Mondiali indoor 2025, ricco bottino per l’Italia  

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Photo credit: Grana/FIDAL

L’Italia chiude la stagione mondiale Indoor 2025 a Nanchino in Cina con due medaglie d’oro, portate a casa da Andy Díaz e Mattia Furlani, un argento di Zaynab Dosso, i due quarti posti di Lorenzo Simonelli e Leonardo Fabbri e prestazioni sempre più di livello mondiale.

Dopo gli Europei ad Apeldoorn, l’ascesa della squadra Azzurra è ormai evidente a tutti: le nuove promesse, i giovanissimi, stanno raggiungendo gara dopo gara una maturità sempre maggiore, dimostrando di sapersi ormai confrontare senza paura con atleti e atlete provenienti da tutto il mondo, da più di duecento nazioni. Già da venerdì mattina (ore 4:00 AM in Italia) si era capito che questi Mondiali ci avrebbero dato grandi soddisfazioni. Siamo entrati con il salto triplo di Andy Diaz, letteralmente a gamba tesa, tra i migliori, e siamo atterrati con il salto in lungo di Mattia Furlani, davanti a tutti.

È bastato un solo salto, il primo di Andy Díaz, per battere con 17,80 non solo tutti i suoi avversari, ma anche il primato italiano, detenuto fino a quel momento da Paolo Camossi (ora entrato nella struttura tecnica come responsabile dei salti) e rimasto imbattuto dal 2001. Allenato da Fabrizio Donato, Andy Diaz è arrivato in Italia nel 2021, quando da Cuba ha deciso di trasferirsi qui. È una storia che tutti conosciamo: di grande passione, grinta e coraggio quella di Díaz, che ha deciso di allenarsi in Italia, per l’Italia, e ci ha portato la prima medaglia d’oro in questa competizione mondiale.

Ci sono voluti invece due salti a Mattia Furlani per piazzarsi primo con 8,30 e rimanere lì in cima per tutta la gara. La sua tecnica sta cambiando: l’atleta cresce ed evolve, e il salto in lungo italiano evolve con lui. Furlani cambia la rincorsa, cammina in aria facendo tre passi e atterra sempre più lontano, consolidando salti sopra gli 8 metri, in una competizione che si è giocata sui dettagli, dove 2 centimetri hanno fatto la differenza. Chiude con una misura di 8,30 e in generale porta a casa da questa stagione indoor un personale di 8,37, a meno di 50 centimetri dal record mondiale. Batte di pochissimo Pinnock, che arriva a 8,29, terzo posto per Adcock con 8,28, a dimostrazione che il livello della gara è stato altissimo e si è svolta davvero sul filo del rasoio.

Zaynab Dosso ci ha regalato una stagione da brividi e, come sempre, una prestazione superlativa: in semifinale ha chiuso con il miglior tempo, 7″07, davanti a tutte le sue avversarie. Migliora in finale con un 7″06, ma arriva seconda a soli 2 centesimi dal primo posto conquistato da Kambundji. Penalizzata da una partenza sui blocchi “lenta” (180 contro i 144 della prima classificata), tiene magistralmente la gara, perde un po’ negli ultimi 20 metri, ma l’idea è che, migliorata la reazione ai blocchi, volerà facile sotto i 7″00, perché è evidente ormai a tutti che è alla sua portata.

Lorenzo Simonelli, reduce da un infortunio, ha tenuto bene la gara: in semifinale migliora il tempo degli Europei e dichiara: “Ho corso molto più facilmente, le due settimane di allenamento sono servite”. Senza nessuna remora, vola in finale e corre i 60 ostacoli con una buona prestazione, ma chiude a 5 centesimi in più, con 7″60, quei 5 centesimi che, in questa gara, lo avrebbero portato sul podio. Non ha sbagliato praticamente nulla.

Leonardo Fabbri chiude al quarto posto, rimane terzo con 21,36 fino al lancio di Piperi, che conquista il bronzo con 21,48. Anche qui, la gestione della gara è stata buona: partito con un 20,67, resta lucido e aumenta la distanza lancio dopo lancio. Progressivo non scontato per un atleta che da sempre vive la competizione con grande emotività.

E se i risultati sono importanti, è bello vedere anche come gestiscono le competizioni gli altri atleti e le altre atlete, con uno sguardo che punta al futuro. Eloisa Coiro è consapevole delle sue abilità: arriva quarta in batteria, dopo essere arrivata quarta agli Europei, corre in modo tattico, ormai ha una tecnica consolidata. Il resto è solo un discorso di forma fisica, di arrivare alle gare al picco di forma, ma se la gioca con atlete mondiali e può dare ancora tanto. Lo dice senza rimpianti. Ottima prestazione anche per Manuel Lando, che si qualifica alle finali e, dopo il quarto posto agli Europei con 2,26, si fa ancora prendere dall’emozione, ma non molla. È la nuova promessa del salto in alto. Dopo l’incoraggiamento di Gimbo sui social, si piazza su un 2,24. Non arriva a 2,28, ma ce l’ha nelle gambe. È per lui la prima esperienza mondiale. Bellissimo il discorso di Roberta Bruni, la nuova capitana, che incoraggia tutta la squadra: “È vero, abbiamo il jet lag, ma ce l’hanno anche gli altri”, e ricorda che esperienze come questa sono sempre un dono. Vivere la competizione con serenità è la chiave per il successo. Elisa Molinarolo è brava, merita di essere lì, è un’atleta di livello mondiale, e chiude alla stessa altezza della sua amica-rivale, con 4,60. Entrambe finaliste nel salto con l’asta, non potevamo sperare in due rappresentanti migliori. Idea Pieroni, al suo primo Mondiale, arriva ottava con 1,89, ma apre la strada all’Italia per il salto in alto femminile. Elisa Di Lazzaro e Giada Carmassi, nonostante la mancata qualifica, hanno rappresentato bene l’Italia nei 60 ostacoli. Sono atleti e atlete che ci daranno soddisfazioni, la strada è quella. In generale, non si era mai vista una squadra così forte ed equilibrata. I prossimi successi sono quindi attesi e sono solo una questione di tempo e pazienza.

contributo esterno

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