di Giorgio Aprile
Il 17 Dicembre scorso a Montecitorio, presso la sala stampa della Camera dei Deputati, l’Intergruppo parlamentare “ Sviluppo Sud, Aree Fragili e Isole minori”, presieduto dall’On.le Alessandro Caramiello, ha ospitato il lancio di una nuova rivista economica italiana, a carattere scientifico, “Journal of Pluralism in Economics”, che ha dedicato il suo primo numero ad un focus sull’intelligenza artificiale nell’economia.
La rivista JPE nasce da un’illuminante idea dell’economista, Guido Tortorella Esposito (prof. associato Unisannio e LUISS Guido Carli – Roma – “Storia del pensiero economico”), che, caparbiamente, è riuscito a mettere su un comitato scientifico di tutto rispetto, composto da economisti italiani e stranieri, realizzando un’iniziativa editoriale che intende offrire un contributo epistemologico e scientifico all’apprendimento, allo studio e alla ricerca in un ambito così complesso, ma sempre più rilevante, come quello economico.
E’ stata questa l’occasione per sviluppare un interessante e più ampio dibattito sull’impatto dell’intelligenza artificiale nell’ambito del lavoro e sul conseguente cambio di paradigma dell’attuale modello economico, che sembra delinearsi all’orizzonte.
I lavori si sono articolati due distinte sessioni.
La prima dal titolo : “Il lancio della rivista JPE con focus su l’Intelligenza artificiale“, ha visto l’introduzione di Antonio Castiello (Console generale del Kirghizistan) direttore dell’Associazione Kairos, che cura la rivista, e, a seguire, le relazioni scientifiche di Mauro Alvisi (accademico pontificio e referente editoriale della rivista JPE), Giovanni Barretta (Economista e autore di un saggio per il primo numero di JPE su “ AI, lavoro e reddito base universale”), Rita Mascolo (prof.ssa incaricata LUISS Guido Carli – Roma – “Storia dell’economia e dell’impresa”).
La seconda sessione di lavori, dal titolo “Le sfide per il Mezzogiorno / Le applicazioni della AI/ Le AI per la cybersicurezza e le AI “antagoniste”, ha visto l’intervento di Maurizio Sibilio (Prorettore Università di Salerno), di Fabrizio Abbate (Presidente del salotto letterario ENIA – Ente Nazionale dell’intelligenza artificiale), di Paolo Poletti (docente di Information Security Management presso le Università Link di Roma e Statale di Perugia) e, in collegamento da Dubai, Alexa Fast (esperta in trasformazione digitale).
L’incontro è stato moderato da Luca Antonio Pepe, direttore di CentroSud24, il quale ha chiamato a rivolgere i saluti istituzionali, il Vicepresidente della Camera, On.le Sergio Costa.
Il Vicepresidente Sergio Costa, dopo essersi congratulato con l’On.le Alessandro Caramiello, per la lungimirante istituzione dell’Intergruppo parlamentare “ Sviluppo Sud, Aree Fragili e Isole minori” , ha dato il via alla discussione del tema della giornata: “L‘intelligenza artificiale e le sue applicazioni e sfide per il mezzogiorno”.
Il Vicepresidente ha sottolineato come l’AI sia una profilatura geopolitica internazionale, nella quale, il meridione d’Italia, può essere benissimo candidato come ospite dei data center, sia grazie alla sua posizione geografica, come valorizzata anche dalla nuova Zes Unica Mezzogiorno, sia grazie alla capacità di ricerca delle Università del Sud, molte delle quali di eccellente valore.
Sergio Costa ha rimarcato l’importanza di favorire le applicazioni dell’AI in ambito economico e produttivo per migliorarne le performance, in termini di efficienza ed efficacia. Il Vice presidente della Camera, al termine di una puntuale disamina delle innumerevoli e positive applicazioni dell’intelligenza artificiale, ha posto l’accento sulla necessità, in primis, di dare vita a una norma che regolamenti il settore, che accomuni tutte le forze politiche, con l’obiettivo di assegnare una nuova centralità internazionale al Sud Italia, attraverso la ricollocazione, formazione e aggiornamento delle maestranze. In tal modo, secondo Costa, grazie all’atteso incremento della produttività che l’intelligenza artificiale determinerà, pari a circa il 30/40%, sarà possibile attenuare gli effetti derivanti dalla conseguente perdita di posti di lavoro, stimata in circa 3 milioni di unità.
La parola è poi stata passata al Presidente dell’Intergruppo, l’onorevole Alessandro Caramiello, il quale ha sottolineato come la politica abbia il dovere di tenere sotto controllo l’intelligenza artificiale, ciò potrebbe essere ottenuto proprio grazie ad una proposta di legge, nata in occasione dell’incontro organizzato dallo stesso Intergruppo il 15 dicembre del 2023, diretta a disciplinare, attraverso norme specifiche, questa complessa materia; lo scopo principale, anche qui, è quello di salvaguardare i posti di lavoro. Caramiello ha poi spiegato come il principale intento sia quello di favorire l’attrattività del Mezzogiorno da parte dei grandi player finanziari globali.
