Logos&Polis: flashmob per Ahoo Daryaei, la studentessa che ha sfidato il potere

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Innumerevoli le immagini, le interpretazioni grafiche, i video che hanno definito e immortalato una icona della lotta per la libertà della donna. E su questo semplice ed essenziale concetto che si formula l’iniziativa di domenica 17 novembre a Lamezia Terme

Murale sul muro del Consolato Iraniano a Milano

“Donna Vita Libertà” è il trinomio che accompagnerà la manifestazione organizzata dall’associazione Logos&Polis.

L’evento si terrà a Lamezia Terme alle 17.00 in Piazza d’Armi. Fanno sapere gli organizzatori

«Parliamo della condizione delle donne nel mondo, lo sguardo è rivolto all’Iran, dove nei giorni scorsi abbiamo visto il video che ritraeva la protesta di Ahoo Daryaei, arrestata dopo il gesto estremo di essersi tolta il velo e i vestiti in una pubblica piazza. I media statali iraniani hanno diffuso la notizia che la donna è instabile mentalmente, ad oggi non si sa che fine le abbiano fatto fare. Le autorità iraniane diffondono la versione della malattia mentale per screditare la credibilità della donna e sminuire l’atto di coraggio e protesta compiuto, dopo che le avevano ordinato perentoriamente di ricomporre il velo in modo che non facesse intravedere i capelli. Le notizie provenienti dall’ Iran in merito alla violenza sulle donne sono ricorrenti e datate da decenni di continui soprusi. Ricordiamo il brutale omicidio di Mahsa Amini, la giovane arrestata e poi picchiata fino alla morte dalle guardie della rivoluzione perché non indossava correttamente l’hijab. Il velo viene contestato oggi come simbolo di contenimento della libertà femminile. Lo slogan della protesta di domenica prossima è ancora una volta “Donna, vita, libertà!”, parole ispirate dalle rivendicazioni delle donne curde. I numeri della repressione del regime iraniano dopo la protesta della morte di Mahsa Amini sono stati drammatici: 250 persone uccise, di queste 33 erano minorenni, 13mila persone arrestate, fermate o scomparse. Cifre approssimative perché i dati ufficiali non esistono e la conta è affidata al lavoro delle Ong per i diritti umani che operano in clandestinità. Leggi e interpretazioni ciniche e maschiliste della Sharia hanno trasformato le donne in cittadine senza alcuna dignità, esseri invisibili. Ma, oggi più che mai, la donna è il fulcro del cambiamento, il controllo sul corpo delle donne cammina di pari passo con la violazione di altri diritti e libertà. Questa è la rivoluzione delle donne con i capelli al vento».

lettera agli uomini” di Iolanda Baretta, Presidente dell’associazione Logos&Polis

«Perché siete così deboli da dover affermare la vostra forza sopprimendo le donne? Avete dimenticato che siete figli di una madre che vi ha partorito allattato e accudito con amore? A tutti i padri, figli e fratelli, uomini di buona volontà, chiedo di alzare la testa contro la violenza di genere! Quanto fa paura una donna che decide liberamente di fare ciò che vuole della propria vita? Quanto fa paura una donna libera? Quanto sei piccolo se hai bisogno della violenza per tenere soggiogata una donna con la paura? Ogni giorno la cronaca ci riporta terribili notizie sul femminicidio dilagante, atti criminali sulle donne e soprusi di varia natura. Leggi fatte dagli uomini in tutto il pianeta per avere il dominio sulle donne, una storia antica come la storia del mondo e che nel 2024 ancora ci vede, nostro malgrado, protagoniste di ingiustizie privazione e violenza. E non è vero che ciò che accade altrove non ci interessa, per le ingiustizie non esiste confine! Pensiamo a quelle donne di religione islamica che hanno deciso di ribellarsi e che sono state soppresse con la violenza, abbiamo casi di cronaca nera anche in Italia. L’omicidio di Saman Abbas è un esempio eclatante che ha avuto una grande risonanza nazionale. Vogliamo accendere i riflettori su quelle donne arabe che non possono scegliere liberamente come gestire la loro vita! Donne che vengono uccise per una ciocca di capelli sfuggita dal velo come Mahsa Amini! Chiedo a tutti voi uomini di buona volontà e di coscienza di alzare la testa e sostenere il coraggio di quelle donne che decidono di dire di ‘no’, rischiando la propria vita come Ahoo Daryaei che ha protestato a Teheran sapendo probabilmente di andare incontro a morte certa, spogliandosi in piazza davanti all’università dopo che le avevano ordinato di aggiustarsi il velo. Un uomo è grande quando con il suo amore verso il prossimo costruisce un mondo migliore per tutti, proteggendo e non umiliando violentando e sopprimendo la bellezza di una donna libera con i capelli al vento!»

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