamento, affinché venissero fatti i decreti attuativi della legge 18 del 2017 di conversione del “Decreto Mezzogiorno”, dimenticata e ferma a quella data. Una legge che stabilisce che il 34% delle risorse dello Stato in conto capitale vengano date alle regioni del Sud. Ogni anno il ministro per il Sud dovrebbe preparare una relazione sull’attuazione della norma ed indicare le eventuali misure correttive. La Lezzi specifica che non è sufficiente fare una semplice relazione, presentarla alle Camere e basta. Occorre che «I fondi di cui si parla vengano inseriti nella legge di bilancio. Bisogna mettere nero su bianco. Specialmente le misure correttive».
Cerra: «Verrà presentata una interrogazione parlamentare»
Rosella Cerra interviene subito dopo riallacciandosi a quanto detto dalla Lezzi. Informa che come gruppo interparlamentare “Sviluppo Sud Aree Fragili e Isole Minori” di cui fa parte, si sta lavorando ad una interrogazione parlamentare rivolta al ministro Fitto nella quale si chiede conto proprio della stesura di tali relazioni. E ricorda che ogni anno al Sud vengono sottratto decine di miliardi di euro. Specifica come, ad esempio, la legge di bilancio 2022.23 stabilisce che dei circa 1000miliardi del bilancio dello Stato, 150 circa vengano investiti in spese in conto capitale. Il 34% è circa 53 miliardi che devono andare alle regioni del Sud. Occorre sempre vigilare.
Longo: se si fosse applicata la norma del 34% il Sud non si sarebbe spopolato.
La constatazione del lento ma inesorabile spopolamento delle regioni del Sud, deninciato nel suo intervento anche dalla Lezzi, viene ripreso da Roberto Longo. E riprende una simulazione che fece la Svimez nel Rapporto del 2017 sull’applicazione della norma per un periodo di tempo che va dal 2009 al 2015. Se si fosse applicata tale norma si sarebbero mantenuti circa 300 mila posti di lavoro. Che avrebbe significato che 300 mila persone, con le loro famiglie, non avrebbero avuto la necessità di emigrare.
Lamberti: «1500 lavoratori nel distretto minerario della Vallata dello Stilaro»
Cinzi Lamberti si ricollega al mantenimento dei di lavoro precisando che nella Vallata dello Stilaro, ove operano con una intensa attività industriale i suoi antenati, vi lavoravano circa 1500 operai. E ricorda come proprio in questi luoghi, nel 2018 fu organizzata una due-giorni in presenta di Rosa D’Amato sul tema della “Questione Meridionale a Bruxelles” per portare nuovamente le istanze del Sud all’attenzione del Parlamento Europeo. E conclude con un sonetto di Campanella, il filosofo nato nella vallata che è simbolo della casa editrice “Città del Sole” che ha editato il libro.
Patruno: «La locomotiva del Nord è sfiatata, non ce la fa più»
E “sfiata” anche il mito del Sud «deserto industriale». Fa un elenco di eccellenze industriale del Sud, per dare una «lezione di sviluppo all’Italia». Se il Sud avesse avuto quanto ha avuto il Centronord, sarebbe come la Francia. E conferma i dati e le cifre dello “scippo al Sud” di circa 60 miliardi ogni anno. Riprende l’art. 3 della Costituzione, che lo Stato viola giornalmente, a furia di un «colpo di Stato quotidiano nei confronti del Sud» precisa. Non usa mezzi termini, e conclude informandoci che le startup nel Sud crescono in maniera maggiore che nel Nord. Segno che c’è la volontà e la capacità di innovazione e sviluppo.
Fino: «Invertire la tendenza allo spopolamento»
Fa un riferimento ad altre realtà che possiamo definire altre questioni meridionali. Altre realtà territoriali che costituiscono altro sud del mondo. Il riferimento va alla Ucraina alla Palestina ai paesi del Nord Africa che subiscono uno spopolamento a causa dei conflitti. Ma, sollecita, occorre invertire questa tendenza.
D’Amato: «Occorre vigilare sull’operato dei politici»
Le petizioni sono importanti perché tramite esse possono essere cambiate anche delle decisioni, delle regole o essere fatte delle leggi. Quindi cita alcune petizioni che hanno prodotto risultati di cui lei è stata artefice e promotrice. Ad esempio, la legge regionale sulle endometriosi, o quella dei precari della sanità in Puglia. Ma cita anche quella sulla conversione di un finanziamento di due miliardi all’Ilva di Taranto per l’idrogeno verde. E un’altra in cantiere per l’Idrogen Park che prevede lq creazione di 5000 posti di lavoro. Propone di creare un cronoprogramma che ci possa vedere nel prossimo futuro artefici di una serie di azioni coordinate. Utile per fare ciò il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini intercettando il Forum del Terzo Settore e la stessa Anci.
Leggi anche:
Contributo esterno