Il lancio della rivista JPE “Journal of Pluralism in Economics”
Il dibattito è infine entrato nel vivo con l’intervento del Console generale del Kirghizistan, in veste di presidente dell’associazione Kairòs, Antonio Castiello.
Il Console ha evidenziato come il lancio della rivista scientifica “JPE” punti all’obiettivo di sostenere e approfondire la ricerca globale, in ambito economico, sull’intelligenza artificiale. La rivista mira ad offrire un sostegno alle valutazioni e alle analisi di tutte quelle iniziative che hanno la finalità favorire lo sviluppo del sistema economico del Mezzogiorno. Antonio Castiello ha poi sottolineato come ogni governo, compreso quello che rappresenta, debba avere un adeguato impianto normativo , al passo con le innovazioni per evitare di rimanere schiacciato dall’inesorabile avanzamento tecnologico.
Il secondo intervento di carattere scientifico è stato svolto dall’accademico pontificio, Mauro Alvisi, referente editoriale della rivista. L’accademico ha voluto specificare come la società stia vivendo nella terza fase dell’intelligenza artificiale, cioè quella che si riferisce alla scienza delle decisioni. Successivamente, con dati alla mano, ha illustrato come, secondo degli studi accreditati sulla artificial intelligence, quest’ultima possa offrire un sensibile contributo all’economia globale.
Si parla, infatti, di un aumento di 5 mila miliardi di dollari nel giro di 5 anni, generando una metrica delle performance con profondi e duraturi impatti socio-economici e finanziari. In altre parole, una capacità di inferenza che si assesterebbe tra il 3/4 % del pil globale, tra spesa diretta e indiretta. In Italia la capacità generativa dell’AI potrebbe superare i 300 miliardi di euro di valore, in aggiunta all’economia dei prossimi 15 anni. L’accademico pontificio ha poi sottolineato come il 30 % delle imprese europee abbiano incorporato l’artificial intelligence, ricavando – in soli 3 anni – un aumento del 50% nei propri processi di produzione. L’intelligenza artificiale e altre tecnologie emergenti nell’era quantistica sembrerebbero in grado di annunciare una nuova egemonia dei sistemi intelligenti, distribuiti all’interno di una nuova eterarchia globale che porterà a una automazione delle future attività lavorative.
Mauro Alvisi ha poi continuato a spiegare come sia necessario tenere d’occhio, in questo periodo di transizione, il mondo della formazione e dell’abilitazione di nuove categorie professionali, come l’elaborazione dei big data, l’analisi di scenari, le operazioni con l’utenza, il marketing, le vendite, la comunicazione pubblica di imprese ed ecc. Altri profondi impatti sono prevedibile nel settore medico, in quello finanziario ed energetico con una progressiva e necessaria richiesta dei nuovi skills che dovranno essere appresi da lavoratori. L’accademico pontificio ha infine terminato il proprio intervento spiegando come le PMI sono le categorie “più toccate” da questo nuovo fenomeno, e pertanto il governo ha il dovere di aiutare il Paese coinvolgendo tutte le parti sociali e sensibili, aprendo le porte a tutta l’ibridazione della conoscenza e delle competenze che l’artificial intelligence promuove.
La discussione è poi proseguita con intervento dell’economista Giovanni Barretta, membro dell’Ufficio di presidenza del tavolo tecnico dell’Intergruppo parlamentare “Sviluppo Sud, Aree Fragili e Isole minori“, che ha trattato più approfonditamente il rapporto tra l’AI e lavoro, e il possibile approdo al “reddito di base universale”. Barretta ha poi spiegato come l’impatto dell’intelligenza artificiale sul lavoro sarà sostanzialmente di tre diversi livelli: “il primo determinerà la nascita di nuove professioni, il secondo eliminerà alcune di quelle esistenti e il terzo integrerà e ridisegnerà alcune altre tra gli attuali impieghi”. Si pongono sul tema – secondo l’economista campano – numerosi interrogativi: “chi beneficerà dell’introduzione dell’IA nel processo produttivo; come si riconfigureranno i rapporti di lavoro; come saranno riconvertiti i lavoratori sostituiti dalle macchine e dagli algoritmi; come sarà distribuito il reddito generato dall’intelligenza artificiale”.
Rispetto a queste nuove sfide, secondo Giovanni Barretta, i Governi dovranno compiere, inevitabilmente, delle scelte di campo, che incideranno profondamente sul modo stesso di organizzare la convivenza sociale, garantendo pace e benessere: “una volta assodato che per produrre sarà richiesto sempre meno l’intervento umano, è legittimo chiedersi dove andrà a finire la remunerazione finora spettata ai lavoratori”.
