di Valendina de Nigris
Braciola in un croccante tacos; zuppa di zucca con polvere di caffè, funghi porcini e semi di zucca. E ancora uno zito fritto con panatura panko abbinato al ragù. La pasta e patate, crema di provola, pop corn di parmigiano e spuma di pepe diventa uno dei cult del menu. Come la “Genovese 120” che, come dice lo chef Vinicio Mannelli “si chiama così perché in totale tra preparazione e cottura ha bisogno di 120 ore”. Altro classico rivisitato le linguine con polpo alla luciana con riduzione di prezzemolo. E non poteva mancare la pizza, ma stavolta nel “rutiello”.
Cosparso di sugna, il disco di pasta viene cotto nel forno di pietra refrattaria che simula quello a fascine. Sono solo alcuni esempi del nuovo progetto a cui Giuseppe e Simone Vesi, stavolta in trio con lo chef Vinicio Mannelli, hanno dato vita al nuovo progetto Locanda Gourmet. Il concept del gourmet è garantito dalla filosofia targata Vesi, che fa rima con ricerca e qualità, ma stavolta la “rivoluzione copernicana” si trasferisce nella ristorazione. “Ci giravo intorno da anni – spiega Giuseppe Vesi – e con mio figlio Simone, abbiamo realizzato un piccolo sogno: rivisitare i piatti della grande tradizione napoletana, come la pasta e patate”.
Tra i secondi spicca il brasato di guancia con polenta al cucchiaio e cipolla agrodolce. Rivoluzione copernicana può significare anche tornare alle origini, a volte. Perché la scelta di riproporre la pizza come la faceva la nonna, o servire tagliolini e ravioli, questi ultimi alla caprese, anche questi fatti a mano, può significare tornare alle origini, sì, ma in chiave moderna, attualizzandoli, con un tocco, una preparazione, una reinterpretazione, che ne consenta e garantisca il successo.