Le possibilità che possono intravedersi, secondo Barretta, con effetti radicalmente diversi sul rapporto di convivenza tra comunità e individui, sono sostanzialmente due: “uno scenario di crescente iniquità sociale e distributiva, in cui il profitto aggiuntivo generato dall’AI va tutto all’imprenditore; un secondo scenario, di eguaglianza sociale, in cui tale profitto aggiuntivo viene distribuito in modo da contribuire al finanziamento di un reddito base universale. In questi ultimi decenni abbiamo visto crescere fortemente in tutto il mondo le diseguaglianze sociali. L’AI può addirittura accelerare questa tendenza verso l’iniquità sociale e, se lasciata agire da sola, seguendo le ciniche logiche del libero mercato, la situazione diventerà pesante e forse insostenibile, con gravi ripercussioni sulla più generale coesione sociale”.
Il reddito base universale – ad avviso dell’economista campano potrebbe, quindi, costituire la risposta alla probabile riduzione dei posti di lavoro, determinata dall’avvento dell’AI, assicurando una rete di protezione sociale adeguata per tutti i cittadini, anche non lavoratori.
L’intelligenza artificiale è senza dubbio, spiega l’economista, l’ambito dove l’imprenditore Elon Musk (proprietario di Tesla, SpaceX, di X e della startup xAI) ha formulato più previsioni e investito ingenti risorse. Ad avviso di questi, l’AI supererà l’intelligenza umana entro il 2025 mentre quella collettiva nel 2029. Inoltre, sottolinea Giovanni Barretta, come Musk abbia definito l’artificial intelligence come più pericolosa delle armi nucleari, fino a giungere ad un momento in cui l’AI sarà in grado di fare ogni cosa e si potrà scegliere se avere un lavoro o no in base esclusivamente alla propria soddisfazione personale, consentendo al genere umano di liberarsi dalla necessità di lavorare: “L’AI sarà la forza più disruptive della storia”.
Anche Sam Altman (CEO e cofondatore con Elon Musk di OpenAI), ha ricordato Giovanni Barretta, espone un modello di distribuzione della ricchezza, capace di garantire l’inclusività economica , dove tutti hanno una ragionevole opportunità di ottenere le risorse necessarie per vivere la vita che si desidera. In aggiunta, Altman dichiara che, con il modello capitalista, il prezzo del progresso è rappresentato dalla disuguaglianza, tema che finora è stato affrontato tassando progressivamente il reddito; nel futuro questo modello funzionerà sempre meno e la soluzione sembrerebbe essere quella di tassare il capitale piuttosto che il lavoro.
L’economista campano dell’Ufficio di presidenza dell’Intergruppo ha concluso il proprio intervento, con un invito a riflettere sul pericolo delle crescenti diseguaglianze sociali, che anche l’intelligenza artificiale potrebbe ulteriormente alimentare e, quindi, sulle importanti sfide che le comunità e i governi dovranno necessariamente raccogliere e gestire.
La seconda sessione di lavori:“Le sfide per il Mezzogiorno, le applicazioni della AI”
L’analisi delle molteplici applicazioni ed implicazione dell’artificial intelligence è stato ripresa dal prorettore dell’Università di Salerno, Maurizio Sibilio, il quale è partito dalla necessità di distinguere tra innovazione, che implica un evoluzione che non sempre porta tutti in avanti, e progresso, che richiede di portare tutti in avanti. A tale proposito, bisognerà diffondere una idea dell’AI come cultura della responsabilità, basata su un processo formativo di skilling, reskilling ed upskilling.
Il prorettore Sibilio si è detto convinto che l’intelligenza artificiale darà la possibilità alle persone di lavorare di meno e di godersi di più la vita, dando vita così ad un rapporto più diretto tra uomo e AI.
A conclusione del suo pregevole intervento, Maurizio Sibilio ha rivolto l’invito a riflettere su un’idea comune che si basi sulla diffusione di una cultura della responsabilità, immaginando una formazione che investe l’intero sistema scolastico ed universitario, attraverso l’affermazione di un’idea per la quale il cambiamento si fa con l’intelligenza formativa-territoriale, come nel caso degli IFTS.
Dopo il pregevole intervento del prorettore dell’Università di Salerno la parola è passata a Rita Mascolo, docente di Storia dell’economia e dell’ impresa presso l’università Luiss, che ha esposto più approfonditamente le finalità della rivista JPE e le ragioni che hanno spinto il comitato scientifico ad orientare il primo numero con un focus sull’intelligenza artificiale nell’economia. La rivista nasce, ha spiegato la docente della Luiss, con l’intento di creare uno spazio interdisciplinare di confronto della contaminazione culturale tra mondo accademico, professionale e istituzionale, in relazione al rapporto uomo-AI. Rita Mascolo ha, quindi, rivolto l’attenzione all’analisi di due tipi di capitalismo, quello liberale e quello di stato, entrambi interessati da un processo di trasformazione, da industriale a digitale: “Nel quadro geopolitico contemporaneo, dove liberismo e socialismo attraversano una comune transizione dal capitalismo industriale, sia di mercato sia di Stato, al capitalismo digitale, che deciderà il primato nell’economia mondiale dell’Occidente o dell’Oriente, è apparso naturale che il primo numero della rivista fosse incentrato sulle sfide dell’IA, declinandole tra opportunità e criticità“.
L’economista pugliese, inoltre, ha tenuto a precisare come sia di cruciale importanza, in questa 5° rivoluzione industriale, l’introduzione, nell’ambito del tessuto produttivo delle piccole e medie imprese del meridione, delle innovazioni dell’artificial intelligence.
Rita Mascolo ha concluso il suo intervento sottolineando come: ”Journal of pluralism in economics possa essere uno strumento di approfondimento rigoroso e multidisciplinare di tematiche di primario interesse per l’intergruppo; si sta pensando, ad esempio, di strutturare un intero numero sul tema dei divari territoriali“.
Il discorso sul tema centrale del dibattito e sulla direzione assunta dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale, è stato ripreso dall’ex Generale della GdF ed oggi precettore della Link campus University di Roma e dell’università di Perugia, Paolo Poletti, che ha sviluppato la sua approfondita analisi, partendo dal significato di AI, cioè un agente di conoscenza, di relazione e di compartecipazione che determina la nascita di una realtà ibrida, la quale implica una responsabilità condivisa tra utenti ed innovazione, come per esempio in ambito medico; mantenendo però da parte del singolo individuo una coscienza individuale e di spirito critico.
Poletti ha inoltre sottolineato come il Sud Italia si trovi in prima linea per candidarsi come “porta bandiera” dell’intelligenza artificiale. I dati alla mano dimostrano come l’impiego di questa tecnologia nelle aziende si attesti al 7,6%; inoltre il meridione si colloca in un’ area geografica perfetta per le rinnovabili, esempio ne sono i campi eolici in Puglia e a largo di Trapani, che potrebbero creare per l’appunto un ecosistema perfetto per la collocazione dei data-center. A suo avviso, bisogna però investire ulteriori risorse per la formazione.
A tal proposito Poletti, in collaborazione con la regione Sicilia, ha detto di essere impegnato nella costituzione di centri di competenza, mirati a istruire nuovi programmatori. Il professore Link campus University ha fatto notare al numeroso pubblico presente ai lavori come l’AI possa coesistere e facilitare il lavoro dell’essere umano in varie situazioni, come l’individuazione di nuove minacce, e l’individuazione strutture tridimensionali in campo medico.
L’incontro a Montecitorio si è avviato alla sua conclusione con l’intervento da parte dell’avvocato e presidente del salotto letterario ENIA, Fabrizio Abbate, il quale ha dato delucidazioni sull’ente no-profit che rappresenta, spiegando come quest’ente si occupi dell’AI applicata alle imprese e all’arte, creando dei meeting tra imprenditori e artisti, incentivandone la creatività. Un altro lavoro dell’ENIA, sarà quello di creare un dipartimento presieduto da giuristi che esamineranno il disegno di legge, precedente introdotto dal deputato Caramiello, negli articoli riguardanti il copyright e i diritti d’autore, difendendo per l’appunto il singolo creatore e artista, specialmente quello del sud Italia.
L’ultimo intervento è quello via Skype da Dubai, di Alexa Fast, con in collegamento di circa 200 operatori in tutto ilo mondo del settore della trasformazione digitale, che ha illustrato come l’intelligenza artificiale abbia reso più efficace i processi di analisi di mercato, di comunicazione targhetizzata, e di traduzione delle comunicazioni d’azienda a costi bassissimi per tutte le aziende, anche quelle del meridione d’Italia.
La riunione si è conclusa con un brevissimo intervento da parte dello scrittore Pino Aprile, presidente onorario dell’Intergruppo, che, senza dilungarsi in approfondimenti tecnici, ha acceso un riflettore su come lo Stato Italiano continui a finanziare solo le università del Nord Italia, mettendo in secondo piano le eccellenze universitarie del sud.
L’annuncio dell’istituzione di una nuova Commissione su Blockchain, Cyber security ed Artificial intelligence.
A chiusura dell’interessante giornata a Palazzo di Montecitorio, l’on.le Alessandro Caramiello ha annunciato la nascita di una commissione del gruppo interparlamentare, presieduta dallo stesso Maurizio Sibilio, che avrà il compito di disciplinare tre nuovi e complessi ambiti: Blockchain, Cyber security ed Artificial intelligence.